la cina vuole mettere le mani sull australia

PERCHÉ LA CINA È COSÌ INTERESSATA ALL’AUSTRALIA? – I SERVIZI SEGRETI DI CANBERRA LANCIANO L’ALLARME SULLO SPIONAGGIO CINESE: XI JINPING HA MESSO NEL MIRINO IL PAESE PER I SUOI RAPPORTI CON GLI USA E SOPRATTUTTO PER RAGIONI GEOSTRATEGICHE. IL PIANO DI CONQUISTA DEL MONDO DI PECHINO PASSA (ANCHE) DAL PACIFICO – MINACCE, INTIMIDAZIONI E DONAZIONI “GENEROSE” AI POLITICI

australia e cina

Roberto Fabbri per “il Giornale”

 

L'Australia lancia l'allarme spionaggio. «È più intenso oggi che negli anni della Guerra Fredda», ha detto in Parlamento a Canberra il numero uno dei servizi segreti australiani, ma il vero protagonista di questo preoccupante attivismo contro i cittadini e gli interessi nazionali non è più come un tempo Mosca: oggi è la Cina di Xi Jinping.

 

scott morrison alle hawaii

Bersaglio preferito sono i politici, attraverso lo spionaggio e la corruzione, con donazioni e investimenti generosi ma interessati: l'obiettivo finale è arrivare a condizionare il processo decisionale del Paese. Metodi usati anche con i media e le università australiani. Ci sono poi intimidazioni e minacce sugli studenti di Hong Kong in Australia e contro gli esuli di etnia uigura, oggetto di persecuzioni feroci in patria.

 

australia tra cina e usa

Mentre continua in tutto il mondo la battaglia per la nuova rete 5G che vede sospetto protagonista il colosso cinese Huawei (ieri la Svezia ha deciso di estrometterlo dalle gare), ci sono diverse ragioni per cui un Paese così remoto come l'Australia si trova al centro delle indesiderate interferenze del regime comunista di Pechino.

 

SCOTT MORRISON XI JINPING

Una è certamente la sua appartenenza alla cosiddetta Five Eyes Alliance, la «Alleanza dei cinque occhi» per la condivisione dell'intelligence che riunisce lo zoccolo più duro dello schieramento occidentale: Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e appunto Australia.

 

XI JINPING RIDE

Logico che Pechino cerchi di penetrare i preziosi segreti americani anche passando dall'Oceania. Un'altra ragione è di natura geostrategica: sia pure con qualche distinguo, Canberra fa parte di uno schieramento internazionale che reagisce alla minaccia dell'espansionismo cinese nel sud e sud-est asiatico creando d'intesa con gli Stati Uniti una sorta di barriera anche militare che va dall'India al Giappone, passando da Singapore, Vietnam, Filippine e Taiwan.

 

wang 'william' liqiang la spia cinese fuggita in australia

Va infine ricordato che la Cina è sempre più impegnata a conquistare posizioni strategiche nel Pacifico, un'area dove vastissime porzioni di oceano sono nelle mani di Repubbliche minuscole che tradizionalmente hanno buoni rapporti col gigante australiano. È questa una regione dove Pechino gioca anche una partita spietata contro Taiwan, che qui può contare sull'amicizia di alcuni dei pochissimi Paesi al mondo che ancora scelgono di mantenere relazioni diplomatiche con Taipei invece che con il colosso rosso cinese.

 

wang 'william' liqiang la spia cinese fuggita in australia 2

La Cina usa armi diverse per portare dalla propria parte Paesi come Kiribati o le Isole Salomone, inducendole a espellere i diplomatici taiwanesi per far posto ai propri: di solito offre a questi Stati molto poveri cospicui finanziamenti in cambio di contratti per la pesca oceanica e dell'installazione di strutture che possono essere convertite a uso militare.

 

Ma in alcuni casi lo ha fatto senza successo con la piccola Repubblica di Palau cerca anche di ricattarli economicamente, vietando ai cittadini cinesi di recarsi per turismo nei Paesi di cui intende prendere il controllo. Così chiude il principale rubinetto di valuta estera per Paesi altrimenti costretti a sopravvivere vendendo pesce e noci di cocco.

 

australia vs cina

Lo stile sfoggiato dai cinesi in Oceania è spesso brutalmente colonialistico. A Kiribati, pochi mesi fa, l'arrivo dell'ambasciatore cinese è stato salutato con una cerimonia che avrebbe fatto gridare allo scandalo se fosse stata tenuta per un rappresentante occidentale: il diplomatico ha camminato sui corpi di decine di persone prostrate a terra in segno di sottomissione fino all'ingresso in ambasciata.

la cina vuole mettere le mani sull australiascott morrison isolamento anti coronavirus

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....