il pallone d oro di maradona

UN PALLONE (D’ORO) CHE SCOTTA - PARLA IL LADRO DEL PALLONE D’ORO DI MARADONA, L’EX KILLER DI CAMORRA MICHELANGELO MAZZA, UN PASSATO DA RAPINATORE CON ALL’ATTIVO CIRCA 200 COLPI, MA ANCHE SICARIO DEL CLAN MISSO: “ERA INTORNO AL 1990. VOLEVAMO PORTARE VIA ALTRO, MA POI LO TROVAMMO E TRAFUGAMMO ANCHE QUELLO” - AVERLO TRA LE MANI SIGNIFICAVA DIVENTARE L’OBIETTIVO DEI CLAN NAPOLETANI, PERCHÉ ALCUNI CAPI AVREBBERO FATTO DI TUTTO PER RICONSEGNARE IL PREZIOSO AL PIBE DE ORO - MARADONA NE CHIESE UNA COPIA AGLI INVIATI DI “FRANCE FOOTBALL” UN MESE PRIMA DELLA SUA MORTE...

Nello Trocchia per https://www.editorialedomani.it

 

il pallone d oro di maradona

A Domani racconta il suo percorso criminale prima dell’inizio della collaborazione con la giustizia. Da tempo ha cambiato vita e ha scritto un libro in pubblicazione dal titolo Generali dall’inferno. I generali sono i boss che decidono le guerre e l’inferno è di chi quelle guerre le combatte. Mazza, ogni tanto, continua a testimoniare nei processi in corso contro ex alleati e rivali.

 

LE CASSETTE VIOLATE

Anno 1989. Diego Armando Maradona era nel cuore dei napoletani. Aveva appena vinto una coppa Uefa e uno scudetto, si accingeva a portare in città anche il secondo titolo, quattro anni prima aveva trionfato nel Mondiale in Messico con il gol più bello della storia del calcio e con quello, più celebre, segnato con “la mano di Dio”.

 

diego maradona leopoldo luque 2

A piazza Mercato, nel caveau della banca della provincia di Napoli c’erano le cassette di sicurezza della Napoli bene, due intestate a Claudia Villafane, all’epoca compagna e poi moglie del fuoriclasse argentino.

 

Nell’ottobre del 1989, una quindicina di rapinatori, la cosiddetta banda del buco, apre il caveau, scassina le cassette di sicurezza e, tra queste, le due contenenti i preziosi della famiglia Maradona. Un bottino da un miliardo di lire, ma tra orecchini e orologi c’è un oggetto importante, molto importante: il pallone d’oro che la rivista France Football gli aveva consegnato come miglior giocatore dei Mondiali in Messico.

 

mostra fotografica su maradona (11)

Maradona ne chiederà la restituzione per anni, non tanto per il valore economico, ma soprattutto per quello simbolico. Un mese prima della morte, accetterà un’intervista chiedendo agli inviati di France Football una copia del pallone che la camorra gli aveva rubato. Per quel colpo alcuni rapinatori sono stati arrestati, altri no. Tra gli autori del furto che ha sconvolto la città c’era anche Michelangelo Mazza. Sono passati oltre trent’anni, ma il collaboratore di giustizia ricorda quei momenti e quanto è accaduto dopo.

 

CARECA MARADONA

«Era intorno al 1990 (1989, ndr), in due cassette trovammo orologi, diamanti, orecchini e anche questo pallone. Noi non avevamo intenzione di rubarlo, ma quando lo abbiamo trovato lo abbiamo trafugato con tutto il resto. Si componeva di due parti, c’era una base, il piedistallo e la sfera anche se non era tutto d’oro. Fu la mia prima rapina», dice Mazza.

 

Appena realizzato il colpo, la banda porta orologi, orecchini, gioielli e anche il pallone dall’orafo, loro complice. In questo momento si apre una crepa nel cuore dei rapinatori, alcuni sono ovviamente tifosi del Napoli. «Lo abbiamo sciolto subito perché c’era qualcuno di noi che iniziò a tentennare, ma l’orafo disse “questa è la prima cosa che dobbiamo fondere altrimenti lo vogliono tutti”».

