carlo nordio magistratura magistrati toghe giustizia

MENTRE I COLLETTI BIANCHI FESTEGGIANO, LE TOGHE VANNO ALLA GUERRA CONTRO NORDIO – L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ATTACCA IL GUARDASIGILLI PER LA CANCELLAZIONE DELL'ABUSO D'UFFICIO: “È UNA PICCOLA AMNISTIA PER I PUBBLICI UFFICIALI: AVREMO 3-4 MILA PERSONE, O FORSE DI PIÙ, CHE CHIEDERANNO LA REVOCA DELLA CONDANNA” – NORDIO SI DIFENDE: “NESSUN COLPO DI SPUGNA NÉ AMNISTIA. FU COSÌ ANCHE PER L’ABORTO. QUANDO SI ELIMINA UN REATO CESSANO LE CONSEGUENZE DELLA PENA. È UN PRINCIPIO DEL DIRITTO..."

1 - NORDIO: «NESSUN COLPO DI SPUGNA PER I COLLETTI BIANCHI FINITE LE RIFORME, LASCERÒ»

Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

CARLO NORDIO

L’abuso d’ufficio è stato abolito. Carlo Nordio, ministro della Giustizia: i cittadini ora non sono più esposti a prevaricazioni e favoritismi?

«No. Alla Camera ho anche ascoltato affermazioni eccentriche come quella secondo cui un carabiniere che avanzasse invano pretese sessuali verso una persona fermata rimarrebbe impunito. In realtà è tentata concussione, punita in modo severo».

 

Non è un colpo di spugna per i reati dei colletti bianchi?

giorgia meloni carlo nordio

«Il nostro arsenale penale contro i comportamenti illeciti dei pubblici ufficiali infedeli è il più potente nella Ue. E molti atti illegittimi possono essere sanzionati con annullamento e risarcimento. Rimedi più efficaci, rapidi e deterrenti del reato eliminato».

 

Non è un’amnistia per i 4 mila condannati che avranno la pena annullata?

«Fu così anche per l’aborto. Quando si elimina un reato cessano le conseguenze della pena. Non è amnistia, ma un principio del diritto».

 

Senza intercettazioni molti reati non resteranno impuniti?

ANTONIO TAJANI CARLO NORDIO

«Il ddl non incide sull’efficacia delle intercettazioni. Si limita a tutelare dignità e privacy del terzo. Nelle riforme future, saranno conciliate le esigenze investigative con il diritto al segreto delle comunicazioni sancito in Costituzione come bene primario».

 

Si era detto niente limiti alle intercettazioni per chi indaga. Ma si prospetta il limite di 45 giorni. E se al giorno 46 l’indagato delinque?

«Non è cosi. Nei casi di concreta gravità si possono prorogare. Ma si dà troppa importanza alle intercettazioni, con il rischio di perdere la capacità investigativa: i servizi di osservazione, pedinamento e controllo, la traccia dei flussi finanziari, eccetera».

 

CODICE NORDIO - POSTER BY MACONDO

Avvisarlo dell’imminente arresto non favorisce il criminale e mette in pericolo la vittima?

«E perché? L’interrogatorio dopo l’arresto, come avviene ora, non porrebbe allora gli stessi problemi? Si vedono sempre le cose dalla parte dell’accusa e mai del cittadino. Più della metà di questi arresti si rivelano poi ingiustificati. Vite rovinate, finanze squassate, carriere professionali e politiche compromesse, tutto perché pm e gip hanno agito in fretta, magari sperando che con la carcerazione preventiva l’imputato confessi e collabori. Non è un sistema liberale».

 

[…]

 

carlo nordio 9

L’abuso d’ufficio è un «reato spia». Abolirlo non depotenzia pure la lotta alla mafia?

«Il concetto di reato spia è un concetto poliziesco, ma nella dogmatica giuridica è una vuota astrazione speculativa. Un reato o c’è o non c’è. Quanto alla lotta alla mafia, si fa in ben altro modo, non con le intercettazioni a strascico».

 

I sindaci non passeranno dalla paura della firma a quella di accuse più gravi?

«E perché dovrebbero essere accusati di reati più gravi? Se un pm, dopo l’abrogazione dell’abuso di ufficio, ne inventasse uno più grave, significherebbe che non mira a scoprire, ma a colpire un bersaglio precostituito. Da ex pm lo vedrei come un sacrilegio».

 

SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM

[…] Toti resta ai domiciliari: deve dimettersi?

«Non parlo di indagini in corso».

 

Forza Italia rivendica a Silvio Berlusconi la paternità di questa riforma. Lei a chi si è ispirato?

