
LA LIBIA NEL CAOS, E L’ITALIA PAGHERÀ LE CONSEGUENZE – A TRIPOLI È IN CORSO UNA VIOLENTISSIMA FAIDA TRA IL GOVERNO DI DBEIBEH E LE MILIZIE RADA DI ALMASRI (IL TORTURATORE RILASCIATO DAL GOVERNO ITALIANO E RIMPATRIATO CON VOLO DI STATO). TUTTO È COMINCIATO A MAGGIO, CON L’UCCISIONE DI ABDEL GHANI AL-KIKLI (ALIAS GHENIWA), COMANDANTE DI UNA DELLE MILIZIE PIÙ POTENTI DELLA CAPITALE. DA QUEL GIORNO LA VIOLENZA È DILAGATA – LE TRAME DI HAFTAR, CHE PREPARA LA SUCCESSIONE E DIALOGA CON L’EX NEMICO ERDOGAN, E LA SOLITA, INUTILE, STRATEGIA DELLE NAZIONI UNITE…
Estratto dell’articolo di Youssef Hassan Holgado per “Domani”
Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh - Recep Tayyip Erdogan - Giorgia Meloni
Più di cento morti in tre mesi, sparatorie nei sobborghi della capitale, agguati contro i capi milizia, riposizionamenti di gruppi armati che si muovono a seconda di dove si sposta lo scettro del potere. A Tripoli è tornata la spirale di violenza che riporta alla mente gli anni della guerra civile post uccisione del rais Muhammar Gheddafi.
Oltre il caso Osama Njeem Almasri, il torturatore libico scarcerato dalle autorità italiane nonostante il mandato di cattura per crimini di guerra, il paese è di nuovo nel caos. Da mesi in Tripolitania e Cirenaica, leader politici occidentali e arabi stanno portando avanti incontri diplomatici paralleli per scongiurare la guerra civile, tutelare i propri interessi economici ed energetici, e provare a portare il paese fuori dal pantano politico.
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Il 21 agosto scorso l’Onu ha tracciato la sua roadmap per creare un governo ad interim e arrivare a nuove elezioni nei prossimi 12-18 mesi.
Sembra essere l’ultimo tentativo per riportare il paese sui binari della transizione politica iniziata anni fa ma mai conclusa.
[…] L’area più calda è quella intorno a Tripoli, dove le forze militari governative, e le loro milizie alleate, sono in stato di massima allerta. La capitale è nelle mani del governo di unità nazionale (Gun) riconosciuto dalle Nazioni unite e guidato da Abdel Hamid Dbeibeh.
Uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - Gheniwa
La situazione è esplosa a metà maggio con l’omicidio di Abdel Ghani al-Kikli (alias Gheniwa), comandante dello Stability support apparatus, una delle milizie più potenti nella capitale. Da quel giorno la violenza è dilagata.
Il gruppo di Gheniwa si è scontrato con la Brigata 444 (un’unità dell’esercito regolare ma anche una milizia). Risultato finale: circa 90 morti e la vittoria delle forze governative.
Secondo diverse fonti libiche da quel giorno parte delle milizie di Gheniwa sono confluite nelle Forze speciali di deterrenza (Rada), la nota milizia del leader Abdul Raouf Kara di cui Almasri è uno dei vertici.
Oggi le Rada controllano circa un quarto della capitale, tra cui lo snodo strategico dell’aeroporto di Mitiga. Sono diventate un avversario scomodo per Dbeibeh che, nelle ultime settimane, ha provato a fare terra bruciata intorno al gruppo. Ad Almasri è stata tolta l’autorità sulla polizia giudiziaria e la milizia è stata messa «fuori legge». Dbeibeh ha chiesto ai miliziani di sottomettersi alle regole dello stato e ai vertici di consegnarsi alle autorità. Appello rimasto inascoltato.
Dopo settimane di tensioni, dichiarazioni di fuoco e dispiegamento di forze in giro per Tripoli si è arrivati al 29 agosto, quando è stato lanciato un altro ultimatum. Questa volta da parte della Forza di imposizione della legge, affiliata al ministero della Difesa del Gun. In un comunicato la Forza ha chiesto la consegna dei latitanti della milizia di Gheniwa e la consegna delle nuove reclute della polizia giudiziaria e dei vertici coinvolti in stupri e torture. Se tutto questo non avverrà la risposta sarà «decisa e con i mezzi necessari».
