
IL SOLITO VOLTAFACCIA ALL’ITALIANA: A PAROLE SIAMO ALLEATI DELL’UCRAINA, MA LE NOSTRE AZIENDE VENDONO COMPONENTI PER MISSILI ALLA RUSSIA – SECONDO KIEV, IL NOSTRO PAESE È IL SECONDO FORNITORE AL MONDO, DOPO LA CINA, DI RESINE EPOSSIDICHE, FONDAMENTALI PER PRODURRE LA FIBRA DI CARBONIO DI CUI SONO FATTI I MISSILI BALISTICI ISKANDER – IL CASO DELL’AZIENDA SIR INDUSTRIALE, DI MACHERIO, CHE HA INVIATO (E POTEVA LEGALMENTE FARLO) 232 TONNELLATE DI RESINE ALLO “STATO PRIMARIO”. LA RISPOSTA DELLA SOCIETÀ: “I NOSTRI PRODOTTI SONO IMPIEGABILI SOLO PER USO CIVILE (“NON SONO DUAL USE”)
Estratto da “Whatever it takes”, la newsletter di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
La natura umana è tale che ci siamo abituati anche alle notti dei bombardamenti russi. Al mattino assorbiamo senza sussulti le notizie sulle centinaia di droni e le decine di missili caduti sulle città, sui treni o le centrali elettriche. Per chi è lì sotto è diverso.
I sistemi di Mosca si sono evoluti al punto che l’antiaerea ucraina è riuscita ad intercettare appena il 6% della trentina di missili balistici lanciati in settembre. Gli altri hanno colpito i loro bersagli, quasi sempre civili. In agosto erano stati il doppio, in luglio quasi il triplo.
La più pericolosa tra queste armi è l’Iskander-M, una testata balistica dal raggio di cinquecento chilometri, ottocento metri al secondo di velocità, che viaggia a combustibile solido ed è in grado di eseguire manovre imprevedibili che rendono difficile anche per i Patriot americani intercettarli.
L’Iskander-M oggi rappresenta forse la minaccia più letale per l’Ucraina, alle spalle del fronte. A fine agosto è stato uno di questi proiettili a danneggiare la sede dell’Unione europea, in pieno centro a Kiev.
A metà settembre un Iskander-M è stato puntato da un’autostrada di Kaliningrad verso la Polonia per «esercitazione». Ma già da mesi l’intelligence ucraina aveva esaminato ogni componente di quel missile. Ed era giunta a una conclusione che coinvolge l’Italia e le contraddizioni della stessa Unione europea. Vediamo.
[…] Uno dei segreti dell’Iskander-M […] lo accomuna a settori che non hanno niente a che fare con il conflitto. Il suo motore è racchiuso in una sede di fibra di carbonio e dello stesso materiale è il cono posteriore da cui esce il calore fra tremila e quattromila gradi Celsius sprigionato per raggiungere una velocità supersonica.
La fibra di carbonio è più nota per l’uso nell’aerospazio, nell’aeronautica, ma anche nelle auto o nelle biciclette di lusso e nelle turbine eoliche, perché ha caratteristiche uniche: è dell’80% più rigida e del 30% più robusta e leggera di qualunque lega metallica. Ma questo materiale ha anche una resistenza alle alte temperature doppia rispetto all’acciaio e assorbe le onde radar; dunque aumenta la capacità di un missile di restare nascosto fin quando diventa tardi per intercettarlo.
Senza fibra di carbonio, non ci sarebbe l’Iskander-M.
[…] La fibra di carbonio è dunque strategica e la Russia è capace di produrla, simile a filamenti di tessuto sintetico.
All’apparato militare-industriale di Mosca manca però un segmento fondamentale della filiera: non fabbrica il collante liquido che impregna la fibra carbonio e, indurendosi in modo irreversibile con il calore, le conferisce le qualità che in un missile diventano letali.
Questo collante è assicurato da elaborati chimica di base che vanno sotto il nome di resine epossidiche. La Russia ne produce appena per l’1,5% del proprio fabbisogno. Lì si nasconde un anello nella catena militare-industriale che oggi ricopre un’importanza vitale per la guerra.
