knox sollecito amanda raffaele meredith kercher

“AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO ERANO SULLA SCENA DEL CRIMINE…” - IL MENSILE “NUOVA CRONACA” INTERVISTA GIULIANO MIGNINI, IL MAGISTRATO PERUGINO CHE GUIDÒ L’INCHIESTA SULL’OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER: “LE PRESSIONI DEGLI STATI UNITI? DEVO AMMETTERE CHE IL MIO LAVORO SI SVOLSE SOTTO I RIFLETTORI DEGLI STATES. CON UN CONDIMENTO DI PREGIUDIZIO. DURANTE IL SECONDO GRADO UNA SIGNORA URLÒ VERSO DI ME DICENDO…”

Da “Nuova Cronaca”

 

GIULIANO MIGNINI

“Quando arrivai in via della Pergola (la villetta di Perugia dove Meredith viveva e fu uccisa) chiesi al medico legale di misurare subito la temperatura rettale della vittima: è un esame molto utile per stabilire l’ora della morte. Ma la dottoressa Stefanoni, della Polizia Scientifica, mi pregò di aspettare. Se tornassi indietro non accoglierei quella richiesta”. Lo rivela Giuliano Mignini, il magistrato che nel 2007 indagò sull’omicidio di Meredith Kercher, attualmente sostituto alla Procura generale dell’Umbria, in un’intervista esclusiva concessa al mensile Nuova Cronaca, diretto da Marco Gregoretti, in edicola da venerdì 14 giugno in allegato alla rivista Voi.

 

COPERTINA DI NUOVA CRONACA

Il ritorno di Amanda Knox in Italia, in occasione del Festival della giustizia penale di Modena, in programma dal 13 al 15 giugno, consentirà all’ex studentessa americana - assolta nel 2015 con formula dubitativa insieme a Raffaele Sollecito - di parlare del suo processo mediatico al cospetto dell’errore giudiziario. “Non ho mai avuto alcuna ostilità nei confronti dei tre imputati. E di Amanda in particolare” ha detto Mignini a Nuova Cronaca. Aggiungendo, tuttavia, che “non si è trattato di errore giudiziario. Negli Stati Uniti stentano a capire che in Italia abbiamo tre gradi di giudizio. Opzione che io mi sentirei di mantenere”.

 

Il magistrato perugino, a proposito della sentenza di assoluzione stabilita il 27 marzo 2015 dalla Quinta sezione penale della Cassazione, si è espresso criticamente: “La Cassazione”, ha proseguito Mignini nell’intervista a Nuova Cronaca “è entrata nel merito senza poterlo fare. E comunque anche quest’ultima sentenza colloca Amanda e Raffaele sulla scena del crimine”.

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Mignini ha quindi affrontato anche il tema della condanna in concorso nei confronti di Rudi Guede, l’unico responsabile. “Guede”, ricorda il pm “di fatto accusò Amanda e Raffaele. Però lo fece in termini opinabili. Come fosse una sua opinione. Ma se sei presente devi dire o sì o no!”

 

Il pm del caso Meredith ha poi smentito che vi siano stati errori da parte della Polizia Scientifica, come invece sosteneva una perizia di parte durante il processo di appello a proposito del gancetto del reggiseno e del coltello. Precisa Mignini: “La prima sentenza della Cassazione annullò definitivamente quella perizia. Erano stati disposti precedentemente controlli proprio per accertare l’assenza di contaminazione. Il documento che li escludeva fu consegnato all’ufficio del Gup. Dove si trovava quando fu fatta la famosa perizia”.

GIULIANO MIGNINI

 

 

Mignini, nel corso dell’intervista, ha anche confermato che durante il processo non sono mancate le pressioni degli Stati Uniti: “Devo ammettere che, in effetti, il mio lavoro di pm si svolse sotto i riflettori degli States. Con un condimento di pregiudizio. Durante il secondo grado una signora urlò verso di me: 'You are evil'. Amanda, invece, disse che ero il sindaco di Perugia. Difendevano Amanda aggredendo me”.

 

2 - INTERVISTA INTEGRALE

 

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È il magistrato che più di tutti è andato a un passo dalla soluzione di uno dei misteri più oscuri legati alla vicenda del Mostro di Firenze, quello della morte di Francesco Narducci, noto medico perugino scomparso dal 1985. Ma è anche il pubblico ministero che si è trovato sotto i riflettori internazionali, non sempre amici, per aver chiesto, e ottenuto, il rinvio a giudizio di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher  (Perugia, 1 Novembre 2007) poi assolti il 27 marzo 2015 dalla Quinta sezione penale della Cassazione. Giuliano Mignini, perugino, 69 anni, dal 2013 è sostituto alla procura generale presso la corte d'appello dell'Umbria, non ha molto da dire sulla presenza di Amanda Knox al convegno di Modena :”È una libera cittadina può fare e dire quello che vuole”. Ha ancora molto da dire, invece, sul”delitto di Perugia”. E lo fa, in esclusiva, con Nuova Cronaca

 

Da dove cominciamo?

