luigi antonio di maio

E SE ANCHE DI MAIO, OGGI MINISTRO DEL LAVORO, AVESSE LAVORATO IN NERO NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA? LUI NEGA E HA PROMESSO A "LE IENE” DI DIMOSTRARE DI ESSERE STATO IN REGOLA E POI ANNUNCIA: “L'AZIENDA NON STA LAVORANDO, NON HA OPERAI NÉ CANTIERI. ENTRO FINE ANNO LA CHIUDEREMO” – LUIGINO NON POTEVA NON SAPERE: UN DIPENDENTE PAGATO IN NERO HA FATTO CAUSA ALLA SOCIETA’ QUANDO LUI ERA GIA’ SOCIO… - 

1 - «DA PAPÀ ERO IN REGOLA, PORTERÒ LE CARTE»

Estratto dell’articolo di Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI DI MAIO E IL LAVORO NERO NELL AZIENDA DI FAMIGLIA

Lunedì, ministero del Lavoro, Luigi Di Maio: «Sì, ho lavorato nell' azienda di mio padre per un periodo». Filippo Roma, delle Iene : «Ci può fornire il libretto di lavoro, l' assicurazione? Perché se si venisse a scoprire che un ministro del Lavoro ha lavorato in nero ci crollerebbe il mondo addosso». «Ve li farò avere».

 

Ma Luigi Di Maio decide di presentarsi direttamente a Di Martedì, in tv su La7 , per difendersi. E qui spiega: «Se mio padre ha sbagliato, prendo le distanze da quel comportamento, non da mio padre, al quale voglio bene. Se avessi saputo, non l'avrei tenuto nascosto. Ho sotto di me l'ispettorato del Lavoro, se l'avessi usato avrei fatto come la Boschi».

FILIPPO ROMA E IL SERVIZIO SUL LAVORO NERO NELL AZIENDA DI MAIO

 

[…] «Mi dispiace non mi abbia detto che c' erano altri casi». Sulla società annuncia: «Possiedo da 5 anni il 50 per cento delle quote.  È un' azienda che non sta lavorando, non ha operai né cantieri. Entro fine anno la chiuderemo. […]». […]

 

2 - LA CAUSA DEL DIPENDENTE ALLA SOCIETÀ DI FAMIGLIA QUANDO LUIGI ERA GIÀ SOCIO

Fiorenza Sarzanini e Simona Brandolini per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI DI MAIO E IL LAVORO NERO

Un dipendente della Ardima Costruzioni - la ditta di Antonio Di Maio e Paolina Esposito - ha fatto causa per farsi riconoscere le ore lavorate «in nero». Il contenzioso era ancora in corso nel 2014, quando la società è stata donata alla Ardima srl di cui sono proprietari i figli Luigi - capo politico del M5S - e Rosalba, mentre il fratello Giuseppe è amministratore.

 

C' è stato anche un tentativo di transazione, che però è andato a vuoto perché l' operaio ha deciso di presentare ricorso in appello. E adesso bisognerà stabilire chi ne fosse stato informato e l' abbia gestito visto che l' attuale ministro del Lavoro e attuale vicepremier - che detiene il 50 per cento dell' azienda - ha dichiarato pubblicamente: «Non mi risultano contratti in nero».

 

SALVATORE PIZZO

Anche perché sarà l'ispettorato del Lavoro - che dipende dal suo dicastero - a dover verificare i rapporti con tutti i lavoratori chiamati nei cantieri. Domenico Sposito decide di rivolgersi ai giudici di Nola nel 2013. Racconta il suo rapporto con la Ardima Costruzioni, spiega di essere stato pagato per quattro ore al giorno, mentre le altre quattro sarebbero state stipendiate «fuori busta». E per questo chiede la regolarizzazione. La società fa capo a Paolina Esposito, mamma di Di Maio, ma il giudice convoca suo marito che effettivamente si occupa dell' azienda. Nell' interrogatorio Antonio Di Maio assicura che il rapporto era regolare.

 

ANTONIO DI MAIO

E specifica: «Sposito lavorava dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 18. Quando abbiamo lavorato al cantiere di via Manzoni non arrivava prima delle 9 e andava via dal deposito alle 16,30. Abbiamo lavorato lì dall' 8 luglio al 7 agosto del 2009. Si occupava di ritirare e depositare il materiale.

 

Preferiva ricevere un acconto a prodotto delle giornate effettivamente lavorate per 75 euro al giorno entro la prima decade, poi quando il consulente del lavoro ci portava la busta paga aveva il saldo. A lui veniva pagato tutto l' importo della busta paga più una somma in contanti pari alle giornate lavorate per 37 euro al giorno e ciò accadeva per esigenze personali e lavorative». Sposito cita come testimoni altri operai, uno è Salvatore Pizzo che per primo di fronte alle telecamere delle Iene ha ammesso di aver lavorato senza contratto.

 

SALVATORE PIZZO

L'8 gennaio 2016 la sua istanza viene respinta, la causa è persa. Da due anni Luigi Di Maio - che in quel momento è vicepresidente della Camera - ha le quote della Ardima srl.

Poco tempo dopo è però suo padre Antonio Di Maio a proporre una mediazione a Sposito: soldi per chiudere il contenzioso. Ma l' operaio non accetta e va in secondo grado. Il fascicolo passa alla Corte d'appello di Napoli e la prossima udienza è fissata nel 2020.

In attesa, saranno gli ispettori a dover effettuare nuove verifiche sui contratti siglati con tutti i dipendenti delle due aziende.

 

FILIPPO ROMA E IL SERVIZIO SUL LAVORO NERO NELL AZIENDA DI MAIO

Domattina Antonio Di Maio dovrà invece presentarsi al civico 69 di via Umberto I nel comune di Mariglianella. Su quel terreno, che possiede al 50 per cento perché l' altra metà è intestata alla sorella, sorgeva un rudere adibito a deposito dove aveva sede legale la Ardima Costruzioni. I dati catastali - è stato Il Giornale a scoprirlo - non corrisponderebbero però con quelli reali e il sindaco forzista, Felice Di Maiolo, ha inviato i vigili urbani per effettuare il sopralluogo e scoprire eventuali irregolarità.

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