PERCHÉ I BAMBINI DELLA “FAMIGLIA NEL BOSCO” NON PASSERANNO IL NATALE IN FAMIGLIA? – SONO SEI I PUNTI CRITICI CHE HANNO PORTATO I GIUDICI A STABILIRE CHE I PICCOLI RESTERANNO IN COMUNITÀ: IN PRIMIS C’È LA VIOLAZIONE DEL DIRITTO ALL’ASSISTENZA LINGUISTICA (LA BAMBINA DI 8 ANNI SA A MALAPENA SCRIVERE IL PROPRIO NOME). POI LA QUESTIONE “VACCINI”. ALTRO ASPETTO RIGUARDA L’IDONEITÀ DELL’ABITAZIONE. E ANCORA: L’ISTRUZIONE COMPLESSIVA, LA SOCIALIZZAZIONE E L’ESPOSIZIONE MEDIATICA – I MAGISTRATI VALUTANO POSITIVAMENTE LE APERTURE DEI GENITORI E LA LORO DECISIONE POTREBBE ESSERE RIVISTA A BREVE. MA SALVINI NON PERDE OCCASIONE PER PUNTARE IL DITO CONTRO LE TOGHE: “PER QUESTI GIUDICI UNA SOLA PAROLA: VERGOGNA...”
1. I BIMBI DELLA FAMIGLIA NEL BOSCO «RESTINO IN COMUNITÀ»: POLEMICHE SULLA SCELTA DEI GIUDICI
Estratto dell’articolo di Valentina Baldisserri e Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”
la famiglia nel bosco - Catherine Birmingham Nathan Trevallion e i figli
I bambini che vivevano nel bosco, non torneranno a casa. Almeno per ora. I giudici della corte d’Appello rigettano il ricorso della famiglia Trevallion che tramite gli avvocati aveva tentato la strada del ricongiungimento con un reclamo. Non è finita perché la difesa ricorrerà, con ogni probabilità, in Cassazione ma intanto quel reclamo a firma degli avvocati Femminella e Solinas è risultato «infondato», immotivato. La ragione essenziale (spiegata nelle pagine di motivazione contestuale) è che non vi sono incongruenze giuridiche nelle decisioni della presidente del Tribunale per i minorenni Cecilia Angrisano.
il presepe e la famiglia nel bosco - vignetta by osho
L’ordinanza depositata oltre un mese fa aveva disposto la sospensione della responsabilità genitoriale per Nathan e Catherine Trevallion, la coppia anglo australiana venuta a vivere in Abruzzo all’epoca del Covid, individuando una serie di aspetti critici poi sintetizzati in sei punti chiave sui quali la difesa aveva deciso di dare battaglia.
Al primo punto c’era la violazione del diritto all’assistenza linguistica. Secondo aspetto: salute dei bambini con la questione «vaccino». Terzo: idoneità della abitazione. Quarto: istruzione complessiva. Quinto: socializzazione. Sesto: esposizione mediatica. Tutti questi argomenti sono stati riconosciuti dalla Corte d’Appello appropriati, coerenti con la condizione dei bimbi, privati di diritti quali l’istruzione e la socialità. […]
la famiglia nel bosco catherine birmingham nathan trevallion
Secondo la legge il bimbo non appartiene allo Stato ma nemmeno ai genitori che devono offrirgli i mezzi per poi autodeterminarsi. I giusti strumenti possono fare la differenza fra interazione con gli altri e asocialità, condivisione e diffidenza, educazione e semplice istinto. Sull’aspetto della socializzazione si giocherà anche la partita giudiziaria futura. Perché il Tribunale per i minorenni che pure registra molte, importanti aperture dei coniugi Trevallion su fronti diversi (dalle modifiche all’abitazione al silenzio stampa autoimpostosi per correggere quell’esposizione mediatica alla quale avevano ceduto in una prima fase) non potrà transigere sul tema «socializzazione».
la famiglia nel bosco catherine birmingham nathan trevallion 6
E così la politica torna a cavalcare la storia dei bimbi neo rurali di Palmoli. Immediato (via social) il commento del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: «Per questi giudici una sola parola: vergogna.
I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà!». Mentre Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. si rammarica: «Nemmeno a Natale i bambini potranno tornare a casa con mamma e papà». E aggiunge: «Di questa famiglia abbiamo letto tutto e di tutto, con un’intromissione di apparati dello Stato in scelte e stili di vita che ciascuno è libero di non condividere ma che ancora non si capisce cosa abbiano a che fare con una decisione, quella di separare i figli dai genitori, che dovrebbe essere assunta solo in casi estremi e di fronte a pericoli vitali».
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Di parere diverso il centrosinistra che con Elisabetta Piccolotti (Avs) ribatte: «Gli avvocati della cosiddetta famiglia del bosco nel commentare la sentenza di oggi sono stati molto più saggi del ministro Salvini e della ministra Roccella, che continuano a fare gli sciacalli con l’unico scopo di preparare il terreno per il referendum sulla giustizia. I bambini devono tornare a casa dai genitori, con la garanzia che non saranno negati loro il diritto all’istruzione e alla socialità che solo la scuola assicura davvero».
Nathan e Catherine Trevallion - la famiglia nel bosco
2. I GIOCHI CON I COETANEI E LA SCOPERTA DEI COMFORT «SONO EDUCATI E GENTILI, MA LE CRITICITÀ CI SONO»
Ilaria Sacchettoni e Valentina Baldisserri per il “Corriere della Sera”
I piccoli Trevallion non sono già più quelli di un tempo: giorno dopo giorno, un insegnamento alla volta, stanno imparando cosa vuol dire convivere e condividere con gli altri tutto: giochi, linguaggio, apprendimento scolastico, pasti. Da qualche settimana, dopo un primo momento di comprensibile turbamento, la reazione alle novità della casa famiglia di Vasto è stata positiva. […] è subentrata l’abitudine al comfort.
Nathan e Catherine Trevallion - la famiglia nel bosco
C’è nostalgia di Lee, è vero, l’anziano e docile purosangue bianco, in compenso c’è la possibilità di fare nuove amicizie con gli altri ospiti: «L’interazione è stata così rapida da lasciare sbalorditi assistenti e ospiti della casa», aveva detto l’ex difensore dei Trevallion, Giovanni Angelucci, che pure li aveva accompagnati all’interno della nuova location.
«I tre figli dei Trevallion sono bambini fantastici, educati, rispettosi. Ma hanno delle difficoltà che non possono essere taciute» spiega Marika Bolognese la curatrice speciale dei piccoli. […] «Si tratta di bambini ben più maturi della loro età (la più grande ha otto anni, i due gemelli sei ndr ). Hanno maturato esperienze sul campo — spiega la curatrice —. Però quando la più grande di otto anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere».
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È evidente che, all’interno della nuova abitazione, i bambini siano stati avviati a un percorso scolastico analogo a quello dei loro compagni. Vi sono orari dedicati all’insegnamento che la mamma, Catherine Trevallion, ha accolto positivamente. Bolognese parla allora di «criticità superabili».
Non solo, ma anche apertura, disponibilità dei genitori al confronto. Queste sono le parole chiave per leggere con un certo ottimismo il futuro.
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Se ieri la Corte d’Appello ha respinto il ricorso dei legali dei Trevallion, in futuro la Cassazione potrebbe rivalutare positivamente tutti i progressi […]
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