suicidio carcere

LA MATTANZA NELLE NOSTRE CARCERI - CON IL SUICIDIO DEL 30ENNE BENGALESE DETENUTO A REBIBBIA, SIAMO ARRIVATI ALL'82ESIMO DETENUTO CHE SI TOGLIE LA VITA NEL 2022, UN NUMERO MAI COSÌ ALTO NEGLI ULTIMI 10 ANNI - IL GARANTE DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTÀ: "È LA CONSEGUENZA DI UN LUNGO PERIODO DI ISOLAMENTO A CAUSA DEL COVID, CHE SI AGGIUNGE A PROBLEMI CRONICI DELLE CARCERI COME SOVRAFFOLLAMENTO E STRUTTURE FATISCENTI…"

Da “la Stampa”

 

CARCERE

Si allunga il triste elenco dei suicidi in carcere. Ieri si è tolto la vita, a Rebibbia, un bengalese di 30 anni che a luglio sarebbe tornato in libertà. Si tratta dell'ottantaduesimo caso del 2022, un numero mai così alto negli ultimi 10 anni. Praticamente un suicidio ogni quasi 5 giorni. L'uomo era stato condannato a quasi due anni per concorso in rapina. Era stato rilasciato fuori dal carcere nella sentenza di primo grado, ma poi in appello per un residuo di pena di un anno era stato portato nella prigione romana.

 

CARCERE

Si è impiccato con un lenzuolo della cella, era seguito dagli psicologi e lo scorso gennaio era detenuto con un altro uomo che si suicidò. Il rapporto del Garante delle persone private della libertà, che considera il periodo da gennaio a novembre 2022, puntualizza che su 79 casi di suicidio rilevati 33 riguardano persone riconosciute con fragilità personali o sociali, come nel caso di senza fissa dimora o persone con disagio psichico. Di questi, 74 erano uomini e 5 donne a cui si aggiungono altri tre suicidi rilevati nel mese corrente.

 

CARCERE

Negli ultimi dieci anni, negli istituti penitenziari nazionali si sono verificati almeno 583 suicidi, di persone di età compresa tra i 18 anni e gli 83 anni e quasi la metà era in attesa di una sentenza definitiva. E il report sottolinea che: «Troppo breve è stata in molti casi la permanenza all'interno del carcere, troppo frequenti sono anche i casi di persone che presto sarebbero uscite».

 

carcere

Solo pochi giorni fa si era ucciso a Poggioreale, Napoli, un detenuto di 30 anni che da 7 mesi era diventato padre di due gemelli. E a fine ottobre un africano originario del Gambia di 36 anni si è suicidato nel carcere di Torino dopo essere stato arrestato per il furto di un paio di auricolari bluetooth. Nel 2022 il più anziano a essersi tolto la vita aveva 83 anni, nove ragazzi tra i 18 e i 25 anni, e 5 donne, un numero altissimo, rapportato alla popolazione detenuta femminile (circa duemila). Altri 5 suicidi si contano tra gli agenti di polizia penitenziaria, come segnalano i sindacati.

 

carcere

E intanto è stata riaperta l'inchiesta sul suicidio nel carcere di Ferrara di Lorenzo Lodi 29 anni: era stato arrestato il 31 agosto 2021 e il giorno dopo, il 1 settembre, alle 14,30, venne trovato morto impiccato in cella, utilizzando un lenzuolo e dei manici di scopa, presenti nella sua cella. Il legale della famiglia del ragazzo, Antonio De Rensis ha presentato opposizione all'archiviazione proposta dalla Procura per due agenti di Polizia e il caso verrà discusso davanti al giudice Danilo Russo il prossimo 26 gennaio. Il sospetto è che il giovane non sia stato adeguatamente controllato nonostante avesse manifestato l'intenzione di impiccarsi.

detenuti carcere 4

 

Stefano Anastasia, Garante delle persone private della libertà per le Regioni Lazio e Umbria auspica «un intervento rapido del governo Meloni e del ministro della Giustizia Nordio per far fronte a un'emergenza indice di condizioni di sofferenza in carcere dove mancano prospettive, speranze e opportunità».

 

detenuti carcere 3

Ma cosa può aver contribuito all'incremento dei suicidi? Secondo Anastasia ci troviamo di fronte «alla conseguenza di un lungo periodo di isolamento a causa del Covid che ha impedito lo svolgimento delle regolari attività di socializzazione. Una situazione che si aggiunge a problemi cronici delle carceri come sovraffollamento e strutture fatiscenti». Come intervenire? «Il governo dovrebbe potenziare gli incentivi per le misure alternative alla detenzione.

detenuti carcere 1

 

C'è difficoltà ad accedervi dal carcere perché in molti non hanno un lavoro o un domicilio e quindi occorre elargire fondi e favorire un accordo tra le Regioni e la Cassa delle ammende per ospitare fuori dal carcere chi è senza domicilio». La Cassa delle ammende è un ente autonomo, vigilato dal ministero della Giustizia per amministrare i fondi «pagati dai detenuti, circa 7 euro al giorno, che vengono poi reinvestiti a favore degli stessi reclusi». Un dato quello del 2022 «di gran lunga il peggiore degli ultimi vent' anni», dichiara il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari che invoca «non un'amnistia ma un cambio di prospettiva». Il numero così alto è la «spia di un sistema penitenziario che richiede profondi cambiamenti», denuncia infine il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella.

Articoli correlati

UN DETENUTO DI 22 ANNI SI E\' IMPICCATO IN CARCERE A TORINO. ERA DENTRO PER IL FURTO DI CUFFIETTE

\'LO STATO HA UCCISO MIO FIGLIO\' - LA STORIA DI JHONNY CIRILLO, IL RAPPER 25ENNE DELLA PROVINCIA DI..

SI SUICIDA NEL CARCERE DI REBIBBIA A ROMA L'ENNESIMO DETENUTO

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)