libero milone angelo becciu

IL MILONE E’ MATURO/2 - L’EX REVISORE DEI CONTI, LIBERO MILONE: “NON MI SONO DIMESSO VOLONTARIAMENTE: IL CAPO DELLA GENDARMERIA MI HA INTIMIDITO PER COSTRINGERMI A FIRMARE UNA LETTERA GIA’ PRONTA” - MONSIGNOR ANGELO BECCIU: “LE ACCUSE DI MILONE SONO FALSE. STAVA SPIANDO SULLE VITE DI SUOI SUPERIORI E DELLO STAFF, ME COMPRESO...”

1 - PROVE DI VATILEAKS LE FINANZE TORNANO A SCUOTERE IL VATICANO

Domenico Agasso Jr per “la Stampa”

 

LIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIOLIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

«Non mi sono dimesso volontariamente. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera già pronta». Libero Milone, l' ex revisore generale dei conti vaticani, ha raccontato la sua verità in un' intervista pubblicata ieri da Corriere della Sera, Wall Street Journal, agenzia Reuters e SkyTg24, a tre mesi dalle dimissioni.

 

L'ex controllore dei «sacri bilanci» dice di essere stato accusato di «distrazione di fondi: un peculato, come pubblico ufficiale»; sostiene che una delle due fatture che gli avevano presentato fosse fasulla: erano «indagini ambientali, per 28mila euro, per ripulire gli uffici da eventuali microspie». Inoltre, avrebbe «cercato informazioni impropriamente su esponenti vaticani».

LIBERO MILONELIBERO MILONE

 

Il sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, replica (alla Reuters): «Le accuse di Milone sono false. Stava spiando sulle vite di suoi superiori e dello staff, me compreso. Se non avesse acconsentito alle dimissioni, avremmo dovuto perseguirlo». Milone poi rivela che «hanno sequestrato documenti coperti da segreto di Stato», augurandosi che «escano dal Vaticano»: una dichiarazione resa alla vigilia dell' uscita di un libro che aprirà un nuovo Vatileaks.

 

2 - CASO MILONE, L' IRA DELLA SANTA SEDE BECCIU: SPIAVA ME E ALTRI SUPERIORI

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

DOMENICO GIANI DOMENICO GIANI

«Risulta purtroppo che l' Ufficio diretto dal dottor Libero Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede». La reazione del Vaticano è durissima, come di rado accade. Nell' intervista rilasciata a Corriere , Wall Street Journal , agenzia Reuters e Sky Tg24 , l' ex revisore generale dei conti ha detto cose pesanti: parla di «giochi loschi», sostiene di essere stato accusato falsamente di peculato, minacciato di arresto, costretto alle dimissioni dal «vecchio potere» che in Curia avrebbe «bloccato» le «intenzioni» di Francesco, il processo di riforma e trasparenza.

 

Angelo BecciuAngelo Becciu

Ma contro Milone ci sono «prove evidenti, inconfutabili», spiega alla Reuters il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani. E l' arcivescovo Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, non la manda a dire: «È andato contro tutte le regole e stava spiando le vite private dei suoi superiori e dello staff, incluso me. Se non avesse accettato di dimettersi, lo avremmo perseguito in sede penale».

 

La nota ufficiale su Milone è limata con acribia. «La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni. Egli è venuto meno all' accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall' Ufficio». Il revisore generale ha il compito di «analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate» e invece «risulta» lo spionaggio.

BERGOGLIOBERGOGLIO

 

«Questo, oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel dottor Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni». Si parla di investigazioni su cardinali e vescovi ai vertici della Curia. Milone ha raccontato che gli hanno mostrato una fattura, 28 mila euro di conti «per ripulire gli uffici da eventuali microspie», e detto che la firma non era sua e la fattura era falsa.

 

La nota vaticana replica anche alle accuse di «intimidazione» con urla e minacce: «Si assicura che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona». Monsignor Becciu, tra l' altro, ha detto alla Reuters che il Papa era stato informato dell' indagine e delle prove raccolte prima che a Milone fosse chiesto di dimettersi.

 

PAPA RATZINGER E DOMENICO GIANI PAPA RATZINGER E DOMENICO GIANI

C'è una frase dell' intervista che fa pensare, quando Milone afferma: «Spero che i documenti sequestrati il 19 giugno escano fuori dal Vaticano». Dopo la «documentazione falsa» su Emanuela Orlandi, in Vaticano si teme un' altra stagione di veleni, un nuovo Vatileaks: «È evidente che ci sono resistenze alle riforme del Papa, c' è chi vuole bloccarle facendo passare l' idea che tanto non sta cambiando niente».

 

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