VADE RETRO SCHETTINO - IL PM: “IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA DOVUTO A FATTORE UMANO. L’EX COMANDANTE NON È SCUSABILE, QUELLA NOTTE FECE VALUTAZIONI TESTICOLARI E NAVIGÒ A BRACCIO”

Da “ilmessaggero.it

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Ha raggiunto verso le 11 il Teatro Moderno di Grosseto ed è entrato in aula per seguire la requisitoria del pm che lo riguarda. Il ritardo, ha spiegato lo stesso imputato incontrando alcuni giornalisti nel foyer, è dovuto a un «problema tecnico»: in pratica non partiva per un guasto l'auto di un suo difensore, l'avvocato Domenico Pepe, che lo doveva accompagnare al processo. Schettino quando ci sono le udienze alloggia nei dintorni di Grosseto.

Il sostituto procuratore Alessandro Leopizzi ha iniziato a ripercorrere la vicenda del disastro navale sottolineando che questo caso «non è un mistero all'italiana come potrebbe essere stato Ustica ma le circostanze sono chiare».

Assiste all'udienza, nella parte del teatro Moderno riservata al pubblico, il già procuratore di Grosseto Francesco Verusio, da qualche giorno in pensione.

Francesco Schettino «aveva un' esuberanza che lo portava a non essere sincero». La frase è contenuta in un rapporto di servizio che l'ex comandante di Costa Crociere, Mario Terenzio Palombo, scrisse quando aveva Schettino alle sue dipendenze. Il documento è stato proiettato in aula e anche sulla base di esso il pm Leopizzi ha iniziato a tracciare la disamina dei fatti accusando lo stesso Schettino.

schettino FUGGE DALLA NAVEschettino FUGGE DALLA NAVE

 

SCHETTINO DOMNICA SU CHISCHETTINO DOMNICA SU CHICOSTA CONCORDIA COSTA CONCORDIA

Nel testo che fu scritto da Palombo si legge anche che il vecchio comandante, a suo tempo, non ebbe un buon rapporto con Schettino perchè «per motivi professionali o sue caratteristiche caratteriali» non diceva la verità. Inoltre, sempre in inizio di requisitoria, il pm ha ripreso alcune affermazioni dello stesso Schettino fatte a una delle udienze recenti in cui in buona sostanza faceva capire che le carriere dentro Costa Crociere potrebbero essere avvenute anche attraverso passaggi clientelari o, come ha detto chiaramente il pm riprendendo sempre Schettino «con bustarelle».

Il pm con ironia ha quindi evidenziato che però anche Schettino «faceva parte di Costa Crociere, una compagnia che in quattro anni lo fece passare da comandante di petroliere a comandante di grandi navi da crociera».

«Perché Schettino non resettò da sé il radar quando arrivò in plancia di comando dopo la cena? Perché Schettino non ci vede. Lo ha dichiarato lui stesso: 'Non vedo bene il monitor in modalità notturna'». Lo ha detto il pm Alessandro Leopizzi nella requisitoria aggiungendo che Schettino «inoltre non ebbe nemmeno l'umiltà di chiedere che le modifiche alla rotta venissero poste sul radar dai suoi ufficiali sapendo che di notte ci vedeva male». Anche per questo la Concordia finì sugli scogli.

Il pm Leopizzi sta disarticolando la difesa che lo stesso Schettino ha fatto quando è stato interrogato in aula accusando, a sua volta, i suoi ufficiali e in particolare Ciro Ambrosio che lo sostituiva alla guardia, al governo della nave, mentre lui cenava. «Ufficiali che - ha detto il pm - hanno comunque pagato (col patteggiamento del luglio 2013, ndr) per le loro colpe». E sul mutismo dei suoi ufficiali in plancia il pm Leopizzi ha chiosato: «Ma il primo ufficiale» cioè Schettino «è il diretto interessato» ai mutamenti della rotta e a quanto succedeva nella navigazione «ma non esplicita l'inerzia dei suoi ufficiali, anche lui sta zitto e non dice niente», «non fa reminding ai suoi, non suggerisce, non ordina. Le condotte di Schettino sono state altrettanto insufficienti».

«La condotta di Schettino è inescusabile, inenarrabile, prese un granchio cercando la sua nave sul monitor, senza vederci bene e buttando un'occhiata 'fugace', come dice lui», e «credendo di essere un miglio indietro», «non si ferma, fa un errore marchiano ai limiti dell'incredibile». Così prosegue la requisitoria del pm Alessandro Leopizzi parlando anche di «valutazioni testicolari dell'imputato» mentre la nave va a 16 nodi «in acque ristrette» vicino a un'isola e all'imbocco di un porto (al Giglio) dove «l'ondata della Concordia avrebbe potuto rovesciare eventuali gozzi da pesca che anche a gennaio potevano uscire in mare e che, miracolosamente, non c'erano».

COSTA CONCORDIA RIPRESA DA UN DRONE COSTA CONCORDIA RIPRESA DA UN DRONE

 

«Schettino - ha detto Leopizzi - vuole davvero passare vicino al porto del Giglio, su richiesta del maitre Tievoli: da otto minuti vicino al radar sta inventandosi una rotta sul momento, naviga 'a braccio'», «la Concordia era in un altro punto rispetto a quanto credeva».

Sulla plancia, ha anche detto il pm, «Schettino ha detto che non sopportava il disturbo e che gli davano fastidio i giapponesi in visita di cui peraltro non c'è conferma: ma quella sera del naufragio - ha affermato Leopizzi - riempì la plancia di gente che rideva e scherzava». Schettino «non si preoccupò di mettere una vedetta», «neanche dopo i fraintendimenti col timoniere», anzi «l'aletta di sinistra diventa palco d'onore per i suoi ospiti in plancia».

 

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