al jolani damasco siria

AL JOLANI HA IN MANO LA MERCE DI SCAMBIO PIÙ PREZIOSA: I SEGRETI DEL REGIME SIRIANO – CON LA PRESA DEL POTERE A DAMASCO, I JIHADISTI SONO ENTRATI IN POSSESSO DEI DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI DELL’EPOCA ASSAD E HANNO ARRESTATO I FUNZIONARI DELLA DITTATURA, CHE POSSONO RACCONTARE CIÒ CHE SANNO SU OMICIDI, ATTENTATI E RAPPORTI CON TERRORISTI, COME IL VENZUELANO “CARLOS LO SCIACALLO” – GLI EX RIBELLI SONO PRONTI A SCAMBIARE CON TRUMP INFORMAZIONI SUGLI AMERICANI SCOMPARSI IN SIRIA IN CAMBIO DI AIUTI ECONOMICI E DELLA FINE DELLE SANZIONI...

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

al jolani con donald trump

Gli ex ribelli siriani hanno in mano un tesoro: i segreti di Damasco. Pile di documenti dei servizi degli Assad, funzionari del regime che possono raccontare ciò che hanno sentito e visto. Un bottino. Poi c’è l’altro filone, più recente: il destino di tanti scomparsi nel conflitto.

 

I nuovi dirigenti hanno offerto alla Casa Bianca piena collaborazione per fare luce sulla sparizione di Austin Tice, il giornalista americano rapito nell’estate del 2012 alle porte della capitale.

 

Forse catturato da una milizia governativa, pista che non esclude del tutto la responsabilità di un gruppo «radicale». [...]

 

il palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco

Gli Stati Uniti vogliono recuperare le spoglie di Kayla Mueller, un’operatrice umanitaria catturata dai jihadisti nel settore di Aleppo nel 2013: secondo una ricostruzione diventata la «schiava» del Califfo al Baghdadi e in seguito assassinata.

 

Un’altra indagine riguarda Majd Kamalmaz, psicologo statunitense d’origine siriana bloccato dai soldati nel 2017. Uno dei tanti civili inghiottiti dalla guerra.

 

La lista

Sarebbero almeno 11 i nomi inseriti in una lista passata a Washington, file sui quali gli ex guerriglieri si sono messi al lavoro. Non da soli. Il Qatar, Paese in grande sintonia con The Donald, ha messo a disposizione i suoi uomini per una ricerca nelle zone una volta in mano ai tagliagole del Califfato, azione condotta tenendo informato l’Fbi.

 

ASMA E BASHAR AL ASSAD

Ed è così che, dopo una serie di perlustrazioni, sono arrivati ad alcune fosse comuni nel Nord del Paese, tombe dove sarebbero finiti i corpi di numerosi prigionieri, anche occidentali. Erano le pedine in mano ai terroristi, persone eliminate in esecuzioni filmate dai militanti per esercitare pressioni, lanciare ricatti, portare avanti la strategia dell’orrore.

 

Tornano alla mente momenti brutali, gesti feroci costati la vita ai reporter James Foley e Steven Sotloff — entrambi americani — o a Peter Kassig, membro di un’associazione che aiutava la popolazione. Ma anche il britannico John Cantlie, trasformato dai suoi aguzzini in uno strumento di propaganda, costretto a girare filmati con la versione dell’Isis. [...]

 

Il teatro regionale

mohammed bin salman donald trump al jolani

Insieme alle vicende dei «missing» c’è l’archivio della dittatura. La dinastia degli Assad ha dominato per decenni il Paese ma anche avuto un ruolo negli «affari» dei vicini.

Libano, Iraq, Palestina, Iran sono teatri dove gli agenti del clan hanno operato, «liquidato» nemici, corrotto e gestito politici, coltivato alleati.

 

In qualche fase sono stati protagonisti principali, in altre si sono «accontentati» di una parte minore. Tra i documenti raccolti da un apparato di sicurezza mostruoso possono esserci risposte a diversi misteri. Omicidi di personalità a Beirut. Attentati in Occidente, dalle bombe in Francia al giallo di Lockerbie.

 

il palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco

I legami con Carlos lo Sciacallo che ha vissuto per anni a Damasco e i rapporti con fazioni radicali, dai palestinesi ai giapponesi dell’Armata Rossa o gli armeni dell’Asala. Forse ci sono carte che riguardano le Br italiane, dato che i terroristi italiani facevano parte di un’internazionale eversiva che trovava accoglienza a Damasco.

 

Hafez Assad se ne serviva, la sfruttava per avere informazioni, dimostrava la sua solidarietà. Negli armadi delle intelligence avranno conservato report su Gheddafi, Saddam Hussein, Arafat, Khomeini ma anche sulle mosse dei governi europei e d’Israele. [...]

 

La fase due

carlos lo sciacallo

Ognuno ha «trattato» con gli Assad, in modo pubblico e, spesso, attraverso canali riservati. In alcune epoche il regime era «radioattivo» — meglio starne alla larga — ma al tempo stesso deteneva le chiavi di certi dossier e allora era opportuno avvicinarlo.

Proprio gli sforzi per portare a casa gli ostaggi sono stati un punto di contatto pragmatico.

 

E da qui ora si riparte. La nuova Siria, in cambio della fine delle sanzioni e di supporto economico, può raccontare molto su anni mai quieti. Ha iniziato donando a Tel Aviv la documentazione della spia Eli Cohen, adesso è in grado di passare alla fase due con l’Occidente.

fossa comune a damasco 3

RIBELLI SIRIANI ENTRANO A DAMASCOincontro donald trump al jolani a riad, insieme a mohammed bin salman fossa comune a damasco 1RIBELLI SIRIANI ENTRANO A DAMASCOSTATUA DI HAFIZ AL ASSAD (PADRE DI BASHAR) PRESA A CALCI DAI RIBELLI SIRIANI A DAMASCOpalazzo presidenziale di bashar al assad a damasco ribelli nel palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco il palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco il palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco fossa comune a damasco 4fossa comune a damasco 2Abu Mohammad al Jolani

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…