ilaria salis

LA NOTIZIA DI ILARIA SALIS IN CATENE ERA STATA DATA DUE MESI FA DALL’ANSA, MA TUTTI SE NE SONO FREGATI. PERCHÉ? – A FINE NOVEMBRE LA GIORNALISTA FRANCESCA BRUNATI AVEVA RACCONTATO CON DUE LANCI D’AGENZIA LE CONDIZIONI DISUMANE IN CUI È DETENUTA A BUDAPEST LA 39ENNE ITALIANA: “GUINZAGLIO, MALNUTRIZIONE, SCARAFAGGI, TOPI E CIMICI NELLE CELLE, UNA SOLA ORA DI ARIA AL GIORNO” – ORA LA REPORTER DENUNCIA: “C’È DA FARE UNA SERIA RIFLESSIONE E NON GLI SCOOP. QUI CI SONO IN GIOCO DEI DIRITTI FONDAMENTALI E..."

Da www.professionereporter.eu

 

ILARIA SALIS

La notizia di Ilaria Salis, in catene nelle carceri ungheresi, era nota almeno dalla fine di novembre. Ma ci ha messo due mesi a “esplodere”. Segno che talvolta le cose non contano per se stesse, ma per una serie di altre circostanze. Politiche o mediatiche.

 

Il 1° febbraio Francesca Brunati, trent’anni di cronaca giudiziaria di Milano, con Giornale, Voce e ora Ansa, ha scritto su Facebook: “Questo post è dedicato a chi si fregia di aver fatto lo scoop e a chi vende esclusive in tv. Qui ci sono in gioco dei diritti fondamentali e una donna dimenticata per mesi da tutti. C’è da fare una seria riflessione e non gli scoop, per altro farlocchi”.

 

DUE LANCI

Il 29 novembre 2023 Brunati metteva in rete Ansa due lanci, intitolati “Anarchica in cella a Budapest, ‘guinzaglio ai polsi e topi’”. Il primo take cominciava così: “Detenuti al ‘guinzaglio’, obbligo di guardare il muro durante le soste nei corridoi, ‘malnutrizione’, scarafaggi, topi e cimici ‘nelle celle e nei corridoi’, ‘una sola ora di aria al giorno’.

 

Francesca Brunati

E’ la descrizione delle condizioni carcerarie in Ungheria contenuta in una lettera inviata ai suoi legali milanesi, Eugenio Losco e Mauro Straini, da Ilaria Salis, la militante anarchica milanese arrestata lo scorso febbraio a Budapest per lesioni nei confronti di alcuni esponenti dell’estrema destra durante una contromanifestazione”.

 

La missiva, 18 pagine scritte a mano, era stata depositata alla Corte d’Appello di Milano dai difensori per chiedere di non dare esecuzione al mandato d’arresto europeo, e quindi al trasferimento in un penitenziario ungherese, di Gabriele Marchesi, indagato assume ad Ilaria Salis e arrestato in Italia. Ilaria Salis denunciava: “Per più di 6 mesi non ho potuto comunicare con la mia famiglia, sono stata costretta a indossare, in occasione dell’interrogatorio, avvenuto senza avvocato, vestiti sporchi, malconci e puzzolenti”.

 

IGIENE E MALNUTRIZIONE

ilaria salis

Oltre alla mancata fornitura, al suo arrivo nel penitenziario, del “pacco con articoli per l’igiene personale” e al carrello che “passa per la colazione e per il pranzo ma non per la cena” che, a suo dire, dimostra un “problema di malnutrizione”, nella missiva, spedita al Consolato d’Italia a Budapest, poi consegnata in copia all’avvocato Losco, si denuncia che i detenuti sono al “guinzaglio”.

 

Durante la loro traduzione “oltre alle manette qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati tra loro: intorno alle caviglie  – prosegue – mettono due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti e unite tra loro da una catena lunga circa 25 cm. Poi mettono un’ulteriore manetta a un solo polso, a cui è  fissato un guinzaglio di cuoio che all’altezza dell’estremità è tenuto in mano dall’agente della scorta. (…) legata così  ho dovuto scendere diversi piani di scale. Si rimane legati così  per tutta la durata dell’udienza e sono rimasta così legata anche per tutta la durata dell’esame dell’antropologo”.

 

INCHIESTA A FUMETTI

ILARIA SALIS LETTERA

La notizia data dall’Ansa era stata preceduta il 24 novembre da un pezzo sul manifesto (“Aggredirono i neonazisti, italiani nei guai in Ungheria”) e lo stesso giorno sull’Unità. Più avanti è arrivata una inchiesta a fumetti di Zerocalcalre su Internazionale (“In fondo al pozzo. Una storia di nazisti, galera e responsabilità”), sono arrivati Fabio Tonacci su la Repubblica prima di Natale e Corrado Formigli a Piazza pulita su La7 a metà gennaio. E pian piano il caso è finito su tutte le prime pagine. […]

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