mara cagol

“MARA CAGOL ERA DISARMATA E FU UCCISA A SANGUE FREDDO” – L’ULTIMA VERITA’ SULLA LEADER PIÙ AMATA DALLE BR RACCONTATA DAL BRIGATISTA LUCIO AZZOLINI CHE ALLA CASCINA SPIOTTA LANCIÒ BOMBE CONTRO I MILITARI E POI SCAPPÒ A PIEDI MENTRE “LA COMPAGNA MARA” ERA ANCORA VIVA – IDEOLOGA E FONDATRICE DELLE BR, LA CAGOL ORGANIZZÒ LA LOTTA ARMATA CON IL MARITO RENATO CURCIO. FU LEI A IDEARE IL SEQUESTRO DEL GIUDICE MARIO SOSSI. IL PRIMO EXPLOIT TERRORISTICO IN ITALIA, IL SEQUESTRO GANCIA E LO SCONTRO A FUOCO CON I CARABINIERI…

Francesco Grignetti per "la Stampa" - Estratti

 

MARA CAGOL

Ci sono voluti 50 anni, ma alla fine un altro fondamentale tassello nella ricostruzione degli Anni di Piombo va al posto giusto. Un brigatista ormai anziano, Lauro Azzolini, tra i fondatori delle Brigate Rosse, ha riconosciuto con un lungo documento scritto che c'era lui allo scontro a fuoco tra brigatisti e carabinieri nel giugno 1975, quando tenevano in ostaggio l'imprenditore Vittorio Vallarino Gancia e le forze di polizia battevano le campagne dell'Alessandrino. Azzolini ha raccontato di avere lanciato due bombe a mano, di avere sparato e poi di essere scappato per i campi.

 

Ha sorvolato su un aspetto gravissimo, certificato dai medici legali: l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso morì per un colpo sparatogli a bruciapelo alla testa quando era già in terra. Azzolini dice infine che al suo ultimo sguardo, la compagna Margherita Cagol era ancora viva.

 

IL CADAVERE DI MARA CAGOL DOPO IL BLITZ PER IL RAPIMENTO GANCIA 1975

Siccome poco dopo era morta, con un proiettile che la colpì sotto l'ascella, in pratica sta accusando i carabinieri superstiti di averla uccisa a sangue freddo. E questa sarà materia del processo penale. Ma qui colpisce come, a distanza di cinquant'anni, Azzolini nella sua confessione si mostri così turbato nel raccontare la morte della Cagol. È commosso perché era lei la vera leader. La fondatrice delle Br. L'ispiratrice. L'ideologa. La Ulrike Meinhof italiana.

 

I primi brigatisti, quelli del nucleo storico che operarono tra 1972 e 1975, la adoravano. Ne erano innamorati, e non per modo di dire. La consideravano un palmo superiore. Per caratura intellettuale e per ardimento. Ha raccontato Renato Curcio, suo marito: «Che lei abbia voluto l'organizzazione armata quanto me, se non più di me, è un fatto». C'era lei dietro le strategie iniziali. Fu la compagna Mara, infatti, a ideare il sequestro del giudice Mario Sossi. Il primo exploit terroristico in Italia. Era il 1974 e le Br ancora non le conosceva nessuno.

margherita cagol col marito renato curcio

 

Dopo, tutto cambiò. Ci fu la prima reazione da parte dello Stato e i carabinieri arrestarono Curcio e Alberto Franceschini. Sbandamento generale dell'organizzazione. Ma ecco che la Cagol guida un rocambolesco attacco al carcere di Casale Monferrato e libera il compagno di lotta armata. Ovviamente l'immagine di lei, bellissima, altera, armi in pugno, che si impadronisce di un carcere crea un mito dentro le Br.

 

Lauro Azzolini

Dice ora Lauro Azzolini che a quel punto le Br avevano un disperato bisogno di soldi e decisero di fare alla maniera dei malavitosi calabresi: un rapimento a scopo di estorsione.

 

Individuarono la vittima in Gancia, l'imprenditore delle bollicine. Il resto è cronaca.

Se davvero Mara Cagol sia stata uccisa a sangue freddo, lo dirà (forse) il processo. 

MARA CAGOL 2mara cagol 2Lauro Azzolinila notizia della morte di mara cagolmara cagol 1la tomba di mara cagolMARA CAGOL 2

 

 

(...)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...