moskva ucraina nave mar nero sebastopoli

ARMATA LESSA - L'INCROCIATORE MOSKVA È STATO CENTRATO E AFFONDATO PER COLPA DEI DERELITTI MEZZI RUSSI: MOSCA SI DEVE ACCONTENTARE DI SISTEMI DI DIFESA AEREA VECCHI DI 50 ANNI, INADATTI A COLPIRE I MISSILI ANTI-NAVE LANCIATI DAGLI UCRAINI - I RIDICOLI TENTATIVI DI ATTRIBUIRE LA COLPA AL FATTO CHE IL SISTEMA ANTINCENDIO SIA RESPONSABILE DEL DISASTRO NON HANNO SENSO...

Andrey Gorbachevsky* per “La Stampa

*Ingegnere di sviluppo radar 

 

la nave moskva colpita 5

Attualmente è stata creata una commissione speciale del ministero della Difesa per quanto riguarda la catastrofe dell'incrociatore Moskva. A quanto pare, è già iniziata la ricerca di capri espiatori e una resa dei conti con gli ufficiali dell'incrociatore, ma con tutta probabilità saranno gli ultimi a essere incolpati del disastro. La domanda da porsi è: quali strumenti di difesa aerea dell'ammiraglia della flotta sono stati forniti dal ministero della Difesa?

 

la nave moskva colpita 3

Partiamo dai fatti: l'incrociatore è stato colpito da due missili anti-nave a bassa quota (missili anti-nave MV) «Neptune». La difesa aerea di una nave, per questo genere di missili, è tanto meno efficace quanto più i missili volano bassi. La difesa aerea del Moskva era molto obsoleta.

 

Nella parte superiore della sovrastruttura, dove si trova la plancia di comando, si trovava il radar di sorveglianza Fregat (RLS), un'antenna che ruota in un cerchio e fornisce il rilevamento di bersagli a lungo raggio. Una torre aggiuntiva si trovava dietro la sovrastruttura, su cui era installato un radar di guida missilistica di difesa aerea S-300 Fort a lungo raggio.

 

la nave moskva colpita 6

L'altezza di questa torre era inferiore all'altezza della sovrastruttura. Pertanto, la sovrastruttura oscurava l'intero settore a prua della nave al radar S-300, con la conseguenza che il sistema di difesa aerea non sarebbe stato in grado di sparare. Un altro inconveniente dell'S-300 è che ha una sola antenna, che deve essere ruotata meccanicamente nella direzione da cui proviene l'attacco.

 

la nave moskva colpita 2

Il vettore di antenne a fasi di questo radar fornisce una vista di settore di circa 100°, questo significa che il sistema di difesa aerea non era in grado di respingere un attacco simultaneo da diversi settori.

 

La nave possedeva anche un sistema di difesa aerea a corto raggio Osa, che detiene probabilmente il record di obsolescenza: 50 anni. Aspettarsi che riuscisse a intercettare i missili anti-nave MV era di fatto escluso.

 

la nave moskva colpita 1

Negli Anni 80, i missili anti-nave MV volavano a 10 metri sul livello del mare e l'S-300, sebbene con grande difficoltà, poteva colpirli. Ora, il nostro MV RCC X-35 (il prototipo del «Neptune») vola a quota 3-5 metri.

 

Le caratteristiche del «Neptune» stesso ci sono sconosciute, ma è stato sviluppato abbastanza di recente, quindi possiamo aspettarci che il sistema di controllo su di esso sia migliore rispetto al X-35 e abbia raggiunto un'altitudine di volo inferiore a 3 metri.

 

militari sopravvissuti sulla nave moskva 2

Il Kharkov Institute of Radio Electronics (centro di eccellenza ai tempi dell'Urss, ora in Ucraina, ndr) si è occupato della lotta contro i missili anti-nave MV, quindi sanno meglio di altri perché è importante ridurre le altitudini di volo. Il problema è che la superficie del mare rispecchia quella parte del raggio radar che colpisce il mare e il raggio radar finale viene sospinto verso l'alto. Di conseguenza, i missili anti-nave MV possono essere rilevati solo per alcuni chilometri, quando volano verso la nave e in quel momento il tempo per colpirli potrebbe non essere sufficiente.

 

ANTON KUPRIN - COMANDANTE DELL INCROCIATORE RUSSO MOSKVA

Per intercettare solo missili anti-nave e ridurre l'interferenza del mare, il radar deve avere un raggio molto stretto, non superiore a 0,5°.

 

Così il raggio di rilevamento dei missili anti-nave aumenterà a 10-20 km. Nel 2015, avevo inviato delle proposte per la progettazione di una stazione radar, che, a basso costo, forniva una difesa a tutto tondo, ma il ministero della Difesa non era interessato. Il sistema missilistico di difesa aerea Osa ha un raggio più ampio, quindi è sostanzialmente inadatto a colpire missili antinave.

 

attacco all incrociatore russo moskva

Lo svantaggio dell'incrociatore Moskva è che la tecnologia Stealth non viene utilizzata nel suo design. Sul ponte delle navi ci sono molte installazioni, antenne, barche, ecc., che riflettono le onde radio.

 

A causa della maggiore visibilità della nave, la testa di ricerca del missile anti-nave lo rileva a una distanza di 20-40 km e non è possibile schermare la nave anche con l'aiuto di eventuali interferenze. Si può presumere che gli ucraini, con l'aiuto di Bayraktar (il drone di fabbricazione turca, ndr), abbiano individuato il Moskva e che i missili anti-nave si siano avvicinati all'incrociatore da prua.

 

la nave moskva vista dal satellite

In quel punto l'S-300 non li vede e il sistema funziona malissimo. Circa 3 km prima della nave, i missili antinave hanno effettuato una manovra laterale e hanno colpito la fiancata. Se ci fosse stato un solo missile antinave, allora le possibilità di salvezza sarebbero state maggiori: 150 kg di testata missilistica antinave non sono in grado di affondare una nave che pesa più di 10mila tonnellate, ma con due colpi le probabilità di resistere diminuiscono nettamente.

 

missile neptun

I tentativi di attribuire la colpa al fatto che il sistema antincendio sia responsabile del disastro non hanno senso. Se i sistemi di difesa aerea sono obsoleti, gli estintori non possono fare nulla. Ci sono stati anche tentativi abbastanza ridicoli di giustificare la catastrofe: il volo missilistico anti-nave era coperto da jammer (un disturbatore di segnale, ndr) operanti dalla Romania?

 

INCROCIATORE MOSKVA

Ma uno jammer situato a una distanza di circa 200 km non ha nessuna possibilità di «coprire» un missile che ha volato meno di 10 km. Nella nostra intera flotta, solo 2 nuove fregate (del tipo dell'«Ammiraglio Gorshkov») sono in grado di offrire una qualche difesa aerea. E poiché non ci sono navi del genere sul Mar Nero, la flotta russa farebbe bene a non affacciarsi fuori dal porto di Sebastopoli.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”