comunita' do.ra dodici raggi

RAZZA CIALTRONA - NEL CORTEO DEI NO GREEN PASS A MILANO SABATO C’ERANO ANCHE I NEONAZISTI DI “DO.RA”, LA COMUNITÀ DEI “DODICI RAGGI”, NOSTALGICI DI HITLER E GOEBBELS CHE FOMENTA LE PEGGIORI TEORIE COMPLOTTISTE SU COVID E VACCINI - NEL 2017 “DO.RA” FINÌ SOTTO INCHIESTA E NE FU ANCHE CHIESTO (INVANO) LO SCIOGLIMENTO

Chiara Baldi per "la Stampa"

 

il simbolo di do.ra

La pandemia di Covid-19 è una «strage di Stato voluta dal governo in carica, rispondente all'ordine del Nuovo Ordine Mondiale». E i vaccini sono «una cloaca di prodotti biotecnologici» e «armi genetiche per una guerra contro l'Eugenetica» la cui inoculazione «forzata» nasconde una «verità semplice e terribile: debilitando milioni di persone serviranno altrettante riserve per sostituire coloro che moriranno o saranno danneggiati irrimediabilmente dalle Multinazionali del Crimine».

 

do.ra

Un ragionamento così lineare che basta chiedersi «ma chi sbarca a Lampedusa verrà vaccinato?». La risposta è naturalmente sì - lo impone il protocollo - ma per loro, i neonazisti di «Do.Ra, comunità militante dei Dodici Raggi» di Varese i cui esponenti sono scesi in piazza a Milano sabato contro il Green Pass, è no.

striscione di do.ra contro il green pass

 

In un lungo articolo apparso sul loro sito, uno dei membri del Comitato Direttivo - Enrico Labanca - ha messo nero su bianco perché «vaccinarsi non è una scelta personale». «Senza essere fraintesi - scrive - è indiscutibile che è più naturale una dose di eroina e un bambino meticcio di un individuo che si è sottoposto al più grande esperimento della Storia dell'umanità».

 

E conclude questo delirio scientista misto a razzismo - più volte tira in ballo migranti e persino tossicodipendenti di cui parla in termini dispregiativi - con la citazione di uno che di privazioni di libertà altrui, teorie del complotto, eugenetica e quant' altro di malato la destra abbia prodotto, ne sa qualcosa: Paul Joseph Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler.

il comunicato di do.ra dopo le denunce dei militanti

 

D'altronde, che il gruppo che oggi fomenta teorie No Vax e sentimenti No Green Pass, affondi le sue radici nel nazismo non è una novità. Ieri la Polizia ne ha denunciati nove per, tra le altre cose, apologia di fascismo. Ma già nel 2016 alcuni parlamentari - tra cui Emanuele Fiano del Pd e Giovanni Paglia di Sel - chiesero all'allora ministro degli Interni Angelino Alfano di sciogliere l'organizzazione e alla magistratura di intervenire chiudendone le sedi e impedendone le riunioni.

 

manifestazione no green pass a milano 4

La richiesta non ebbe riscontri e da allora i Do.Ra, il cui fondatore è il 46 enne Alessandro Limido, da ieri indagato anche per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico ufficio e violenza privata, di strada ne hanno fatta. Dal 2012 molto attivi sul web dove pubblicano contenuti razzisti e promuovono eventi per ricordare Adolf Hitler e commemorare i soldati tedeschi caduti sul Monte San Martino a Varese, il primo colpo vero lo subiscono nel 2017 quando la Digos perquisisce e chiude la loro sede di Caimate a Sumirago, dopo aver trovato svastiche, pugnali, asce e coltelli.

do.ra 1

 

Nello stesso anno viene aperta un'inchiesta della Procura di Busto Arsizio, sulla ricostruzione del partito fascista, che si chiude nel 2019 con decine di indagati anche tra le fila di questa organizzazione nata dalla fusione di due gruppi storici del Varesotto: gli Ultras Sette Laghi e gli skinhead di Varese, 300 simpatizzanti in tutto.

Limido, in un'intervista alla tv svizzera «Rsi», sminuì il numero: «I nostri militanti non sono più di 50, gli iscritti non hanno mai superato le 150 unità. D'altronde - diceva - un tesserato non è considerato parte attiva dell'organizzazione».

striscione di do.ra contro draghi

 

Ma in un'altra intervista a «La Provincia di Varese» era lui stesso a rivendicare il suo essere un «nazista, fascista e nazionalsocialista» rammaricato per la mancata ricostruzione del Partito Fascista. «Sarebbe un sogno», diceva. I neonazisti di Do.Ra sono però anche famosi per aver promosso online, con una petizione, lo scioglimento dell'Anpi e per le minacce al giornalista di Repubblica Paolo Berizzi. Sulla vicenda Limido commentò: «Se avessimo voluto punire Berizzi in qualche modo non gli avremmo rigato l'auto (al giornalista disegnarono svastica, crocifisso e simbolo delle SS sulla carrozzeria, ndr), ma lo avremmo trovato e affrontato faccia a faccia».

do.ra manifestazione no green pass a milano 3manifestazione no green pass a milano 1manifestazione no green pass a milano 2anarchici no green pass a milano 3anarchici no green pass a milano 6anarchici no green pass a milano 5anarchici no green pass a milano 4 paolo maurizio ferrari no green passmanifestazione no green pass a milano 7do.ra varese do.ra 3il sito di do.ra do.ra 2perquisizioni do.ra

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO