
"LA VERITÀ SU EMANUELA ORLANDI È IN UNA CASSAFORTE SEGRETA IN VATICANO" - LA "TESTE" SOPHIE PARLA DI ORGE CON ALCUNI PRELATI, CITA IL BOSS RENATINO DE PEDIS (“LA CHIAVE DI TUTTO QUESTO STA NEL LEGAME TRA LA SCUOLA DI MUSICA FREQUENTATA DALLA ORLANDI E L'ESPONENTE DELLA BANDA DELLA MAGLIANA”) - “EMANUELA È AL CENTRO DI UN PROFONDO TABÙ, LE CUI CONSEGUENZE PER IL VATICANO SAREBBERO SENZA PRECEDENTI, SE LA VERITÀ VENISSE FINALMENTE A GALLA”
Gianluigi Nuzzi per “Specchio – La Stampa” - Estratti
Nell'ottobre del 2021 le email di Sophie con presunti dettagli sulla scomparsa di Emanuela Orlandi si fanno più frequenti. In alcuni giorni ne arrivano anche un paio in poche ore. In ognuna si trovano delle verità sconvolgenti e la giovane francese ricorda sempre come i testi, le indiscrezioni, le valutazioni siano condivise con il vertice della curia di Avignone.
Negli scritti Sophie scrive in prima persona come fosse Emanuela, anche sul giorno della scomparsa: «Durante il tragitto ho incrociato una macchina, mi sono avvicinato, dentro c'erano monsignor Vergari (all'epoca rettore della basilica di sant'Apollinare risultato poi estraneo ai fatti, nda) e un altro uomo. Li conoscevo bene entrambi. L'altro uomo era Enrico De Pedis (esponente della banda della Magliana deceduto incensurato, nda), qualcuno che avevo già incontrato alla scuola di musica.
Mi offrì un lavoro come venditrice di cosmetici a un evento la settimana successiva. C'erano molti soldi da guadagnare. Ero felice, ma dissi che avevo bisogno di sapere se mia madre avrebbe accettato. Pensavo che avrebbe detto di sì perché Natalina conosceva Avon.
Monsignor Vergari mi chiese se avessi accettato di fargli un favore quella sera stessa: preparare una messa dopo la lezione di musica. Ovviamente ho detto di sì. Sapevo che mamma e papà sarebbero stati d'accordo. Fu concordato che Enrico De Pedis sarebbe venuto a prendermi alla fine del corso per portarmi da monsignor Vergari, al quale avrei dovuto dare la risposta del lavoro».
Sophie indica le relazioni amicali di Emanuela, presunti dettagli di famiglia, gli amici che erano con lei poche ore prima della scomparsa: «Prima della fine della lezione ho chiesto di uscire per un impegno, Ho raggiunto i miei amici dell'autobus e abbiamo chiacchierato un po' ma non sono salita, ho dovuto aspettare Enrico De Pedis. Mentre aspettavo, Katy si è avvicinata a me e siamo state interrotte dall'arrivo della macchina di De Pedis. Era solo dentro. Salutai Katy e salii».
Sophie accusa anche il Vaticano: «Nei giardini vaticani, mi è capitato di essere infastidita da X (cardinale tutt'ora in vita, nda). A volte era sgradevole e mi parlava molto del Medio Oriente. Ne parlai con un amico. Lo rividi più tardi, durante le orge successive, e capii… C'è un luogo in Vaticano, protetto in una cassaforte, dove è archiviato un fascicolo riguardante il caso Orlandi.
Questo dossier è vietato alla consultazione, comprende tutti gli scambi telefonici sulla linea 158, gli scambi avvenuti prima dell'istituzione della linea diretta (a partire dalla sera stessa del sequestro) più il contenuto degli incontri riservati avvenuti presso la Santa Sede, nei giorni successivi alla scomparsa di Emanuela. Emanuela è al centro di un profondo tabù, le cui conseguenze per il Vaticano sarebbero senza precedenti, se la verità venisse finalmente a galla. In seguito a questo annuncio e dopo aver ascoltato il discernimento di Monsignor Y (l'alto prelato di Avignone da me incontrato nell'iniziale viaggio in Francia, nda) riguardo a tutta questa situazione, ho ricevuto sempre più informazioni, in particolare su dove è sepolta".
