PEDOFILI DA CURARE CON IL LANCIAFIAMME - UN EX CHIRURGO FRANCESE 73ENNE, JOEL LE SCOUARNEC, È ACCUSATO DI AVER VIOLENTATO QUASI 300 BAMBINI, SUOI PAZIENTI, MENTRE ERANO ANESTETIZZATI - L'UOMO HA UN DIARIO IN CUI SCRIVE I DETTAGLI DEGLI STUPRI E AMMETTE "SONO UN PEDOFILO" - IN CASA DELL'EX MEDICO SONO STATE TROVATE BAMBOLE GONFIABILI DELLE DIMENSIONI DI UN BAMBINO E OLTRE 300 MILA IMMAGINI DI PEDOPORNOGRAFIA - LA MOGLIE E I COLLEGHI DEL 73ENNE SAPEVANO? SE SÌ, PERCHÉ NON HANNO FATTO NULLA PER FERMARLO? 

Estratto dell’articolo di Eleonora Panseri per https://www.fanpage.it

 

Joel Le Scouarnec

Joel Le Scouarnec, 73 anni, è un ex chirurgo francese accusato di aver aggredito e violentato quasi 300 bambini, molti dei quali suoi ex pazienti, tra il 1989 e il 2014 in Bretagna. Nel mese di febbraio si aprirà il processo a suo carico, il più grande procedimento per abusi su minori nella storia del Paese.

 

L'uomo si è riconosciuto colpevole soltanto di alcuni dei casi di cui è accusato. Il processo, che verrà celebrato a Vannes, nel nord-ovest della Francia, è arrivato a conclusione di accurate indagini della polizia durate diversi anni.

 

Il 73enne è detenuto dal 2017, quando era stato arrestato per aver violentato le sue nipoti, oggi 30enni, una bambina di 6 anni e un'altra giovane paziente. Nel 2020 era stato condannato a 15 anni di carcere. 

joel le scouarnec 3

 

Dopo l'arresto, la polizia aveva perquisito la sua abitazione. Qui aveva trovato diverse bambole gonfiabili delle dimensioni di bambini, insieme a più di 300mila immagini di abusi su minori e a diari in cui l'uomo avrebbe registrato meticolosamente le aggressioni ai suoi giovani pazienti nell'arco di 25 anni.

 

Di fronte a queste evidenze Le Scouarnec avrebbe detto di aver riportato quelle che ha definito "fantasie". In diverse pagine, però, aveva scritto anche: "Sono un pedofilo". Ora il 73enne dovrà rispondere di più di 100 accuse di stupro e 150 accuse di violenza sessuale.

 

Un gran numero delle sue presunte vittime era sotto l'effetto di anestetici durante le aggressioni, non aveva quindi alcun ricordo degli eventi e sono rimaste scioccate quando la polizia le ha contattate e le ha detto che i loro nomi, insieme a descrizioni grafiche degli abusi, erano stati rinvenuti nei diari di Le Scouarnec.

 

Le Scouarnec si sentiva "onnipotente" e gli piaceva la sensazione di mettere in atto "trasgressioni calcolate", si legge nell'ordinanza del tribunale contro l'ex chirurgo citata dal quotidiano francese Le Monde. […]

 

joel le scouarnec 1

L'avvocata Francesca Satta, che rappresenta diverse presunte vittime, ha dichiarato alla Bbc che tra i suoi clienti ci sono "le famiglie di due uomini che ricordavano gli abusi e che alla fine si sono tolti la vita". Una donna ha raccontato ai media francesi che quando la polizia le ha detto che c'era il suo nome nel diario di Le Scouarnec, i ricordi le sono subito tornati in mente.

 

"Ho avuto dei flashback di qualcuno che entrava nella mia stanza d'ospedale, sollevava le lenzuola, diceva che avrebbe controllato se tutto fosse andato bene. – ha detto – Mi ha violentata". Un'altra donna di nome Marie, oggi 30enne, ha raccontato ai media: "Hanno letto quello che aveva scritto su di me e ho voluto rileggerlo io stessa, ma è stato impossibile. Riuscite a immaginare di leggere testi porno hardcore e sapere che riguardano te da bambina?"

 

Joel Le Scouarnec

Marie ha affermato di aver consultato psicologi e psichiatri per anni a causa dei problemi che aveva con gli uomini e che i dottori si erano chiesti se avesse subito traumi infantili. "Devo credere che la mia memoria mi abbia protetta da questo. Ma le indagini hanno riportato tutto in superficie: immagini, sensazioni, ricordi mi sono tornati in mente giorno dopo giorno. – ha commentato – Oggi lo sento come se fosse appena accaduto".

 

Durante il primo processo, che ha portato alla condanna a 15 anni di carcere di Le Scouarnec, sarebbe emersa l'ipotesi secondo la quale diversi membri della famiglia dell'uomo sarebbero stati a conoscenza, fin dalla metà degli anni '80, dei suoi comportamenti nei confronti dei bambini, ma che non fossero intervenuti.

 

L'ex moglie aveva invece negato di sapere cosa faceva il marito, padre di tre figli, prima del suo arresto. Il 73enne era stato per molti anni un medico molto rispettato nella cittadina dove abitava, il che potrebbe avergli garantito un notevole grado di protezione sul posto di lavoro. […]

pedopornografia 1

 

Nei primi anni 2000 una segnalazione dell'FBI alle autorità francesi riportava che Le Scouarnec aveva avuto accesso a siti web contenenti abusi su minori. L'episodio si era concluso con una condanna a 4 mesi con sospensione della pena, senza l'obbligo di seguire cure mediche o psicologiche.

 

Benoist fa notare come i pubblici ministeri non abbiano mai condiviso questa informazioni con le autorità mediche e che non ci sono state conseguenze per l'uomo, che aveva continuato a svolgere il suo ruolo di chirurgo, operando spesso bambini e gestendo le loro cure successive. Quando un collega che nutriva sospetti nei suoi confronti nel 2006 aveva appreso dalla stampa locale le accuse a suo carico, sollecitò l'associazione medica regionale a prendere provvedimenti.

 

pedopornografia

Tutti i dottori, tranne uno, che si era astenuto, ritennero che l'ex chirurgo non aveva violato il codice etico medico e non erano state imposte sanzioni in questo senso. "Abbiamo quindi la prova che tutti questi colleghi lo sapevano e nessuno di loro ha fatto nulla. – ha spiegato Benoist – C'erano molte circostanze che avrebbero potuto significare che avrebbe potuto essere fermato; non lo è stato, e le conseguenze sono tragiche".

 

foto pedopornografiche 2

La città di Vannes si sta preparando a ospitare il processo a carico del chirurgo: tre aule in un ex edificio universitario nelle vicinanze sono state rese disponibili per ospitare le centinaia di presunte vittime, i loro rappresentanti legali e le loro famiglie. La prima udienza è fissata per il 24 febbraio e dovrebbe durare fino a giugno. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”