salvatore pizzo antonio di maio

FABBRICATI ABUSIVI, TERRENI SOTTO SEQUESTRO E L'IPOTESI DI REATO AMBIENTALE - IL SOPRALLUOGO DEI VIGILI NELLE PROPRIETA’ DEI DI MAIO HA CERTIFICATO IRREGOLARITA’ EDILIZIE E LA PRESENZA DI DETRITI INERTI CHE AVREBBERO DOVUTO ESSERE SMALTITI -  SALVATORE PIZZO, L’OPERAIO CHE HA FATTO SCOPPIARE IL CASO A “LE IENE”, FINISCE NEL MIRINO DEI GRILLINI: “ANDIAMO A CONTROLLARE SE LAVORA ANCORA IN NERO...”, “COME MAI HA PARLATO DOPO 9 ANNI, VISTO CHE A MAGGIO FACEVA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL M5S?”, “QUANTO TI HANNO DATO QUELLI DE ‘LE IENE’?”

1 - DI MAIO, BLITZ DEI VIGILI: FABBRICATI TUTTI ABUSIVI, TERRENI SOTTO SEQUESTRO

Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

manifatti abusivi nella proprieta' di antonio di maio 8

La conferma arriva nel tardo pomeriggio: i vigili del Comune di Mariglianella hanno sequestrato quatto manufatti abusivi nei terreni di proprietà di Antonio Di Maio, padre del vicepresidente del Consiglio Luigi di Maio. L'inchiesta del Giornale arriva a un punto di svolta alle 18 di ieri. Dopo l'ispezione nei terreni della famiglia di Maio, il sindaco di Mariglianella, Felice Di Maio, annuncia l'esito dei controlli: «Abbiamo riscontrato dei manufatti abusivi all'interno del terreno di proprietà della famiglia Di Maio e sono stati sequestrati.

 

«Dopo una denuncia dei giornalisti - ribadisce - è stato fatto il sopralluogo iniziato lunedì mattina, quando non è stato possibile entrare perché non erano presenti i proprietari. Sono stati convocati e stamattina è stato fatto il sopralluogo e sono stati accertati dei manufatti abusivi. Inoltre è stato rilevato l'abbandono di rifiuti su tre piazzole e anche su questo è stato fatto un sequestro».

ANTONIO DI MAIO

 

Tutto sarà notiziato alla Procura della Repubblica nelle prossime ore. Due fascicoli che passano, ora, nelle mani dei magistrati della Procura di Nola. Che dovranno muoversi sia sul fronte dei reati ambientali che su quello edilizio. Sono due fronti caldissimi che aprono ombre sul passato dei familiari del capo politico del M5s.

 

Luigi di Maio, da Bruxelles, è apparso tranquillo: «Per quello che ne so, di quello che è avvenuto questa mattina, c'è stato un sopralluogo da parte dei vigili urbani di Mariglianella, comune di settemila anime in provincia di Napoli, in questa campagna di mio padre dove sono stati posti sotto sequestro alcuni materiali come secchi, bidoni, una carriola, calcinacci, un telo in plexiglass che si usa per coprire i materiali della campagna o del cantiere e si stanno facendo tutti gli accertamenti agli edifici», ha detto.

LUIGI DI MAIO E IL LAVORO NERO NELL AZIENDA DI FAMIGLIA

 

«Sono terreni di mio padre e di sua sorella, mia zia che vive al nord, e tutto quello che dovranno fare lo faranno. Io sono qui e cerco di lavorare per gli italiani», ha aggiunto. Secondo Di Maio, non c'è un fine politico dietro il sequestro: «Penso solo che dopo che ci sono stati articoli di stampa che hanno messo in evidenza alcune preoccupazioni, le autorità, ovvero i vigili di Mariglianella, sono intervenute».

 

manifatti abusivi nella proprieta' di antonio di maio 5

Poi nel pomeriggio, è arrivata la doccia gelata. L'inchiesta del Giornale aveva messo in luce un'anomalia: nell' anno 2000, il padre del leader grillino acquista due terreni nel comune di Mariglianella. Dalle mappe consegnate nel database dell' Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio senior risulta proprietario solo dei due terreni. Ma l'anomalia spunta visionando gli estratti satellitari: nelle due particelle di terreno (1309 e 811) di proprietà della famiglia Di Maio ci sono alcuni manufatti.

