BUM! L’EX VICEPRESIDENTE DEL CSM, GIOVANNI LEGNINI, E’ INDAGATO A ROMA PER ACCESSO ABUSIVO E RIVELAZIONE DEL SEGRETO D'UFFICIO IN UN RIVOLO DELL'INCHIESTA SU “EQUALIZE” E SULLA “SQUADRA FIORE”, IL SISTEMA DI SPIONAGGIO E DOSSIERAGGI SU COMMISSIONE – AVREBBE AVUTO DALL'EX COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, GIUSEPPE ZAFARANA, INFORMAZIONI RISERVATE PER UN SUO AMICO IMPRENDITORE, LORENZO SBRACCIA (ANCHE LUI INDAGATO), ORA AI DOMICILIARI PER TENTATA ESTORSIONE AGGRAVATA DAL METODO MAFIOSO - L'EX POLIZIOTTO CARMINE GALLO, AL CENTRO DELL'INCHIESTA SU “EQUALIZE”, DISSE DI AVER SAPUTO CHE LEGNINI “AVEVA UNA CASA CORAZZATA A PROVA DI INTERCETTAZIONI, CI ANDAVANO TUTTI”, MAGISTRATI, POLITICI E UOMINI D'AFFARI. E PARLO' DI UN INCONTRO TRA SBRACCIA E ZAFARANA, ALLA PRESENZA DI LEGNINI: “IL GENERALE CHIAMO' IL SUO COLLABORATORE E FECE FARE UNA SERIE DI ACCERTAMENTI, DOPODICHÉ È TORNATO E HA DETTO: 'STAI TRANQUILLO'...”
Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per “la Repubblica”
giovanni legnini commissario per la ricostruzione a ischia
“Legnini l'ha portato da Zafarana, il generale ha chiamato il suo collaboratore e gli ha fatto fare una serie di accertamenti, dopodiché è tornato e ha detto: stai tranquillo».
Parte dalle dichiarazioni di Carmine Gallo, il poliziotto poi morto al centro dell'inchiesta Equalize, un'indagine della procura di Roma che ha tra gli indagati l'ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini.
Già avvocato, sindaco, sottosegretario, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, commissario alla ricostruzione del Centro Italia e di Ischia, Legnini è indagato per accesso abusivo e rivelazione del segreto d'ufficio in un rivolo dell'inchiesta su Equalize e sulla Squadra Fiore, il sistema di spionaggio e dossieraggi su commissione. Verrà interrogato la prossima settimana.
Secondo i pm, avrebbe aiutato un amico di lunga data, l'imprenditore Lorenzo Sbraccia, facendogli ottenere informazioni riservate. Lo avrebbe anche presentato a Giuseppe Zafarana, allora comandante generale della Guardia di finanza, oggi presidente del consiglio di amministrazione di Eni.
Sbraccia – ora ai domiciliari per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso – da tempo temeva di essere indagato. Il sospetto dei pm è che Legnini gli avrebbe fatto ottenere documenti coperti da segreto. Si tratterebbe di segnalazioni di operazioni sospette, le Sos che l'Uif della Banca d'Italia trasmette alla Guardia di finanza. Anche l'imprenditore, il re del 110 per cento, risulta infatti indagato.
Di Sbraccia scrive il pm milanese Francesco De Tommasi: «Privo di scrupoli e ossessivamente proiettato verso l'acquisizione illecita di informazioni riservate da usare per proteggere sé stesso e colpire i suoi nemici». E ancora: «È il classico affarista che si muove con disinvoltura nel sottobosco della politica e delle istituzioni, tessendo rapporti ai massimi livelli, anche nelle forze dell'ordine, per ottenere protezione».
L'indagine che coinvolge Legnini nasce proprio dalle parole di Sbraccia, che confermano in parte quanto già raccontato dall'hacker di Equalize Samuele Calamucci e da Carmine Gallo, l'ex poliziotto finito al centro dell'inchiesta e morto mentre si trovava agli arresti domiciliari.
Giuseppe Zafarana - comandante generale della guardia di finanza
Gallo riferisce di aver saputo dall'immobiliarista che Legnini «aveva una casa corazzata a prova di intercettazioni, ci andavano tutti», magistrati, politici e uomini d'affari. E parla di un incontro tra l'imprenditore e Giuseppe Zafarana, alla presenza dell'ex vicepresidente del Csm. «Legnini l'ha portato da Zafarana, il generale ha chiamato il suo collaboratore e gli ha fatto fare una serie di accertamenti, dopodiché è tornato e ha detto: stai tranquillo».
Frasi che Legnini aveva liquidato come prive di fondamento, ma che ora i pm di Roma vogliono verificare. Per questo l'ex vicepresidente del Csm è stato iscritto nel registro degli indagati e sarà interrogato la prossima settimana.
GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA
«Sono totalmente estraneo alla contestazione che mi è stata formulata. Fornirò al pm con assoluta serenità tutti i chiarimenti che mi saranno richiesti e confido in una rapida definizione del procedimento», spiega a Repubblica. Anche Zafarana, quando i verbali erano stati pubblicati dalla stampa, aveva fatto sapere alla procura di Milano che le dichiarazioni di Gallo erano «prive di ogni fondamento».
Tornando a Legnini, la vicenda Sbraccia non è la sola di cui parla Calamucci. A verbale mette anche dei suoi presunti rapporti con l'ex magistrato Luca Palamara. I due si conoscevano bene perché avevano in qualche modo condiviso i tempi del Csm.
GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA
Calamucci ricorda una cena a casa dell'imprenditore Sbraccia, dove tra una portata e l'altra si sarebbe parlato anche della nomina di Legnini alla Banca Popolare di Bari. Del fatto c'è traccia nei verbali del cda, ma il progetto è naufragato per lo scandalo che ha travolto l'istituto.
Calamucci ha aggiunto che Sbraccia avrebbe pagato Palamara per favorire in magistratura la moglie di un dirigente della Popolare. Al momento, però, non sono stati trovati riscontri. […]
carmine gallo
carmine gallo
Carmine Gallo al tribunale di milano
nunzio samuele calamucci
calamucci gallo
giuseppe zafarana foto di bacco

