TU VIENI FREGATO, "META" CI GUADAGNA! – SULLE PIATTAFORME DI MARK ZUCKERBERG CI SONO OLTRE 15 MILIARDI DI ANNUNCI PUBBLICITARI FRAUDOLENTI, MA L’AZIENDA NON FA NIENTE PER FERMARLI, ANZI, CI MARCIA SOPRA: PER “REUTERS”, IL COLOSSO DI SILICON VALLEY HA GUADAGNATO CIRCA 16 MILIARDI DI DOLLARI GRAZIE A QUESTE INSERZIONI (IL 10% DEL SUO FATTURATO ANNUO) – DAI DEEPFAKE DEI VIP CHE RIMANDANO A SITI CLONATI AI FALSI ANNUNCI DI ESCORT E BIGLIETTI PER I CONCERTI, MA ANCHE LE APP CHE “SPOGLIANO” LE FOTO ONLINE E FINTE RACCOLTE FONDI – LA BEFFA PIÙ GRANDE È CHE IL 96% DELLE SEGNALAZIONI DEGLI UTENTI VIENE RESPINTO O IGNORATO…
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CHE GRANDISSIMI PEZZI DI META! OGNI ANNO L'AZIENDA DI ZUCKERBERG GUADAGNA 16 MILIARDI DI DOLLARI...
Estratto dell’articolo Paolo Ottolina,Roberto Cosentino per il “Corriere della Sera”
La truffa che sfrutta i volti di personaggi celebri, da Fabio Fazio a Giorgia Meloni. Quella che utilizza il logo di PagoPa. Quella dei biglietti dei concerti. Quella dei guadagni stellari, «lo dice la Consob». Quella che regala una bici elettrica o uno zainetto, «basta scrivere ‘grazie’ nei commenti!».
Ogni giorno gli utenti dei social di Meta (Facebook, Instagram, Threads, WhatsApp) devono sfuggire a 15 miliardi di annunci pubblicitari fraudolenti che appaiono sulle varie piattaforme. E, secondo un’inchiesta di Reuters (che ha ottenuto documenti interni al colosso di Mark Zuckerberg) Meta non solo non riesce a bloccare questo fiume di truffe, ma fa attivamente soldi su di esso, visto che una buona parte di questi contenuti sono inserzioni a pagamento.
Numeri clamorosi: nel solo 2024 queste attività avrebbero portato nelle casse dell’azienda una cifra pari al 10,1% del fatturato annuo complessivo, l’enorme somma di 16 miliardi di dollari. Poco meno della manovra economica che sta finalizzando il governo italiano.
Non è l’unico dato, seppur esorbitante. Secondo quanto emerge dalle indagini, per almeno tre anni la società di Zuckerberg non è riuscita a identificare e fermare gli annunci pubblicitari indirizzati a miliardi di utenti dei social network di Meta, tra Facebook, Instagram e WhatsApp.
[…] Secondo l’inchiesta di Reuters, gli annunci vengono esclusi da Meta solo se gli algoritmi attribuiscono una percentuale superiore al 95% alla possibilità che si tratti di una truffa.
«Se le autorità di regolamentazione non tollerano che le banche traggano profitto dalle frodi, non dovrebbero tollerarlo nel settore tecnologico» ha affermato un ex dipendente di Meta, Sandeep Abraham, già investigatore della sicurezza e ora esaminatore di frodi.
A replicare è Andy Stone, portavoce di Meta: i documenti visionati «presentano una visione selettiva che distorce l’approccio di Meta a frodi e truffe» e il dato del 10,1% del fatturato è bollato come «approssimativo» (senza fornire però numeri alternativi). Secondo Stone, negli ultimi 18 mesi sono state ridotte del 58% le segnalazioni da parte degli utenti relative ad annunci truffaldini. Mentre nel 2025 finora sono stati rimossi più di 134 milioni di contenuti pubblicitari illegali.