 

LA CAMORRA CERCA IL PALLONE

la maglia dell argentina indossata da maradona a messico 1986

Avere tra le mani il pallone d’oro di Maradona significava diventare l’obiettivo dei clan napoletani, alcuni capi avrebbero fatto di tutto per riconsegnare il prezioso al Pibe de oro. Mazza e la banda del buco non avevano aderenze con i clan, lui entrerà nel gruppo camorristico solo successivamente.

 

«Per quella rapina vennero tutti, vennero i Licciardi, i Contini, i Lo Russo e ognuno voleva qualcosa: orecchini, orologi, il pallone, non ebbe niente nessuno. Restituimmo solo due orologi, ma forse non erano neanche di Maradona», aggiunge Mazza.

 

maradona contro l inghilterra

Un dato che, qualche anno fa, è stato confermato proprio da un esponente di vertice del clan Lo Russo. Nel 2011, il collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo ha svelato alcuni retroscena di quella incessante richiesta del pallone e dei gioielli di Maradona.

 

Ha raccontato di aver aiutato il campione argentino a recuperare alcuni orologi di valore che gli erano stati rubati e di aver provato a fare lo stesso anche con il pallone d'oro, ma che era arrivato tardi perché era già stato fuso. In realtà uno degli orologi non era neanche di Maradona che lo aveva restituito.

 

BRUNO CONTI MARADONA

Esattamente come oggi racconta Michelangelo Mazza che spiega il fallimento del tentativo della criminalità organizzata di recuperare il pallone, non solo perché è stato subito fuso, ma anche perché la banda del buco si sentiva autonoma dalla camorra.

 

IL RAPINATORE DIVENTA KILLER

«Noi non avevamo rapporti con la criminalità organizzata, noi facevamo un altro mestiere, io sono diventato un killer del clan successivamente e per questioni di famiglia. Mio zio è stato uno dei più carismatici capi della camorra napoletana e ha trascinato me e i miei parenti in questa faida. Nel 1992 mia zia, Assunta Sarno, fu uccisa dall’Alleanza di Secondigliano, gruppo camorristico rivale, mentre andava in carcere a trovare mio zio. Dovevo esserci anche io quel giorno, ma non volli accompagnarla perché mi ero appena fidanzato», ricorda Mazza. Nel 1999 Giuseppe Misso esce dal carcere e, in quell’anno, guadagnano la libertà anche Michelangelo Mazza e i suoi cugini.

 

bruno longhi maradona

Per la famiglia Misso è la grande occasione per vendicare la morte di Assunta Sarno. «Quando andiamo a prendere mio zio al carcere di Firenze, nel 1999, evitiamo un agguato. Da un punto di vista criminale, in quel momento, mio zio era solo. Tutta la malavita campana lo voleva morto perché usciva perdente da una guerra di camorra. I vincenti erano i criminali dell’alleanza di Secondigliano, ma mio zio volle tornare ai fasti di un tempo e iniziò un’altra guerra di camorra».

 

diego armando maradona al napoli 1

L’ex camorrista, tra il 1999 e il 2006, ha ammazzato 12 persone (per nove delitti è stato condannato in via definitiva, per altri tre è in corso il processo) prima di collaborare con la giustizia. E gli omicidi li ricorda tutti, ricorda un innocente ucciso, ma anche il ferimento di una bambina e tutto il sangue versato nella città che non riesce a liberarsi del suo male antico.

 

«Eravamo dei folli, giovani e folli, mi sono pentito di tutto. All’epoca ero un infame, oggi no perché sto con lo stato», dice Mazza. Quei folli per pochi anni allontanarono da Napoli il più potente gruppo criminale campano, l’alleanza di Secondigliano, e si ripresero la città a colpi di arma da fuoco e omicidi (segue).

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...