parigi scontri violenza

PARIGI BRUCIA! - L’ENNESIMA PROTESTA CONTRO LA NUOVA LEGGE SULLA SICUREZZA VOLUTA DAL MINISTRO DELL’INTERNO FRANCESE FINISCE IN GUERRIGLIA URBANA – I BLACK BLOC COME AL SOLITO HANNO COLTO L’OCCASIONE PER FARE UN PO’ DI CASINO NEI QUARTIERI RESIDENZIALI NEL NORD-EST DELLA CAPITALE. I MANIFESTANTI ANTI-CAPITALISMO HANNO DATO FUOCO A QUELLO CHE HANNO TROVATO. CIOÈ PREVALENTEMENTE UTILITARIE DEI RESIDENTI DELLA ZONA (CETO MEDIO, NON GLI ODIATI RICCHI) - VIDEO

 

 

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

parigi in rivolta contro la legge sulla sicurezza

I veri protagonisti dell'ennesimo sabato di protesta, ieri a Parigi, sono stati loro e solo loro: i black bloc, giovani vestiti di nero, mobili e aggressivi. Una presenza costante nelle manifestazioni parigine, stavolta hanno preso proprio il sopravvento, in un pomeriggio gelido e inutilmente febbrile.

 

Hanno imposto una sorta di guerriglia urbana ad alcuni quartieri residenziali, nel nord-est della capitale, abitati dal ceto medio (non poveri, ma neppure gli odiati ricchi di questi manifestanti estremisti). Che hanno incendiato auto (utilitarie, non Porsche) e schiantato vetrine di banche e agenzie immobiliari (visti come santuari del capitalismo) in un'atmosfera irreale, triste, deprimente.

 

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Spiazzati i poliziotti, con una serie di persone che gli passavano davanti, filmandoli con insistenza dalle webcam, quasi un videogioco vivente. Mentre quelli che erano lì a manifestare davvero «per i diritti sociali e la libertà», come da programma, man mano che il buio calava sulla città, si disperdevano. Si erano ritrovati tutti alle 14, a una delle porte esterne della città, quella des Lilas.

 

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Già il sabato precedente c'era stata una grossa manifestazione a Parigi, degenerata alla fine nella zona della Bastiglia, ma che aveva visto una partecipazione massiccia, perfino di famiglie con bambini e di tanti giovani e studenti. Protestavano per ragioni diverse: contro il precariato in aumento, con la pandemia. Contro la violenza e il razzismo della polizia francese (dopo che una serie di video hanno mostrato il pestaggio senza ragione di un nero, Michel Zecler).

 

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E contro una nuova legge sulla sicurezza che, almeno nel suo testo iniziale, prevedeva all'articolo 24 un anno di carcere e una multa di 45 mila euro per chi rende pubblica «l'immagine del volto o altri elementi identificativi» dei membri delle forze dell'ordine, quando questo può «pregiudicare la loro integrità fisica e psichica». Ieri, però, la situazione è degenerata da subito.

 

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Alla porta des Lilas era presente un gruppo di almeno 400-500 elementi radicali, black bloc e alcuni con la «divisa» dei gilet gialli (come hanno fatto a ritrovarsi lì così numerosi e con il loro «materiale»? Perché non sono stati individuati prima della polizia?). Si sono inseriti nel corteo che si è mosso in direzione di piazza della République.

 

parigi, rivolta contro la legge sulla sicurezza 14

All'altezza dell'avenue de Gambetta, quartiere tranquillo dietro al cimitero di Père Lachaise, sono iniziate le devastazioni. E il blocco degli agitatori ha praticamente impedito alla parte del corteo che veniva dietro di andare avanti. Gli altri sono arrivati fino alla piazza della République, dove si sono infiltrati i soliti black bloc, provocando nuovi scontri. Nella capitale sono state arrestate 21 persone (due i minorenni).

 

Decine sono i feriti, tra cui otto poliziotti. A Bordeaux e a Montpellier, proprio per la paura di scontri, le manifestazioni erano state proibite, mentre altrove, in particolare a Nantes, hanno dato luogo alla stessa musica stonata. Secondo i dati del ministero degli Interni sono scesi in piazza più di 50mila in tutta la Francia e cinquemila a Parigi, molto meno del sabato precedente. Il giorno prima Emmanuel Macron aveva fatto di tutto per scongiurare un sabato così rabbioso.

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Aveva concesso un'intervista a «Brut», un canale di video, molto seguito dai giovani e giovanissimi, denunciando le violenze delle forze dell'ordine, anche durante le manifestazioni (ed è stato per quello criticato dai sindacati della polizia). Il presidente aveva comunque aggiunto che quello delle «violenze della polizia è diventato uno slogan per chi ha un progetto politico, in particolare l'estrema sinistra». E aveva rigettato le accuse di «regime liberticida»: «Mica siamo la Turchia o l'Ungheria!».

rivolta a parigi contro la legge sulla sicurezza

 

Quanto alla legge sulla sicurezza, lo scorso 24 novembre era già stata adottata in prima lettura dall'Assemblea nazionale (deve passare in gennaio al Senato). Ma Macron ha già imposto da giorni ai deputati di riprendere il fatidico articolo 24 e di riscriverlo (c'è chi pensa che sarà fatto fuori o snaturato completamente). Non è bastato perché i soliti giovani vestiti di nero guastassero la festa ai manifestanti di ieri.

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