
SCIAGURATO CHI FINISCE NEL TRITACARNE DELLA GIUSTIZIA ITALIANA – A NAPOLI, UNA DONNA CHE HA PERSO I CAPELLI ED E' ARRIVATA A PESARE 40 CHILI PER LO STRESS DELLA DETENZIONE IN CARCERE (E' FINITA DIETRO LE SBARRE CON L'ACCUSA DI SPACCIO DI BANCONOTE FALSE) È STATA ASSOLTA PERCHÉ “IL FATTO NON SUSSISTE” – LA DONNA, HA SEMPRE NEGATO LA SUA COLPEVOLEZZA E L’AVVOCATO, PREOCCUPATO PER LA SALUTE DELLA SUA ASSISTITA, NE HA CHIESTO LA LIBERAZIONE MA…
(ANSA) - Ha sempre negato la sua colpevolezza dall'accusa di spaccio di banconote false ma ugualmente finì in carcere dove, prostrata dalla detenzione, perse tutti i capelli arrivando a pesare appena 40 chilogrammi: ieri, lei e il compagno, a cui erano state rivolte le stesse accuse, sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" dal tribunale di Napoli (VI sezione penale, collegio A, presidente Antonio Palumbo) che così ha accolto le richieste formulate dalla Procura.
Esattamente un anno fa, l'avvocato Gennaro De Falco, legale di Maria Minei e di Francesco Esposito, lanciò un appello, preoccupato per le condizioni di salute della donna, e sul caso si registrarono diversi commenti, tra cui quelli dei garanti dei detenuti. Il processo vedeva imputati i presunti componenti di una banda di falsari napoletani ritenuta particolarmente specializzata alcuni dei quali ieri sono stati assolti, come Minei ed Esposito, altri invece condannati a pene che variano tra i tre anni e mezzo e due anni e otto mesi di reclusione.
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