dubai

OLIGARCA MA 'NDO VAI? A DUBAI! - DOPO LE SANZIONI LA NUOVA META PER GLI AMICI DI PUTIN SONO GLI EMIRATI. DECISIVA LA PARTITA DEL PETROLIO. LA PRESSIONE DI BIDEN SUI PAESI DEL GOLFO SI SCONTRA CON I RAPPORTI DELLO "ZAR" VLAD CON L’OPEC - NEL MONDO ARABO LA RUSSIA E' MENO OSTRACIZZATA DI QUANTO SEMBRA A NOI: RACCOGLIE I FRUTTI DEL SUO ESPANSIONISMO IN SIRIA ED E' RISPETTATA PER IL SUO RUOLO MILITARE IN QUEST'AREA...

Federico Rampini per il Corriere della Sera

 

dubai 7

Qualche giorno trascorso all’Expo di Dubai e Abu Dhabi offre una prospettiva particolare sulla guerra in Ucraina. La «sofferenza» degli oligarchi russi, l’impoverimento di Mosca, l’isolamento di Putin, appaiono sotto una luce diversa in Medio Oriente. Gli hotel extralusso di Dubai registrano il tutto esaurito grazie agli oligarchi russi.

 

Vengono espropriati di beni a Saint Tropez e in Costa Smeralda, cacciati dalle banche inglesi e svizzere, ma negli Emirati trovano un paradiso fiscale e bancario accogliente, almeno per adesso, dove attutire la morsa delle nostre sanzioni. Nel Golfo e in generale nel mondo arabo la Russia è meno ostracizzata di quanto sembra a noi: raccoglie i frutti del suo espansionismo in Siria e altrove, è rispettata per il suo ruolo militare in quest’area.

 

dubai

La partita

Decisiva è la partita del petrolio. Finché il barile di greggio resta sopra i 110 dollari Putin continua a incassare abbastanza da finanziare la sua aggressione. La Russia ha costruito negli anni un rapporto eccellente con l’Opec al punto che il cartello è stato ribattezzato Opec+ (più Mosca, appunto). Emirati e Arabia saudita potrebbero creare grosse difficoltà a Putin, se soltanto volessero aumentare la produzione e quindi far calare i prezzi. Sono le uniche due nazioni che hanno un’ampia capacità produttiva inutilizzata.

 

Gli Emirati sono oggetto di una formidabile pressione da parte di Biden e sembrano disponibili a fare questo favore all’America; negli ultimi giorni si sono smarcati dai loro cugini sauditi e si sono espressi a favore di un aumento dell’estrazione di greggio. Questo sarebbe un duro colpo per la Russia, ben più significativo del simbolico embargo americano (gli Stati Uniti importano pochissimo petrolio da Mosca).

 

dubai 1

Ma non è detto che i sauditi e altri membri del cartello vogliano sabotare così apertamente il loro «membro esterno». Il braccio di ferro in seno all’Opec indica che Putin è stato abile nel tessere le fila delle sue alleanze internazionali.

 

Il lusso

Il «tutto esaurito» nei sontuosi hotel a sette stelle di Dubai, dove si sente parlare il russo molto più dell’arabo, e dove vanno a ruba suite da cinquemila euro a notte, ci rivela che molti oligarchi probabilmente avevano un piano B pronto da tempo, per fronteggiare i sequestri di beni. La compattezza fin qui mostrata dall’Occidente potrebbe non bastare. L’Occidente non è tutto.

 

dubai 2

Per quanto la forza delle nostre sanzioni sia senza precedenti, ci sono aree del mondo dove gli straricchi trovano sempre un’accoglienza discreta e servizievole. Il denaro crea indulgenze ad ogni livello. Quando gli artisti italiani Roberto Bolle e Mahmood hanno avuto gesti di solidarietà con l’Ucraina all’Expo di Dubai, le autorità locali hanno espresso irritazione.

 

Non è solo il capitale russo che fa gola; è anche la geopolitica di Putin ad aver conquistato rispetto in quest’area del mondo. Molto prima che Joe Biden affermasse il suo rifiuto categorico di un conflitto diretto Nato-Russia in Ucraina, un altro gesto rimase impresso nella memoria dei leader arabi: fu quando Barack Obama annunciò una «linea rossa» da non oltrepassare in Siria, cioè l’uso di armi chimiche contro la popolazione civile; Assad ignorò l’ultimatum e non accadde nulla. Da allora la Siria è diventata un protettorato militare della Russia e il potere di Assad è saldo.

 

dubai

Perfino Israele negozia con i militari russi quando vuole lanciare raid contro i terroristi filo-iraniani basati in Siria; è una delle ragioni per cui Tel Aviv ha avuto delle ambiguità sull’Ucraina. I muscoli militari che Putin ha esibito in Medio Oriente o in Africa, la stessa aggressività che suscita orrore tra noi europei pacifisti, altrove incute un timore che sconfina facilmente nell’ammirazione.

 

I dubbi

dubai 5

La geopolitica «non è una cena di gala», per parafrasare Mao Zedong, e il leader russo nel suo cinismo applica regole del gioco che altri condividono. La ritirata di Biden da Kabul aveva una razionalità profonda: dopo vent’anni di guerra era inutile illudersi di esportare democrazia e diritti; l’America ha bisogno di concentrarsi sulla sfida prioritaria con la Cina anziché disperdersi in conflitti periferici.

 

vladimir putin

Tuttavia l’uscita dall’Afghanistan ha seminato dubbi tra diversi leader del mondo arabo, che si chiedono se lo Zio Sam vorrà ancora esercitare un’influenza decisiva nelle loro aree. Ciò accade mentre russi e turchi offrono servizi mercenari in diversi conflitti locali, e i cinesi progettano nuove basi militari in queste zone.

 

La sensibilità umanitaria ha indotto Washington e le capitali europee a limitare le forniture militari ai sauditi e agli Emirati nel conflitto dello Yemen dove agiscono milizie sciite filo-iraniane; il risultato è che i sunniti cercano armi a Mosca e Pechino. L’Iran non smette di spaventare i vicini, anche se Biden ora cerca di ricucire con tutti i nemici di ieri (Venezuela incluso).

 

joe biden

Il vento dell’ambientalismo radicale che soffia a Washington e nelle capitali europee genera a sua volta contraddizioni stridenti. Fino all’altro ieri parlavamo di un mondo carbon-free quasi fosse dietro l’angolo. Ora i telefoni di Riad e Abu Dhabi squillano perché i leader occidentali chiedono più energie fossili, e a prezzi ragionevoli. Subito, per favore.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO