
ANCHE LE LANGHE HANNO IL LORO MADOFF – IL BROKER DI ALBA, MASSIMO DIOTTI, È AI DOMICILIARI CON L’ACCUSA DI AVERE TRUFFATO UNA DECINA DI CLIENTI E DI AVER REIMPIEGATO I LORO SOLDI (CIRCA 20 MILIONI DI EURO) NELLA SUA AZIENDA AGRICOLA. LA PROCURA DI ASTI GLI HA SEQUESTRATO OLTRE 2 MILIONI DI EURO, TRA CONTANTI E IMMOBILI, TRA CUI ALCUNI VIGNETI E UNA CASCINA - LE VITTIME: “OGGI, SE CI PENSO, MI DO DELLA COGLIONA, MI VERGOGNO”, “ERA UN FENOMENO NEL CREARE DIPENDENZE” – IL TRUCCO DI DIOTTI? LA CATENA DELLO “SCHEMA PONZI”: I RISPARMI DEI NUOVI CLIENTI SERVIVANO A TENERE IN PIEDI IL RAGGIRO AI DANNI DI QUELLI PIÙ VECCHI…
Estratto dell’articolo di Massimiliano Peggio per “la Stampa”
«Un incantatore di serpenti. Che rabbia vederlo andare in giro per Alba a fare la bella vita con i nostri soldi, su una Porsche rosa presa a noleggio. Quando già circolavano i primi sospetti, la scorsa estate, lui non si nascondeva. Anzi, minacciava ritorsioni contro chi osava sfidarlo. Fino all'ultimo voleva rabbonirci».
Che terremoto ad Alba, nella ricchissima città dei tartufi, del Barolo e del cioccolato. Da anni un eccentrico broker, anche produttore e commerciante di vino, raccoglieva soldi e risparmi promettendo rendimenti sicuri e profittevoli.
«Fidati, vedrai che guadagni» diceva. «Oggi, se ci penso, mi do della cogl...na. Mi guardo allo specchio e mi vergogno di quello che vedo» dice un'ex cliente. […] «era un fenomeno nel creare dipendenza. Tutti noi pendevamo dalle sue labbra. Ci nutrivamo delle sue bugie».
Il Madoff delle Langhe si chiama Massimo Diotti. Un cinquantacinquenne in splendida forma. Da alcuni giorni è agli arresti domiciliari nella sua bella casa con vista colline, accusato di aver truffato una decina di clienti e di aver reimpiegato i loro soldi nelle sue proprietà, incrementando i poderi dell'azienda agricola San Matteo, costruita dal bisnonno a Gavi, in provincia di Alessandria.
La procura di Asti gli ha sequestrato un gruzzolo di oltre 2 milioni di euro, tra contanti e immobili, tra cui alcuni vigneti e una cascina, la Cascina Roma, tenuta di fine dell'Ottocento trasformata nel 2018 in bed and breakfast.
Più un paio di trattori, una Bmw in uso alla moglie, anche lei indagata, e la sua adorata Harley Davidson, con la quale scorrazzava con un folto gruppo di amici bikers sulle strade soleggiate delle Langhe e del Monferrato, facendo tappa talvolta nelle sale dei ristoranti stellati. «Già, con i nostri soldi», dicono i truffati.
Una montagna di denaro secondo le querele che stanno fioccando in procura. A giudizio degli avvocati che assistono le vittime gli ammanchi sarebbero ben più gravi, almeno un paio di decine di milioni. […]
Ma visto che molti di questi raggiri sarebbero stati commessi anni fa, c'è il rischio delle prescrizioni. Oggi, dopo l'esecuzione dei sequestri e dell'arresto, su richiesta del pm Stefano Cotti che sta coordinando le indagini, sono caduti tutti i veli. E quell'aura di uomo affabile piacione, sempre disponibile, si è dissolta.
«Anni fa era direttore in una filiale della Banca d'Alba, tutti si fidavano di lui». La Banca D'Alba è il forziere delle Langhe, un'istituzione quasi sacrale da queste parti, custode di molte fatiche di imprenditori e agricoltori che negli anni hanno trasformato queste terre di malora in eldorado. Poi, una dozzina di anni fa, stando a quanto hanno ricostruito gli investigatori, lui ha lasciato la sua vecchia banca per diventare consulente finanziario di Fideuram […]
Nel trasferimento si è portato con sé un pacchetto clienti di circa un centinaio di persone. Ma non tutti i patrimoni sono finiti nei conti della Fideuram, che nei mesi scorsi, dopo le prime avvisaglie di guai, ha interrotto con forza ogni collaborazione, congelando la consulenza.
[…] Quanta abilità, questo Madoff delle colline. Pare, si racconta in città, che tra i truffati ci siano anche persone che lui ha conosciuto da bambino, amici di famiglia, del padre. Gente che si è ritrovata spogliata e che ora fatica ad ammetterlo pubblicamente.
Il suo trucco? Il più antico delle truffe finanziare. La catena dello schema Ponzi: i risparmi dei nuovi clienti servivano a tenere in piedi il raggiro ai danni di quelli più vecchi. I soldi non venivano investiti ma prosciugati via via. E con un tocco di Photoshop, sfornava rendiconti fantasiosi, farciti di segni positivi.
controlli della guardia di finanza
Alla fine, il castello di carta è crollato, quando le richieste di rimborso si sono fatte pressanti. Una ragazza, convinta di ereditare un patrimonio dopo la morte del nonno, ha trovato i conti svuotati. «Gli ho pagato la bella vita» dice una signora che ha scoperto di avergli foraggiato l'acquisto della Bmw usata dalla moglie. «Se l'avessi saputo me la sarei comprata io quell'auto».
Lei, commerciante in pensione, aveva avuto Diotti tra i suoi clienti. Dice: «Francamente non mi sembrava particolarmente furbo a prima vista, ma aveva fama di broker abile. Così mi sono affidata alle sue consulenze. Ma l'ho subito sgamato». Come? «Mi faceva vedere rendimenti fasulli. Per errore me ne ha mostrato uno con i segni meno. Non ci ho visto più e sono andata subito a denunciarlo».
Un giorno, il broker delle Langhe ha persino raccontato al telefono che stava aiutando un cliente ad affrontare un ciclo di chemioterapia. «Un cuore grande per finta». Tra i clienti che hanno dato il via all'inchiesta, qualcuno ha anche fatto l'investigatore. E ne ha scoperte delle belle. Viaggi, feste. Anche una società che aveva sede in piazza Ferrero. Insomma, bastava evocare quell'indirizzo per non aggiungere altro.