 

È difficile stabilirne il numero esatto: a occhio nudo se ne vedono due. È un' anomalia che spinge a porre alcune domande. Perché i dati catastali non coincidono con quelli satellitari? Spunta un altro dettaglio che confermerebbe l' irregolarità: nell' atto di vendita non c' è alcun cenno a fabbricati ma solo a terreni. E poi: l' iscrizione ipotecaria di Equitalia nel 2010 che verte solo sui terreni.

LUIGI DI MAIO E IL LAVORO NERO

Un' altra domanda sorge spontanea: se fossero esistiti immobili l' ipoteca sarebbe scattata anche sui quelli. Troppe anomalie che hanno spinto i vigili ad effettuare i controlli. Verifiche che hanno confermato in toto l' inchiesta del Giornale. La procedura è chiara: il Comune varerà un' ordinanza di demolizione che dovrà essere eseguita in 90 giorni. Ma le insidie potrebbero arrivare dal fronte giudiziario con due possibili inchieste.

 

2 - SPUNTANO I RIFIUTI ABBANDONATI L'IPOTESI DEL REATO AMBIENTALE

Stefano Zurlo per “il Giornale”

ANTONIO DI MAIO

 

Il colpo di scena arriva logico e inatteso. Di buon mattino i vigili entrano nella proprietà dei Di Maio. In quei terreni di cui ormai tutta Italia parla da giorni. Obiettivo del blitz dovrebbero essere i fabbricati che si sospetta abusivi. Ma le guardie municipali impegnate nell' azione, tre sulle quattro di cui dispone il Comune, notano altro: mattoni accatastati, tubi rotti e arrugginiti appoggiati qua e là, secchi, scarti dell'edilizia. Insomma, quegli spazi sono, o dovrebbero essere, il deposito a cielo aperto dell' azienda di famiglia. Esattamente quel che il Giornale ha scritto in lungo e in largo da quando si sono accesi i riflettori, fra smentite e precisazioni fumose.

manifatti abusivi nella proprieta' di antonio di maio 1

 

Lo spartito cambia: si procede al sequestro delle aree interessate e si mette in moto un procedimento penale. Il reato ipotizzato e' abbandono di rifiuti speciali, un illecito contravvenzionale, non doloso.

Insomma, almeno sulla carta poca cosa. Però si apre un nuovo filone, l'ennesimo in una vicenda di matrioske senza fine che sta sfregiando l'immagine immacolata del vicepremier.

 

Guai senza fine e ora un altro capitolo scivolosissimo, a cavallo fra la grande politica romana e la piccola cronaca giudiziaria. Gli uomini in divisa mettono i sigilli davanti ai due delegati della famiglia.

antonio di maio

Già oggi le carte dovrebbero partire per la Procura di Nola, nuovo terminal di questa storia. E il copione sembra già scritto: Antonio Di Maio e la sorella Giovanna, zia del ministro del Lavoro, dovrebbero essere iscritti nel registro degli indagati, come proprietari di questo sfortunato appezzamento.

 

Tutto può essere: il pm potrebbe pure ritenere infondata la notizia di reato e orientarsi verso l'archiviazione, ma questa è una materia spigolosa, dove si viaggia con i piedi di piombo.

Più probabile, se non scontato, che il pm cominci a lavorare sul fascicolo, chiedendo contestualmente la convalida del sequestro al gip.

 

In teoria il pm potrebbe anche inquadrare nel suo mirino i titolari dell' azienda di famiglia, l'Ardima, ovvero Luigi DI Maio e la sorella Rosalba, ma almeno al momento questa è un'ipotesi molto debole. Il vicepremier, ospite del salotto televisivo di Giovanni Floris, aveva spiegato che l' Ardima non ha più appalti e va verso la chiusura.

 

vista satellitare delle proprieta' di antonio di maio a mariglianella

Può essere e però anche qua qualcosa non quadra: almeno tre persone hanno raccontato al Giornale di aver visto in giro il furgoncino della piccola società fino alla scorsa settimana. E di aver osservato la solita trafila di sempre fino a venerdi: alla sera gli operai raggiungevano quel terreno di famiglia, a due passi da Corso Umberto, scaricavano gli attrezzi e parcheggiavano il camioncino per riprenderlo l' indomani mattina. La normale routine di un' impresa artigianale, travolta ora da una tempesta senza fine.

