netanyahu pizzaballa hamas

“LA RICOSTRUZIONE A GAZA NON LA FARANNO KUSHNER O BLAIR” – IL CARDINAL PIERBATTISTA PIZZABALLA: “SERVE UN SALTO GENERAZIONALE E DECIDERE SUL FUTURO DI GAZA NON SPETTA ALLE LEADERSHIP CHE HANNO RESO LA STRISCIA UN CUMULO DI MACERIE" - "LE COSE CAMBIANO SE CI SONO LEADER CON UNA VISIONE CHE LE PORTANO AVANTI E SANNO UNIRE I RISPETTIVI POPOLI. LE CAUSE DEL CONFLITTO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI IN QUESTI DUE ANNI SONO STATE NARRATE DA HAMAS E DAI COLONI”

Estratto dell’articolo di Giacomo Galeazzi per “La Stampa”

 

il messaggio di pizzaballa alla mostra del cinema di venezia

«Gaza volta pagina ma serve un salto generazionale e decidere sul suo futuro non spetta alle leadership che hanno reso la Striscia un cumulo di macerie», afferma il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, membro in Vaticano dei dicasteri per le Chiese Orientali e per l’Unità dei Cristiani, figura di riferimento dell’intera cristianità in Terra Santa: «La ricostruzione di Gaza non la faranno Kushner o Blair.

 

La ricostruzione vera la faranno quei volontari che nel territorio, uno dopo l’altro, sporcandosi le mani saranno capaci di ricostruire il tessuto civile e umano che la guerra ha distrutto».

 

netanyahu hamas

“Osare la pace” come recita l’incontro di Sant’Egidio del quale è relatore, è una sfida anche religiosa?

«[…] Aprire una nuova fase significa includere tutto ciò che è avvenuto affinché sia d’aiuto a ricostruire partendo proprio dal superamento della incomprensioni che abbiamo sofferto in uno periodo fatto di lacrime, sangue, sofferenza, distruzione, speranze più volte deluse, progetti infranti di pace e di giustizia».

 

Inizia la ricostruzione?

«Siamo alle prese con macerie umane oltreché materiali. Scuole, ospedali, case non esistono più. C’è un odio che è stato scatenato dalla guerra e che a sua volta ne ha generato di nuovo. E l’odio ti distrugge dentro e distrugge anche l’altro. Quindi ora c’è tutto da ricostruire, a partire dalla fiducia. Perché l’odio distrugge la fiducia ed è impossibile ricostruire senza un minimo di fiducia nel futuro, negli altri, nella famiglia, nell’intero tessuto sociale».

 

esecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza 2

Quella a Gaza è stata anche una guerra di parole?

«Giustizia, pace e verità non possono essere separate. Ma la verità è spesso mancata in un periodo così doloroso. Ciascuno aveva la sua verità e non voleva rapportarsi agli altri e invece la verità deve tenerne conto. In un contesto del genere la verità è molto difficile però vanno ascoltate tutte le voci […]».

 

Che tipo di pace c’è adesso nella Striscia?

«Una pace da implementare, che è stata anche frutto di multilateralismo e che ora va fatta funzionare. Non ci sono i bombardamenti come prima, non c’è l’operazione di prima ma è una tregua molto fragile, con continui scontri, provocazioni.

 

Pierbattista Pizzaballa Teofilo III

Al summit di Sharm el-Sheikh hanno firmato anche molti paesi arabi, C’è stato un coinvolgimento, una determinazione comune che hanno condotto alla conclusione della guerra o almeno di questa fase della guerra.

 

È logico domandarsi perché ora e non prima, ma lo è ancora di più chiedersi cosa fare adesso e come ricostruire la società. […]».

 

Quale ruolo ai cristiani?

«Oltre a quello offerto dai cristiani, ci sono in Terra Santa tanti altri esempi di convivenza. Il nostro compito più che mediare e “pontificare” nel senso di creare ponti è facilitare, aiutare nella comprensione, favorire occasioni di incontro, formare una sorta di coordinamento per ricostruire le relazioni indispensabili. Si è conclusa una fase, la situazione non potrà essere come prima. Due anni non possono essere dimenticati, ma non possono neanche diventare recriminazione l’uno contro l’altro».

 

esecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza

Leone ha offerto il Vaticano come luogo in cui i nemici possano incontrarsi.

«La Santa Sede può aiutare la pace, può essere uno spazio per il dialogo così come sono utili tutte le altre realtà dove ci si possa incontrare. È necessario creare una rete. Non solo la Santa Sede ma le Chiese, le realtà religiose […] Finora, invece, abbiamo lasciato la narrativa solo agli estremisti».

 

Serve essere neutrali?

«Neutrale non significa essere “super partes”. Quando c’è una guerra tu devi stare lì, devi essere dentro. Il periodo peggiore è stato quello dei primi sei mesi. Ci è voluto tempo per comprendere la portata di quello che stava avvenendo. L’ecumenismo è un problema occidentale, da noi in Terra Santa già si sta insieme tra cristiani delle diverse confessioni.

 

il cardinale Pierbattista Pizzaballa con la kefiah a betlemme

La pace disarmata e disarmante di cui parla il Papa è molto più dell’assenza di guerra. Nel dialogo tra le religioni occorre partire dal fallimento sperimentato in questi due anni per superarlo, andare oltre, crescere nella comprensione reciproca. Le cause del conflitto tra israeliani e palestinesi sono state narrate da Hamas e dai coloni».

 

Quali sono gli ostacoli?

«Le divisioni tra israeliani e palestinesi sono forti e in questo momento non si intravede una leadership con una visione sia politica sia religiosa. Solo una pacificazione autentica silenzia in maniera durevole i rumori di guerra e la vuota retorica dei potenti. […] Le cose non cambiano da sole. Cambiano se ci sono leader con una visione che le portano avanti e sanno unire i rispettivi popoli. L’odio che si è scatenato, che ci ha invaso ha creato un distacco profondo nelle relazioni tra le persone. Dobbiamo fare un salto nel dialogo tra le fedi che è tra i punti del piano di Trump».

 

Il silenzio è un rischio?

esecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza

«Tra non molto tempo i mass media smetteranno di parlare di Gaza e quindi il mondo smetterà di vedere la Striscia ma lì rimarrà la gente, senza case, scuole ospedali, senza nulla. Ed essere presenti lì sarà ancora più necessario. […] Il primo obiettivo è stabilizzare l’area. Non si può separare Gaza dalla Cisgiordania, sono parti di uno stesso popolo. La Cisgiordania è un nodo centrale. Non bisogna cedere alla logica del conflitto. Va difesa la possibilità di parlare una lingua diversa rispetto a quella delle armi».

miliziani di hamas fanno passare le auto della croce rossa a gazamiliziani di hamas pattugliano il territorio della striscia di gazacarabinieri al valico di rafah carabinieri al valico di rafah netanyahu al funerale dei tre studenti uccisi da hamas

IL GIURAMENTO DI PIERBATTISTA PIZZABALLA AL CONCLAVE il giuramento di pierbattista pizzaballa prima del conclave PIERBATTISTA PIZZABALLAil cardinale Pierbattista Pizzaballa con la kefiah a betlemme

NETANYAHU RAPPRESENTATO COME UN VAMPIRO - SCAMBIO DI OSTAGGI DI HAMAS

 

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