Per questo l’intelligence ucraina si è messa in cerca di esportatori di resine epossidiche verso la Russia.
Gli analisti del Consiglio di sicurezza economica di Kiev hanno esaminato migliaia di voci nei registri del commercio internazionale sotto il codice doganale “HS 3907300009”, quello delle resine epossidiche.
E sono giunti alla loro conclusione: il maggiore fornitore di questo prodotto alla Russia l’anno scorso è stato la Cina, con il 42% delle importazioni.
Surprise, surprise. Ma non è tutto. Così il Consiglio di sicurezza dell’Ucraina: «L’Italia è stata la maggiore fornitrice europea di resine epossidiche e la seconda maggiore fornitrice al mondo dopo la Cina», almeno nel periodo fra gennaio e settembre del 2024, «rappresentando il 21% delle importazioni totali di questo materiale da parte della Russia».
Anche nei primi due mesi di quest’anno si trovano una decina di spedizioni per volumi sostanziali.
Il fornitore, secondo le autorità ucraine, è uno solo: un’azienda di chimica di base di Macherio in Brianza di nome Sir Industriale, che ha circa duecento dipendenti e un’articolata presentazione sul proprio sito sull’etica legata alla responsabilità sociale d’impresa.
resine epossidiche per fibra di carbonio
«Fra gli acquirenti russi – continua il Consiglio per la sicurezza economica dell’Ucraina – si contano le imprese Uralprotekt LLC, NPP Yazpk e Prime Top LLC, tutte legate a KBM (Kolomna Engineering Bureau, ndr), l’ufficio di progettazione responsabile per il missile Iskander-M».
A questo punto ho guardato i tabulati di un registro disponibile in commercio di transazioni doganali, che potesse mostrare l’import della Russia.
Risultavano centinaia di spedizioni di prodotti chimici da parte Sir Industriale, di cui 71 spedizioni di resine epossidiche in buona parte proprio alle imprese indicate dagli ucraini. Qualche altra fornitura risultava partita dalla stessa azienda di Macherio, transitata attraverso la polacca Kamex Magazyn e consegnata sempre agli stessi clienti russi.
[…] Ho scritto a Sir Industriale. Ho […] chiesto se avessero eseguito verifiche – come oggi è possibile da fonti aperte – sull’identità dei clienti dei loro clienti.
Giusto per capire a chi altri avrebbero potuto passare le resine. In un paio di giorni mi è arrivata la risposta dell’amministratore delegato Marco Bencini, cortesissima.
Mi ha presentato vari argomenti. Il primo, indiscutibile: non esisteva alcun divieto di fornire resine epossidiche alla Russia, né nessun obbligo di svolgere verifiche sulle proprie controparti nel commercio di questi prodotti […].. Incredibile, ma vero.
lanciamissili iskander russi verso la finlandia 2
Le sanzioni sulle resine epossidiche sono scattate solo il 20 luglio scorso, dopo tre anni e mezzo di guerra; di conseguenza per un’altra settimana a partire da oggi sarà ancora perfettamente possibile per le aziende europee onorare i contratti e spedire in Russia quei prodotti, quale che possa essere il loro effetto sull’Ucraina.
Quel che ha fatto Sir Industriale – qualunque cosa abbia fatto – è legale. Peraltro, Bencini afferma che in anni di scambi non avrebbe mai percepito zone d’ombra nelle attività delle sue controparti russe («al meglio delle nostre conoscenze»).
[…]
Già, ma cosa ha fatto Sir Industriale? Bencini mi ha spiegato che ero fuori strada, perché i loro prodotti sono impiegabili solo per uso civile («non sono dual use»). Qui il manager si è scusato di entrare nel merito, perché siamo a un passaggio decisivo di questa strana vicenda.
