LACERENZA, MEGLIO SENZA! - L'EX PROPRIETARIO DELLA GINTONERIA, CHE OSTENTAVA RICCHEZZA TRA COCAINA E BOTTIGLIE DI CHAMPAGNE, SOTTOPAGAVA I DIPENDENTI A CUI, DOPO MESI DALLA CHIUSURA DEL LOCALE, MANCANO IL TFR E GLI ULTIMI STIPENDI - A LORO CI DOVRA' PENSARE L'INPS (TANTO PAGA SEMPRE PANTALONE), MENTRE LACERENZA E LA SUA SODALE STEFANIA NOBILE, DOPO UN PERIODO AI DOMICILIARI, HANNO PATTEGGIATO UNA CONDANNA PER L'ACCUSA DI SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE E SPACCIO...
Michele Mezzanzanica per www.ilgiorno.it
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Scomodare Gobetti per commentare le miserie finanziarie e morali di Davide Lacerenza e Stefania Nobile è forse troppo (per Gobetti), eppure c’è molto di autobiografia di una nazione nelle vicende della Gintoneria.
Tralasciando il capitolo giudiziario, che in ogni caso tra prostituzione e spaccio è alquanto rilevante, colpisce la strafottenza del lusso ostentato, in aperto e dichiarato sfregio “ai poveri”, con tanto di scene plateali di banconote gettate a terra. C’è modo e modo di essere ricchi e questo, non esattamente il più elegante, sembra piuttosto in voga ultimamente.
COCAINA ALL INTERNO DELLA GINTONERIA DI DAVIDE LACERENZA
Così come quello di sottopagare i dipendenti, perché chi è ricco deve diventare sempre più ricco e deve farlo anche sulle spalle di chi lavora per lui. Fino a quando a furia di tirare, la corda si spezza, salta il banco e i primi a rimetterci sono loro, i camerieri tuttofare che del vorticoso giro di denaro del locale intascavano meno delle briciole.
Mancano Tfr e ultimi stipendi, non li hanno ricevuti. Ma niente paura, per fortuna (loro) interviene l’Inps. Così si completa l’autobiografia perfetta della nazione. Frizzi e lazzi privati, poi finita la festa il conto lo paga lo Stato, quello brutto e cattivo che pretende le tasse.

