stupro villa ada

IL MISTERO DI VILLA ADA - A ROMA UNA SEDICENNE DENUNCIA: “IO VIOLENTATA DOPO AVER FUMATO SPINELLI” MA MANCANO I SEGNI DELLA VIOLENZA - INDAGATI DUE EGIZIANI CHE SMENTISCONO GLI ABUSI: “LEI ERA CONSENZIENTE”

Federica Angeli e Francesco Salvatore per “la Repubblica”

 

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«Abbiamo fumato e poi abbiamo avuto un rapporto con lei, ma era consenziente». I due egiziani fermati dopo la denuncia della violenza sessuale nel parco di Villa Ada, a Roma, hanno smentito di aver abusato della sedicenne.

 

Un rapporto sessuale consumato domenica pomeriggio con la minorenne in un tugurio nel cuore di uno dei polmoni verdi più esclusivi e grandi della capitale. Prima uno e poi l’altro, ma col consenso della giovane, secondo i due, con la quale prima avevano fumato insieme hashish.

 

La minorenne aveva conosciuto uno dei due ragazzi alla stazione Termini dopo che era fuggita di casa, a Firenze, dove vive con la nonna seguita dai servizi sociali. Una conoscenza nata in strada lo scorso venerdì, una frequentazione di due giorni, quindi la decisione di andare dove lui vive (nel tugurio di Villa Ada, appunto). Lì avrebbe trovato anche il secondo amico ad aspettarla.

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Il racconto dei due egiziani, entrambi 21enni, identificati e portati al commissariato Viminale dopo la denuncia della ragazzina, sembrerebbe trovare conferma nei risultati delle analisi cliniche eseguite nel reparto di ginecologia del Policlinico Umberto I, dove la sedicenne è stata portata dalla polizia.

 

«Segni di violenza non sono stati riscontrati », scrive in una nota la questura di Roma. Nessuna ecchimosi e nessuna traccia di una possibile lotta per difendersi dall’abuso. Così sentenzia il referto. E questo ha fatto sì che i due uomini, alle tre del mattino, venissero rilasciati a piede libero seppur indagati per violenza sessuale aggravata dalla minore età.

TUGURIO VILLA ADA 1TUGURIO VILLA ADA 1

 

A seguire il caso e a coordinare le indagini è il pubblico ministero Eugenio Albamonte che, nei prossimi giorni, parlerà con la ragazzina per capire quanto accaduto in quel parco della Roma bene circondato da ambasciate, dall’università Luiss e dal Comando generale dell’Arma dei carabinieri.

 

Al momento lei è stata trasferita nel reparto di psichiatria dove è sottoposta al trattamento sanitario obbligatorio. La sedicenne infatti ha un passato piuttosto travagliato ed è affidata alle cure di una casa famiglia di Firenze dove abita con la nonna.

 

È stata proprio la nonna a dare l’allarme della violenza subìta dalla nipote. La donna aveva infatti ricevuto la telefonata dell’adolescente nel pomeriggio di domenica mentre era già sul treno per Roma in quanto in mattinata aveva saputo che la nipote si trovava nella capitale.

 

«Mi è successa una cosa brutta», le avrebbe detto. E arrivata alla stazione Termini, attorno alle 19, la nonna ha bloccato in strada una pattuglia della polizia, implorando gli agenti di cercare la ragazzina perché qualcosa di grave le era accaduto. Al cellulare non rispondeva più, squillava a vuoto e lei temeva il peggio.

 

L’informazione è stata diramata quindi a tutte le pattuglie ed è iniziata la ricerca della giovane, notata da una macchina in perlustrazione in via Panama alle 20.30. È stata la stessa minorenne, ferma davanti al civico 27, una stradina sterrata che porta alla baracca nel parco dove era stata con i due egiziani, ad alzare un braccio per farsi notare dalla polizia.

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Quindi la denuncia: «Mi hanno violentata in quelle baracche lì dietro — ha indicato — sono stati due nordafricani ». Poi ha perso i sensi ed è stata portata di corsa in ospedale.

 

All’interno di Villa Ada, a 150 metri dalla strada del quartiere Parioli, la polizia ha trovato ancora distesi sui materassi logori i due ragazzi, all’interno di un container che un tempo fu il cantiere per i lavori, abusivi, avviati nel 2010 dall’ex parlamentare Luisa Todini che aveva deciso, senza permessi, di costruire proprio lì la sua villa.

 

I due presunti stupratori, entrambi con precedenti di polizia, uno per tentata violenza e uno per spaccio, una volta identificati in commissariato, hanno appunto chiarito la loro versione. E ora le indagini proseguono per accertare la verità.

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