Ma dai documenti divulgati da Reuters partono altre cannonate contro Zuckerberg. Meta sembra essere consapevole di ricavare ingenti somme con annunci fraudolenti che. […] Denaro che il gruppo di Zuckerberg ha già a bilancio, anche per il futuro: lo testimonia la buona volontà, messa nero su bianco, di ridurre il fatturato da inserzioni truffa, dal 10,1% del 2024 a un più modesto obiettivo del 5,8% nel 2027. Cifre comunque vertiginose.
Meta, attraverso memo interni, dimostra di voler contenere le azioni degli inserzionisti sospetti, ma senza interrompere del tutto queste pratiche. Anzi. In un documento diretto al team che verificava gli inserzionisti venivano sconsigliate azioni che potevano costare a Meta più dello 0,15% del fatturato totale.
«Dobbiamo essere cauti», ha scritto il manager che coordina il lavoro di controllo e filtro. «Abbiamo specifiche linee guida per le entrate» (Stone di Meta ha affermato che lo 0,15% citato proviene da un documento di proiezione delle entrate e non è un limite rigido). L’ultima beffa? Le segnalazioni degli utenti. Il 96% viene respinto o ignorato.
«Non credo di aver mai visto rimuovere qualcosa in seguito alla segnalazione di un singolo utente», ha affermato Erin West, ex procuratore della contea di Santa Clara che ora dirige un’organizzazione non profit impegnata nella lotta alle truffe.
Le truffe in Italia che sfruttano l'immagine di FABIO FAZIO
VIDEO DEEPFAKE E SITI CLONATI I VOLTI DEI VIP COME TRAPPOLA
Gli annunci più dannosi integrano video deepfake, sofisticate ricostruzioni digitali che replicano le fattezze di persone popolari — politici, economisti, attori o giornalisti — con un realismo sempre più difficile da distinguere. Appaiono spesso nelle storie o nei post dei social. […] Gli annunci rimandano l’utente su pagine web, che imitano in ogni dettaglio l’aspetto di piattaforme o giornali autorevo-li. Lo scopo è far credere all’utente di trovarsi in uno spazio sicuro , esortandolo a investire in criptovalute o a fornire dati personali.
FINTI MALATI PER RACCOGLIERE FONDI IL DENARO FINISCE IN CONTI ALL’ESTERO
Le truffe in Italia che sfruttano l'immagine di SIGFRIDO RANUCCI
Di recente ci siamo imbattuti in una truffa che utilizza come leva video di bambini altrimenti sani e che vengono mostrati come gravemente malati. I siti rimandano a raccolte fondi truffaldine realizzate da finte organizzazioni benefiche, che sottraggono più soldi di quanto pattuito. Il denaro finisce in conti di criminali senza scrupoli che sfruttano la generosità e l’empatia degli utenti di tutto il mondo. […]
Le persone cadono vittima di truffe legate alla vendita di biglietti per concerti che non esistono, acquistano prodotti inesistenti sul marketplace di Facebook […] o ricevono messaggi di phishing per sottrarre dati. ( r.c.).
LE APP VIETATE AI MINORI CHE «SPOGLIANO» LE FOTO ONLINE
Negli ultimi tempi gli utenti si sono imbattuti in numerosi annunci di app vietate ai minori che rimandano a piattaforme capaci di simulare scene di rapporti sessuali e di spogliare le foto caricate dagli utilizzatori. Spesso queste applicazioni sono prive di qualsivoglia verifica dell’età o adottano controlli del tutto inefficaci, permettendo così l’accesso anche ai più giovani.
[…]
LE AGENZIE DI ESCORT VIRTUALI L’ESCA DEL SESSO E PRELIEVI DAI CONTI
Tra gli annunci a sfondo erotico è stata individuata di recente una serie di inserzioni pubblicitarie che rimandano a gruppi Telegram riconducibili a presunte agenzie di escort. Si presentano con immagini accattivanti e testi ambigui, capaci di superare facilmente i filtri automatici delle piattaforme. L’obiettivo è indurre gli utenti a versare denaro, presentato come abbonamento d’iscrizione alla piattaforma, e non per ottenere alcun servizio reale. In realtà il rapporto promesso non avrà mai luogo, poiché le escort non esistono. L’unico scopo è estorcere denaro a chi finisce vittima dell’inganno.