Decido di condividere le informazioni con chi è vicino a Pietro Orlandi ma in quelle settimane di fine 2021 Sophie si mostra sempre più preoccupata: «Volevo avvisarti – con il consenso di monsignor Y (alto prelato di Avignone, nda) – che da quando sono venuta in visita a Milano, sembra che alcuni uomini abbiano iniziato a curiosare nei dintorni della mia casa. Questa situazione si è aggravata notevolmente nelle ultime ore. Aspettano il via libera dai mandanti? È un tentativo di mettermi pressione? (...) A seguito dell'invio delle testimonianze temo di essere rapita. Come ultima speranza, potete aiutarmi? Monsignor Y è stato evidentemente avvisato della situazione e dell'invio di questa email».
La mia risposta è lapidaria: «Buonasera Sophie, ho dato a Pietro tutte le tue informazioni, domani avrò le risposte. Non nascondo che la mancanza di risposte alle quattro domande ha un po' smorzato le speranze. Per decenni la famiglia Orlandi ha ricevuto stimoli di ogni tipo da persone spinte da motivazioni di ogni genere (...) Certamente, se il vescovo ti liberasse dalle sue paure, dato lo spirito nobile del suo gesto, anche senza porre questioni dirette, forse lei riuscirebbe comunque a porre almeno alcune di queste domande... Arrivederci».
L'indomani la svolta. Dai familiari di Emanuela ricevo la risposta a questa marea di retroscena o presunti tali che giro direttamente a Sophie: «Il fratello di Emanuela osserva che si tratta di notizie già pubblicate sui media. In particolare, aggiunge che alcune di queste notizie non corrispondono al vero e sono state smentite dalla famiglia quando sono uscite. Cosa dovrei pensare?».
Sophie non si perde d'animo: «Non è di mia responsabilità. Secondo Padre Pio, tuttavia, alcune delle informazioni fornite sono inedite per questo caso. Personalmente non lo so. Posso trasmettervi solo ciò che ricevo, con tutta umiltà. Riguardo al fatto che ci siano elementi falsi, mi dispiace per questa delusione del fratello di Emanuela, purtroppo non sono in grado di darti una risposta, perché non l'ho io stessa.
L'unica spiegazione possibile, a mio parere, sarebbe che il demone fosse presente nel bel mezzo di questa missione e in alcune indicazioni ricevute, il che non sarebbe impossibile data la posta in gioco. Forse io stessa, a volte, ho mancato di cautela nelle mie rivelazioni. Non tutte le informazioni sono state trasmesse contemporaneamente. Considerata la stanchezza e le difficoltà delle ultime settimane, è possibile che abbia mancato di cautela. Mi scuso se è così, rimane difficile da dire.
pietro orlandi, fratello di emanuela orlandi
Credo, signor Nuzzi, di aver fatto del mio meglio e di più per fare ciò che Emanuela chiede, vale a dire incontrare suo fratello. Mi rendo conto che questa persona sta soffrendo molto e che la sua lotta sia terribile. Ti assicuro che non voglio aggiungere altro alla sua sofferenza. Penso che ormai siano già abbastanza le persone che soffrono a causa di tutta questa faccenda. Non c'è bisogno di aggiungere nulla.
Molte persone sono soggette a un abominevole codice del silenzio. Molte persone hanno paura e lo capisco, ma so che la chiave di tutto questo sta nel legame tra la scuola di musica e De Pedis.
Posso ben immaginare la vostra confusione e senza dubbio anche quella del signor Pietro, ma il mio interesse in questa questione non è mai stato personale, è sempre stato per la Chiesa. Non essendo nata al momento di questa vicenda, non ho alcun interesse a riguardo. Questo mi sembra ovvio. Penso di aver dato il massimo durante i miei viaggi in Italia.
Mi chiedi cosa dovresti pensare? Non posso dirtelo, perché credo che solo il tuo discernimento con lo Spirito Santo possa darti le risposte. Ci auguriamo sinceramente che venga a galla la verità su quanto accaduto a Emanuela. Questa mi sembra la cosa principale. In comunione di preghiere, Sophie". E – almeno – su questa speranza siamo tutti d'accordo.
APPUNTI DEL SISMI SU EMANUELA ORLANDI
sit in in vaticano per emanuela orlandi 3
la serie vatican girl sulla scomparsa di emanuela orlandi 4
IDENTIKIT DELL UOMO CHE FU VISTO PARLARE CON EMANUELA LA SERA DEL SUO RAPIMENTO
renatino de pedis
EMANUELA ORLANDI
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