donne contro weinstein

“LA SUA VITA È DISTRUTTA” – DONNA ROTUNNO, AVVOCATO DI HARVEY WEINSTEIN, ASFALTA LE ACCUSATRICI DEL MANDRILLONE E PASSA AL CONTRATTACCO: “POSSIAMO AVERE UN VERDETTO DI NON COLPEVOLEZZA, MA NON RIUSCIRÀ MAI PIÙ A ESSERE HARVEY WEINSTEIN” – “ QUELLE DONNE CHE DICONO DI NON AVER AVUTO ALTERNATIVE AVEVANO UNA SCELTA E L’HANNO FATTA. SE SI FOSSERO TROVATE DAVVERO IN UNA POSIZIONE CHE LE METTEVA A DISAGIO ALLORA…”

Alessandro Zoppo per "www.ilgiornale.it"

 

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La vita di Harvey Weinstein, il produttore accusato di aver molestato più di 75 donne in un arco di circa 30 anni, è stata “rovinata” dal Movimento #MeToo.

Lo sostiene Donna Rotunno, la legale che difende il mogul nel processo che lo vedrà presto a giudizio.

 

Intervistata da Gayle King nel corso della trasmissione CBS This Morning, l’avvocato ha affermato che Weinstein è stato privato dei suoi diritti. “Qualunque cosa accada – spiega la Rotunno nel programma – Harvey Weinstein pagherà il prezzo più alto che ci sia. Anche se vince, la sua vita è stata distrutta, rovesciata, danneggiata.

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E che si tratti di lui o di altri, questo è un fatto. E il fatto è che non importa cosa facciamo: possiamo uscire da quell’aula con un verdetto di non colpevolezza e portarlo fuori su quei gradini, ma non riuscirà mai più ad essere Harvey Weinstein”.

 

Il processo per molestie contro il produttore è iniziato dopo la decisione del giudice James Burke di non archiviare le accuse. Weinstein deve rispondere di cinque capi di imputazione per incontri sessuali non consensuali con due donne. Donna Rotunno ritiene che le accusatrici non siano credibili.

 

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L’avvocato di Harvey Weinstein: “Privato dei suoi diritti”

“Ogni volta che parliamo di uomini e donne in circostanze sessuali – dichiara la legale nell’intervista – penso che dobbiamo considerare il fatto che c’è sempre un’area grigia. Ci sono linee di confine poco chiare e poi, a volte, una parte si allontana da un evento e si percepisce in maniera diversa dall’altra”.

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Le vittime, secondo l’avvocato, avevano “una scelta”. “Divento frustrata – commenta – quando ascolto questo tipo di testimonianze e sento le donne dire: ‘Beh, non avevo scelta’. No, avevi una scelta e hai fatto una scelta”. “Se si fossero trovate davvero in una posizione che le metteva a disagio – aggiunge la Rotunno –, allora la prima cosa da fare sarebbe stato segnalarlo: sarebbero dovute andare dalla polizia”.

 

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Il suo ultimo pensiero è, infine, per il Movimento #MeToo. “Quello che mi infastidisce del #MeToo – conclude l’avvocato – è che permette al giudizio dell’opinione pubblica di assumere il controllo della narrazione. E quando non puoi uscire allo scoperto e correggere o sfidare quella narrazione, ti mette in una posizione in cui sei privato dei tuoi diritti”.

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