 

Si saprà forse a breve se il materiale ammonticchiato qua e là è un cimelio da museo o era collegato a qualche costruzione in corso. «Io sono tranquillo - ha affermato da Bruxelles il leader dei 5 Stelle - parliamo di calcinacci, secchi, plexiglas». Tutto vero e però ogni precisazione in questa storia sembra alimentare nuovi dubbi e altre scoperte. Cosi da quei terreni partono ora almeno quattro piste: il reato ambientale, gli abusi edilizi, gli operai forse in nero e l' ipoteca targata Equitalia per 176 mila euro. È questa la pagina più misteriosa, un rebus, sempre in attesa di una spiegazione che non c' è.

il documento del catasto di mariglianellasulle proprieta' del padre di luigi di maio

 

3 - I SEGUACI GRILLINI SCATENATI IN RETE MINACCE ALL' OPERAIO: «PEDINIAMOLO»

Camilla Conti per “il Giornale”

 

Mannaggia a Facebook. Dopo aver rilasciato l' intervista alle Iene per raccontare di aver lavorato a nero per papà Di Maio il povero Salvatore Pizzo da Pomigliano non ha avuto più pace. Il suo profilo social è stato preso d' assalto da concittadini inferociti, fan scatenati di Giggino che hanno messo l' elmetto da tastiera e sono scesi in trincea al grido «onestà, onestà». Chiesta, però, non a vicepremier che per loro è onesto a prescindere.

 

Ma a Salvatore Pizzo (mannaggia pure ai cognomi) e alla di lui consorte, Antonella. Colpevole di fare biscotti e torte in casa per poi venderle su ordinazione con tanto di profilo Facebook, cancellato qualche giorno fa. «Emana fattura ogni volta che consegna dolci? Paga le tasse per il lavoro che svolge? o lavora a nero?», chiede la signora Silvana. «Bisogna andare al negozio a fare le poste!», risponde Rosanna che vuole addirittura pedinare i coniugi Pizzo. E comunque della pagina Facebook con le torte Rosanna ha «conservato tutto, anche il cellulare per le prenotazioni», perché lei una cosa sola vuole sapere: «ma la partita Iva ce l'ha?».

SALVATORE PIZZO

 

Il sussulto di giustizialismo fiscale scuote il web: tale Silvana chiede il nome della pizzeria dove lavora Salvatore «per vedere se lavora ancora a nero». Ed ecco che torna Rosanna, che ha già trovato l' indirizzo: «Bisogna andare a controllare alla pizzeria La Coccinella di Pomigliano D' Arco per vedere se lavora lì e se è in regola, Non vorrei che facesse le pizze a nero... via Giuseppe Verdi, 51». Ancora più pratica la signora Donatella che esordisce con un «mandiamogli la Finanza!».

Intanto il povero Pizzo posta foto di cani abbandonati in cerca di adozione e si ritrova con decine di commenti avvelenati, molti in dialetto campano. Attenzione, non si tratta di «troll» o di «bot» sguinzagliati dall' algoritmo di Casaleggio.

 

ANTONIO DI MAIO

L'esercito contro il Pizzo ha nomi e cognomi, sono persone vere. Molte donne. E aspiranti Jessica Fletcher. Le signore in Giallo partono da un indizio: perché Pizzo ha parlato dopo nove anni? «È così disgustato da questa ipocrisia 5 stelle che a maggio faceva campagna elettorale per il Movimento», scrive ancora Rosanna postando anche le prove (una foto di Pizzo con i figli e l' hashtag #ilmiovotoconta) e linkando Selvaggia Lucarelli sperando, forse, di finire citata sul Fatto Quotidiano.

 

Ecco quindi il complotto: «Non è che ha chiesto qualche favore, che come si sa il Movimento non fa, abbia deciso di vendicarsi? E poi che colpa poteva avere Luigi in questa storia ed è palese che si vuole colpire lui. Questa è la bassezza della politica ed è evidente che c' è qualcuno dietro a questo atto», risponde Domenico.

SALVATORE PIZZO

 

Ma c' è anche ci segue altre piste. Pizzo ha preso i soldi dalle Iene? Il signor Giuseppe evoca addirittura il Pacciani e scrive: «Caro operaio in nero pagherai insieme ai tuoi amici di merende, per un briciolo di notorietà del caxxo, per aver accettato di lavorare in nero perché ti faceva comodo anche a te non pagare l' Irpef vero? Quanto ti hanno pagato quelli delle Iene per raccontare le tue stronzate?». Su Facebook, nelle informazioni generali del profilo, Salvatore Pizzo scrive ora di vivere a Los Angeles. Ma l' esercito di Giggino e le Signore in Giallo lo troveranno anche lì. Perché, gli ricorda Luciana, «chi nasce mappina non diventerà mai foulard».

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