Da qui. E, ci tengo: non ho mai avuto alcuna acrimonia, ostilità o malevolenza nei confronti dei tre imputati. E di Amanda in particolare. I media a questo proposito fecero passare un messaggio che non corrispondeva alla verità

 

GIULIANO MIGNINI

Una riflessione sul processo e sulle quattro sentenze, condanna, assoluzione, condanna, assoluzione

Intanto voglio dire una cosa: non si é trattato di un errore giudiziario. Negli Stati Uniti stentano a capire che in Italia abbiamo tre gradi di giudizio. Opzione che io mi sentirei di conservare. Si è trattato dello svolgimento di un processo, niente di più. Il processo di appello riformò la sentenza di condanna per omicidio (per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba la condanna è definitiva) espressa in primo grado: è un fatto normale per la nostra procedura.  Così come è assolutamente usuale che un terzo giudice, quello della Cassazione, per motivi tecnici e non di merito, confermi quanto deciso al termine del primo gado di giudizio e riconfermi la condanna. Quello che, invece, pur nel rispetto delle sentenze che si sempre si deve, mi lascia un po’ perplesso è la quarta sentenza, quella con cui la Quinta sezione ha assolto i due imputati

 

Perché? Che cosa non la convince del tutto?

Il fatto che si tratti di una sentenza senza rinvio e, diciamo così, un po’ particolare

 

RAFFAELE SOLLECITO E AMANDA KNOX

In che senso?

Nel senso che la Cassazione è entrata nel merito senza poterlo fare. E, comunque, nonostante siano state annullate le due sentenze ordinarie (la prima condanna e la prima assoluzione ndr), anche per l’ultima Amanda e Raffaele restano collocati sulla scena del crimine. Infatti sono stati assolti con formula dubitativa

 

L’omicidio di Meredih è diventato un fatto internazionale, non solo dal punto di vista mediatico. Amanda è una cittadina americana…

Partendo dal fatto che all’opinione pubblica degli Stati Uniti sembrava stranissimo che il processo d’appello avesse ribaltato la sentenza del primo grado (da loro non è così), devo ammettere che, sì, in effetti il mio lavoro di pm si svolse sotto i riflettori degli States. Con un condimento di pregiudizio e, a volte di ignoranza non indifferenti. Ricordo che durante il secondo grado una signora statunitense urlò verso di me :”You are evil”.  Una volta, invece, Amanda disse che io ero il sindaco di Perugia… Non furono giorni semplici. Difendevano Amanda aggredendo me

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO NENCINI DURANTE LETTURA SENTENZA

 

Dottor Mignini, la domanda che si fanno tutti: ma se Rudy Guede, che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato per concorso in omicidio, con chi avrebbe agito, con i fantasmi?

Rudy Guede di fatto accusò Amanda e Raffaele. Però lo fece in termini”opinabili”. Lo diceva come se fosse una sua opinione. Però lui era presente. Ma se sei presente devi dire o sì o no! Fu anche conseguenza della scelta del rito abbreviato, comunque. Decisione azzeccata dal punto di vista della difesa. Ma poco utile all’accertamento della verità

 

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO SI RIUNISCONO A NEW YORK

E veniamo a quello che fu il gol messo a segno dalla difesa di Sollecito e di Amanda durante il processo di appello: la contaminazione del gancetto del reggiseno e del coltello. Una perizia smontò il lavoro della Polizia scientifica

Non è vero! Guardi che la prima sentenza di Cassazione annullò definitivamente quella perizia. Pensi che i due periti (Stefano Conti e Carla Vecchiotti) non scrissero che i materiali erano stati contaminati ma che “c’era la possibilità di contaminazione”. Capisce? Ma non basta, c’è dell’altro.

 

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO SI RIUNISCONO A NEW YORK

Sempre sulla contaminazione di gancetto e reggiseno?

 

Cioè?

Che erano stati disposti precedentemente i “controlli” negativi sui due reperti proprio per accertare l’assenza di contaminazione. Li fece la Polizia scientifica che redasse un documento che li escludeva e che fu consegnato all’ufficio del Gup. Dove si trovava quando fu fatta la famosa perizia. I periti neanche chiesero se esistessero accertamenti. Io lo dissi alla dottoressa Vecchiotti. Anzi, le feci proprio vedere la relazione. Ma quella perizia era il fondamento della prima assoluzione

 

Rifarebbe tutto lei?

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO SI RIUNISCONO A NEW YORK

Sicuramente. Le sentenze si devono rispettare, dico ancora, però si possono criticare. Ben vengano le discussioni su questo processo

 

Ripensando a quei giorni ha qualche rammarico “investigativo”??Io arrivai in via della Pergola, se non ricordo male, intorno alle 14 del due novembre. Notai subito quella che era l’evidente simulazione del furto fatta da qualcuno per sviare i sospetti da se stesso. Verso il tramonto mi raggiunse il medico legale, il dottor Lalli. Gli chiesi di misurare subito la temperatura rettale della vittima: è un esame molto utile per stabilire l’ora della morte. Ma la dottoressa Steffanoni, della Polizia scientifica, mi pregò di aspettare per non correre il rischio di contaminare i reperti.  Le diedi ascolto. Ecco, se tornassi indietro non accoglierei la sua richiesta: farei misurare la temperatura rettale il prima possibile

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO SI RIUNISCONO A NEW YORK

 

 

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO SI RIUNISCONO A NEW YORK

 

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