«Non vorrei peccare di vanità ma mi sono ispirato alle cose che scrivo da trent’anni. Naturalmente le idee generali non erano farina del mio sacco, ma dei grandi liberali: Montesquieu, Locke, Voltaire. Ma le criticità della giustizia italiana e l’arretramento della politica rispetto all’invasività delle Procure, quelle sì, le predico dai tempi di Mani pulite. L’Anm lo sa benissimo, e per questo mi ha subito chiamato a rispondere davanti ai probiviri. Naturalmente li ho mandati al diavolo».

 

C’è chi sospetta che la riforma sia il suo viatico per la Corte costituzionale. È così?

«Ma non scherziamo. A parte che non ne avrei i requisiti, quando avrò portato a termine le riforme dirò alla presidente Meloni, cui sono grato per la fiducia che mi ha accordato, “Nunc dimittis servum tuum, domina”. Solo in senso politico, naturalmente.

Potrò ritornare alle mie amate letture e, finché la salute regge, allo sport».

 

2 - LO STOP ALL’ABUSO D’UFFICIO SALVA QUATTROMILA COLLETTI BIANCHI

Estratto dell’articolo G. Fosc. per “la Repubblica”

 

Giuseppe Santalucia - presidente anm

Un’amnistia per quattromila colletti bianchi. «Migliaia di pubblici ufficiali che non potranno più essere puniti per abusi e prevaricazioni: risultato, il cittadino si sentirà più solo». Il giorno dopo l’approvazione della nuova riforma della Giustizia si comincia a fare la conta: degli “spumanti aperti” dagli amministratori, per citare le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. O dei danni, a credere ai numeri dell’Associazione nazionale magistrati e, a dire il vero, alle stesse statistiche del ministero.

 

«Da oggi tutti coloro che sono stati condannati per abuso d’ufficio si rivolgeranno al giudice per chiedere l’eliminazione della condanna. È una piccola amnistia per i pubblici ufficiali: avremo 3-4 mila persone, o forse di più, che chiederanno la revoca della condanna, una piccola amnistia per i colletti bianchi.

 

CARLO NORDIO

Abrogare il reato di abuso di ufficio significa regalare uno spazio di impunità di qualunque pubblico ufficiale: questo è illiberale» ha detto il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia. «Da oggi, di fronte a un sistema di abusi e sopraffazioni, il cittadino si sentirà più solo» gli ha fatto eco il segretario, Salvatore Casciaro.

 

Effettivamente i numeri dicono che qualcosa accadrà. Cancellerà il passato per chi è già stato ritenuto colpevole: e quindi amministratori, certo. Ma anche tecnici: ingegneri di uffici pubblici, medici, professori universitari, magistrati. Ma contemporaneamente si renderanno impunite per il futuro anche fattispecie di reato che, altrimenti, non potrebbero essere colpite.

 

giuseppe santalucia

I numeri, quindi. Il ministero, per motivare la scelta di abolire l’abuso di ufficio, ha fatto notare come nel 2021 a fronte di 4.745 iscrizioni nel registro degli indagati soltanto 18 erano state le condanne in primo grado (513 erano però i procedimenti istruiti). Vero, ma questo era dovuto alla riforma Cartabia che già aveva fortemente ristretto i criteri di applicazione del reato: per dire, nel 2016 le condanne erano state cinque volte di più.

 

«Nel 2021 – fa notare in un suo lavoro Roberto Garofali, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il governo Draghi e giurista raffinato – il rapporto tra archiviazioni e numero complessivo di procedimenti definiti è assai alto: 85 per cento».

 

MARIO DRAGHI ROBERTO GAROFOLI

Ogni dieci fascicoli aperti, 8,5 venivano archiviati. «Ma è altrettanto rilevante che il dato medio nazionale è pari al 62 per cento. E che molte altre tipologie di reato hanno numeri come quelli dell’abuso. Significa che dovremmo ripensare, se non abolire, parti intere del catalogo delle incriminazioni?» si chiede Garofoli. […]

 

Tornando ai numeri è interessante anche vedere – il contributo è di una giurista milanese, Cecilia Paglia, per una tesi di dottorato del 2023 – se davvero, come hanno spiegato il Governo e il ministro, l’abolizione dell’abuso di ufficio “libererà” i pubblici amministratori dalla paura della firma.

 

carlo nordio 1

In realtà non è vero: soltanto un quarto delle sentenze sull’abuso di ufficio riguardano i sindaci (in un caso su due risultano colpevo-li), un numero assai più basso rispetto ad altri pubblici ufficiali con incarichi tecnici. Per esempio un alto numero di sentenze riguardano il settore dell’edilizia […]

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....