crisi di morti da overdose a san francisco

IL SOGNO CALIFORNIANO È DIVENTATO UN INCUBO - A SAN FRANCISCO SCATTA LO STATO DI EMERGENZA PER I MORTI DI OVERDOSE: ANCHE UNA DELLE CITTÀ PIÙ TOLLERANTI E PERMESSIVE DEL MONDO DEVE RICORRERE A MISURE STRAORDINARIE DOPO I 700 DECESSI DA DROGA DEL 2020, PROBABILMENTE GIÀ PAREGGIATI NEL TOTALE DEL 2021 - L’ABUSO DI EROINA, FENTANYL E OPPIACEI È UN PROBLEMA DI SCALA NAZIONALE, CON 100 MILA VITTIME...

Flavio Pompetti per “Il Messaggero

 

crisi di morti da overdose a san francisco 1

Stato d'emergenza a San Francisco. La sindaca Democratica e progressista London Breed ha deciso che l'unico modo per affrontare la crisi di morti da overdose che colpisce il quartiere Tenderloin è sospendere lo stato di diritto, e autorizzare la polizia a lottare contro il crimine con scorciatoie e procedure abbreviate.

 

CRISI DI MORTI DA OVERDOSE A SAN FRANCISCO

Misure straordinarie, ancora più sorprendenti in quanto sono decise da una giovane rappresentante dell'ala più liberal del partito democratico, nella città notoriamente più tollerante e permissiva degli Stati Uniti. Misure dovute, dopo i 700 decessi da droga registrati l'anno scorso, e probabilmente pareggiati dal totale del 2021.

 

ALLARME NAZIONALE

La crisi delle morti da eroina, fentanil e oppiacei di provenienza legale non si ferma alle porte della città californiana: poche settimane fa il totale delle morti per overdose da droghe su scala nazionale ha superato il tetto di 100.000 unità, il doppio rispetto ai 50.000 di tre anni prima.

 

crisi di morti da overdose a san francisco 3

Gli Stati Uniti sono il primo consumatore al mondo di droghe pesanti. Il Fentanil proveniente dalla Cina ammazza quotidianamente almeno cento persone nelle grandi città, mentre le periferie sono inondate dalla metanfetamina prodotta in Messico.

 

A questo volume di veleni si aggiunge poi un altissimo numero di ignari pazienti, ai quali i medici hanno prescritto per anni antidolorifici a base di oppio solo recentemente banditi dal commercio, e che hanno creato milioni di dipendenti. Tenderloin è stato sempre un quartiere problematico per la polizia cittadina a San Francisco.

 

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Lo stesso nome, che indica un taglio del sottopancia di un bovino, pare che sia stato coniato per descrivere il cuore delle viscere purulente del tessuto urbano. È da sempre il quartiere dei reietti, dei paria sociali, dei senzatetto. Nemmeno l'ondata di estrema ricchezza che ha investito la città con l'invasione delle dot com all'inizio del secolo è riuscita a sanare il contrasto dickensiano tra la ricchezza del margine settentrionale di Union Square, quello meridionale dell'area municipale, e la sacca di povertà cronica che affligge Tenderloin in mezzo ai due confini.

 

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La disparità si è forse aggravata nei tempi in cui l'immobiliare del resto del piccolo centro urbano saliva alle stelle, sotto la spinta dei lauti salari dei lavoratori di Silicon Valley. Ed è stato forse l'altrettanta improvvisa ritirata della stessa superclasse di lavoratori, risucchiati dallo spostamento delle aziende digitali dalla California verso il Texas e il New Mexico, ad esporre una piaga che nell'ultimo decennio era stata seppellita sotto il peso dei dollari.

 

D'improvviso la fatiscenza di alcuni palazzi del quartiere è venuta a galla, così come la rabbia del resto dei cittadini di fronte ai tanti baraccati che vivono per le strade, la cui presenza in tempi di Covid minaccia la salute pubblica.

 

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Non appena il consiglio comunale avrà ratificato la decisione della sindaca, la polizia avrà il potere, per un periodo di novanta giorni, di ignorare alcune delle procedure di arresto che garantiscono il rispetto dei diritti delle persone sospette. Potrà organizzare retate e portare a giudizio in tempi abbreviati i mercanti di droga.

 

L'OBIETTIVO

Breed non nasconde che lo scopo finale è ripulire le strade dalla presenza dei tanti abitanti della città che dormono sui marciapiedi, e che spesso campano di piccoli crimini per andare avanti.

 

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Questa popolazione di derelitti è anche la più fragile e permeabile al mercato della droga pesante, e la sindaca ritiene che senza una rimozione totale, il problema delle overdose non sarà mai risolto.

 

Non è la prima volta che un tale proposito viene annunciato in una delle grandi metropoli degli Usa. La sorpresa è che avvenga nella liberal San Francisco piuttosto che in una città amministrata da un sindaco conservatore.

 

Se l'intervento dovesse avere successo e ridurre il volume dei reati, c'è una lunga lista di centri urbani amministrati dai democratici (Chicago, Baltimora, Washington, New York) che soffrono degli stessi problemi, e che potrebbero essere tentati di seguire l'esempio della città californiana.

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