Le forze militari governative si stanno posizionando a Tajoura, a est di Tripoli e a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Mitiga (roccaforte delle Rada). Ma gli abitanti si sono opposti alla presenza di qualsiasi forza armata nei campi militari della città e hanno chiesto alla milizia dell’area di proteggerli da qualsiasi violazione. Il rischio che scoppi l’ennesimo scontro armato è più che reale.
Uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - Gheniwa
Solo qualche giorno prima, il 24 agosto, almeno 12 persone sono rimaste uccise in una serie di scontri armati a ovest di Tripoli. La violenza è esplosa dopo il tentato assassinio di Muammar al-Dawi, influente comandante della 55ª Brigata. Al-Dawi, che opera nella periferia occidentale di Tripoli, è un altro uomo fedele a Dbeibeh. Finora nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità del tentato omicidio.
Alla fine di luglio un altro leader militare di spicco, Ramzi al-Lafaa, è stato ucciso a sud-ovest Tripoli, e Al-Dawi era stato ritenuto responsabile di quella morte.
[…] La violenza delle ultime settimane è il risultato inevitabile di un paese che da anni è diviso in due centri di potere con decine di milizie che tengono in piedi un fragile equilibrio. A spostare l’ago della bilancia sono i grandi attori internazionali, la Turchia fra tutte. Finora il premier Dbeibeh ha goduto della protezione del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ma Ankara ha da tempo iniziato un percorso per instaurare anche rapporti diplomatici con i vertici della Cirenaica.
Khalifa Haftar matteo piantedosi a bengasi
L’obiettivo è di garantirsi l’accordo marittimo approvato nel 2019 e poi mai ratificato, che tanto fa arrabbiare Grecia ed Egitto e favorisce gli interessi economici ed energetici dei turchi.
A Est, invece, il governo guidato da Osama Hammad, ha accolto con soddisfazione la nuova roadmap tracciata dall’Onu. Ma in realtà, nella Cirenaica il potere è nelle mani del potente generale dell’esercito nazionale libico Khalifa Haftar che, oramai anziano e acciaccato da diversi problemi di salute, sta portando a compimento la successione militare ai suoi figli.
La scorsa settimana Khaled Haftar è stato nominato capo di Stato maggiore dell’esercito, mentre il fratello Saddam Haftar – uno degli interlocutori principali del governo di Giorgia Meloni – guiderà lo Stato maggiore della difesa.
SADDAM HAFTAR CON LUCIANO PORTOLANO
A Tripoli la notizia ha scatenato una dura reazione e l’Alto consiglio di stato libico, l’organo legislativo e consultivo di Tripoli, ha chiesto alla missione Onu in Libia (Unsmil) di disconoscere le nomine dei due fratelli. […]
La proposta dell’inviata Onu prevede: la formazione, entro due mesi, di un nuovo esecutivo ad interim attraverso un procedimento negoziato che porti il popolo alle urne; una riforma elettorale che consenta lo svolgimento di elezioni presidenziali e legislative; la creazione di una piattaforma di dialogo per far accrescere la partecipazione della cittadinanza libica al processo politico. E proprio mentre Tetteh stava presentando il piano, a Tripoli è stato sparato un razzo nelle vicinanze della sede Onu. Un segnale chiaro della «buona volontà» delle parti. […]
saddam haftar 1
a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah
al kikli finale campionato libico roma
giorgia meloni e il generale khalifa haftar
ABDULHAMID DBEIBAH
INCONTRO AL VIMINALE TRA SADDAM HAFTAR E MATTEO PIANTEDOSI
saddam haftar
SADDAM HAFTAR CON MATTEO PIANTEDOSI
giorgia meloni e il generale khalifa haftar
abdul ghani al kikli in una foto scattata in italia
Abdul Ghani Al-Kikli in piedi con Adel Juma, ministro degli Interni, e una delegazione di alto livello
abdul ghani al kikli in ospedale per visitare adel juma
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
almasri picchia e uccide un uomo per strada a tripoli 6