“CECATO”, MA CON LA PISTOLA – CACCIA DEI ROS ALL’ARSENALE DELLA BANDA CARMINATI, TRA MAKAROV CALIBRO 9 SILENZIATA CHE “NON SENTI NEANCHE IL CLACK” E MITRAGLIETTE TEDESCHE

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

«Un’organizzazione armata, anche per questo temibile e temuta, che ha capacità di rifornirsi di strumenti di morte al più alto livello», affermano i magistrati che indagano sulla presunta associazione mafiosa guidata dall’ex estremista «nero» Massimo Carminati. Ma le armi, per adesso, non sono saltate fuori.

massimo carminati massimo carminati

 

Per le difese è un elemento di debolezza dell’accusa, mentre per gli inquirenti è solo l’amara conferma delle troppe voci circolate prima dell’operazione, tra articoli di giornali e «soffiate» agli indagati. Dunque chissà dove hanno nascosto le pistole, s’interrogano ora pubblici ministeri e carabinieri del Ros. Perché di armi parla lo stesso Carminati, soprattutto con Riccardo Brugia (considerato il custode dell’arsenale, se esiste). 


Il 23 aprile dello scorso anno, in un bar in cui gli investigatori avevano sistemato telecamera e microspia, il presunto boss di «Mafia capitale» si siede al tavolino con Brugia. Per discutere, scrivono i magistrati, di «occultamento di armi, silenziatori e giubbotti antiproiettile».

 

È in quell’occasione che Carminati parla di una pistola che — nell’interpretazione dei pm — aveva a disposizione. E spiega che se se la portasse dietro, lui sempre così prudente per evitare sorprese in caso di controlli, avrebbe potuto andare incontro a qualche guaio: «Certe volte, quando mi sento aggressivo me la prenderei quella, cioè hai capito, per a nna’ a minaccia’ la gente, dice anvedi questo è matto che gira la cosa». 

BANDA DELLA MAGLIANA PIAZZA SANTA MARIA AUSILITRICE A TESTACCIO UFFICIO DI DANILO ABBRUCIATI BANDA DELLA MAGLIANA PIAZZA SANTA MARIA AUSILITRICE A TESTACCIO UFFICIO DI DANILO ABBRUCIATI


Brugia, più avanti, parla della possibilità di nascondere le armi in un apposito ripostiglio nel muro o dietro un muro; oppure dentro qualche buca in campagna, anche se «me rode il culoposarla sotto terra». Nello stesso colloquio Carminati esalta le caratteristiche della pistola Makarov calibro 9 silenziata, con la quale «non senti neanche il clack».

 

Dice che ha già speso 25.000 euro per 4 silenziatori e tre Mp5, che secondo il rapporto dei carabinieri è una mitraglietta di fabbricazione tedesca, in genere calibro 9 parabellum. Brugia concorda sull’utilità di utilizzare la Makarov perché «pure se fai una caciarata non se ne accorge nessuno», e Carminati commenta: «prima che se ne accorgono... cioè... già s’è allargata la macchia di sangue». 

GIUBBOTTI ANTIPROIETTILE 
Ma quando si ha a che fare con pistole e mitragliatrici sono necessarie pure le precauzioni. Per esempio i giubbotti antiproiettile. «Ce li dovemo ave’ — dice Brugia — anche perché c’ho sempre avuto la fissa del coso, del povero Danilo»; secondo gli inquirenti è un «ovvio riferimento» a Danilo Abbruciati, uno dei principali esponenti della banda della Magliana che il 27 aprile 1982, in trasferta a Milano, morì colpito da una guardia giurata dopo aver sparato al vicepresidente del banco Ambrosiano Roberto Rosone. Avesse avuto il giubbotto antiproiettile, sembra sostenere Brugia, si sarebbe salvato. 

MAKAROV 
PISTOLA 
CALIBRO 
9 
MAKAROV PISTOLA CALIBRO 9


La disponibilità delle armi, anche se non sono state trovate, secondo l’accusa è una delle caratteristiche della «mafiosità» del gruppo criminale. Che però deriva anche da altri indizi, tra i quali la capacità di gestire a tavolino la spartizione e l’assegnazione degli appalti con metodi che normalmente vengono utilizzati da Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta in Sicilia, Campania e Calabria. In alcuni dialoghi registrati dalle «cimici» del Ros Salvatore Buzzi, accusato di essere il «gestore delle attività economiche» di «Mafia Capitale», parla esplicitamente delle necessità di «aprire le buste» con le varie offerte per l’aggiudicazione dei lavori, in modo di avere la possibilità di modificare le proprie offerte e vincere le gare. 

«APRIAMO LE BUSTE» 
Il 5 maggio scorso Buzzi commenta insieme alla convivente e collaboratrice Alessandra Garrone (anche lei arrestata) il metodo attivato per ottenere un appalto per la raccolta differenziata dei rifiuti nel comune di Sant’Oreste. « E così usciremo metti 58... — dice l’uomo —, 58 e 50... Questi me li abbassano li portano tutti a 50... e così questi si trovano... e poi tra noi e... se riuscimo a apri’ la busta non ce stanno giochi, ma se non riuscimo a apri’ la busta bisogna rifasse i conti ...». La Garrone chiede: «Quindi dobbiamo apri’ la prima busta di lui?». E Buzzi: «Dobbiamo apri’ la busta sua... per vedere quanto ha fatto!». 

DANILO 
ABBRUCIATI
DANILO ABBRUCIATI


Per un altro appalto, indetto dal Comune di Roma per la sistemazione del verde, Buzzi parla direttamente con una componente della commissione che deve esaminare le offerte, dipendente del Campidoglio ma pure direttrice di una Fondazione presieduta da Luca Odevaine (finito in carcere per questa indagine). «Solco ha fatto un lavoro bellissimo — gli dice la donna il 13 maggio 2013 parlando dell’offerta di un’altra ditta: la Solco, appunto —. Non la posso eclu... L’abbiamo ammessa alla valutazione».

 

E Buzzi risponde: «Daglie qualche punto in meno, uno solo io perdo». Dopodiché Buzzi chiama direttamente il presidente della Solco e domanda: « Se dovesse anda’ male... ci sono problemi?». E quello: «Assolutamente no». «Non è strategica per te, no?», insiste Buzzi. E l’altro: «No, no (...) Però senti, se vogliamo vederci un attimo, troviamo una soluzione se c’è un problema... (...) Io spero di no, che noi siamo fuori, però se ci fossero dei problemi fammi sapere». Problemi non ce ne sono stati, e l’appalto è andato alla cooperativa di Buzzi. 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....