Sir Industriale informa che esporta in Russia prodotti utilizzabili per vernici di scatolette di tonno, conserva o di manufatti in acciaio. E spiega: «Le nostre resine epossidiche non sono impiegate per ‘impregnare’ la fibra di carbonio, poiché si tratta di prodotti solidi ad alto peso molecolare», mentre per consolidare il materiale che va nei missili «si usano in genere epossidiche liquide a basso peso molecolare». In particolare, «più la catena è lunga ed il peso molecolare è elevato, più ci si allontana dallo stato liquido»: che poi sarebbe quello che serve nella fibra di carbonio degli Iskander-M.
Spiega ancora l’amministratore delegato di Sir Industriale: per la fibra di carbonio «si usano epossidiche a basso peso molecolare» perché è così che si ottengono i materiali durissimi e leggeri dei missili.
Ne deriva che le loro resine solide e dunque ad alto peso molecolare dell’azienda di Macherio non sono utilizzabili dall’apparato militare-industriale russo, ma solo da inscatolatori di pelati e simili.
[…] Ho chiesto a uno specialista di chimica di base per l’industria. Mi ha spiegato che la versione di Sir Industriale stava in piedi. Dunque, vicenda chiusa.
Poi per sicurezza ho guardato una ad una dentro le voci scaricate dalla banca dati sul registro delle importazioni russe in provenienza dall’impresa brianzola.
Nei casi in cui lo stato del materiale viene specificato – sempre che la banca dati sia corretta – risultano inviate nel 2024 da Sir Industriale verso la Russia 232 tonnellate di resine epossidiche allo stato liquido anche detto in alcuni casi «stato primario»: quello che, in teoria, si può usare per consolidare la fibra di carbonio che va (anche) negli Iskander.
resine epossidiche per fibra di carbonio
Dunque le banche dati sui registri doganali sembrano dare una versione diversa da quella del manager italiano.
Risulterebbero 18 spedizioni di resine liquide da Sir Industriali verso la Russia al costo medio di poco meno di 30 mila dollari a tonnellata: solo nel 2024, un fatturato di qualcosa più di mezzo milione di euro. In alcuni casi nello stesso giorno, o nel giro di due giorni, la banca dati mostra che Sir Industriale avrebbe venduto allo stesso cliente russo (l’azienda Uralprotekt) venti tonnellate di resina liquida e altre venti di resina solida.
Ulteriori transazioni appaiono poi dall’impresa di Macherio ai suoi clienti russi tramite la polacca Kamex Magazyn e in un caso sarebbero, di nuovo, resine liquide (ma il manager italiano spiega di non aver mai sentito parlare di questo intermediario).
[…] La morale, in questa storia, immagino non ci sia. Nulla prova che Sir Industriale abbia collaborato al programma per l’Iskander-M, tanto meno consapevolmente. L’azienda – lo ripeto – non ha violato la legge.
Non la violerebbe neanche se, entro lunedì prossimo, inviasse su contratti preesistenti da luglio grandi quantità di resine che servono a costruire quel missile. Sir è una delle tante aziende che aveva antichi rapporti con la Russia e ha continuato ad averli grazie alla lentezza e allo strabismo delle sanzioni europee: per anni si è proibito inviare a Mosca un foulard da 305 euro, ma non componenti integrabili in un’arma letale.
Peraltro Sir Industriale è trasparente, in confronto alla Starlinger & Co.: al Consiglio di sicurezza economica ucraino risulta che questa azienda austriaca avrebbe venduto in Russia nel 2024 una macchina per modellare la fibra di carbonio (altra tecnologia necessaria all’Iskander-M e altro affare del tutto legale); ma Starlinger non si è neppure curata di rispondermi, quando gliel’ho fatto notare.
Olena Yurchenko, del Consiglio di sicurezza ucraino, osserva che l’Unione europea ancora non ha messo sotto sanzioni nessuna delle aziende russe nella filiera industriale dell'Iskander-M, né in parte dei materiali. «Gli esportatori europei possono verificare i legami dei loro clienti russi con il governo o l’industria militare», dice. «E dovrebbero farlo». È una dimensione che prima non c’era: all’intelligence di Roma forse sì, ma agli analisti ucraini non sfugge più nessuna delle mosse delle imprese italiane attive a Mosca.
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ursula von der leyen mostra l edificio dell ue colpito a kiev dalle bombe russe foto lapresse
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