zelensky erdogan putin

LA POLITICA INTERNAZIONALE NON CONOSCE BUONI O CATTIVI: SOLO INTERESSI – BASTI PENSARE AL RUOLO DI ERDOGAN, CHE ORA SI ERGE A NEGOZIATORE – QUIRICO: “CHI FINO A LUNEDÌ NON LO AVREBBE INCASELLATO NELLA CATEGORIA "TIRANNI"? OGGI TUTTI ZITTITI. NON ARIEGGIANO PIÙ UMORI CRITICI. UN MUSULMANO NAZIONAL INTEGRALISTA E’ L'UNICO CHE TENTA DI FAR LA PACE IN UNA MISCHIA TRA DUE NAZIONI CRISTIANE. LUI CHE HA LITIGATO CON TUTTI, HA MOLTIPLICATO I DISGELI, CON ARABIA SAUDITA ED EMIRATI, RITORNA AL TENERO CON ISRAELE, PERFINO CON LA GRECIA HA PROVATO A FARE MARCIA INDIETRO. È LO STILE DEL GIORNO…”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

ZELENSKY ERDOGAN PUTIN

Comunque vada a finire, che sia davvero l'inizio di una tregua e poi di una pace, oppure un infido trucco delle due parti per guadagnare tempo, dovremo ringraziare lui, Erdogan, per averci provato, per esser rimasto l'unico che tenta di mettere a uno stesso tavolo russi e ucraini; che non «parli di» ma che «tenti di» ottenere un po' di pace in quel campo d'armi sconfinato, in quella pianura che è stata invasa, afflitta, spogliata, forse barattata.

 

putin erdogan gustano un cornetto

Sì, Erdogan, avete letto bene: il sultano, il restauratore degli ottomani, il bombardatore implacabile dei curdi, il protettore ad lib di tutti i jihadisti più feroci della terra, il disseminatore di caos a livello internazionale, l'uomo che per esser sicuro di non vedersi più davanti la piazza della libertà, la Maidan di Istanbul, la ha cancellata urbanisticamente, il commesso viaggiatore di droni che hanno massacrato gli armeni e i tigrini tanto per non darsi obiettivi di piccolo cabotaggio. Perfino la Merkel lo trattava con i guanti, uno che nel suo Palazzo le donne le fa stare in piedi.

 

ERDOGAN PUTIN

Ancora: il sultano che di profughi se ne intende così bene da averne fatto una voce del prodotto interno lordo, facendosi pagare profumatamente da noi europei per ogni siriano che non inoltra verso i nostri confini. Un affarone: soldi dall'Europa e anche manodopera infantile a bassissimo costo per le botteghe del tessile. Perfino i golpe se li crea da solo, abituato com' è fare il bello e il cattivo tempo, con il depistaggio più riuscito della storia recente.

 

recep tayyip erdogan colloqui per la pace in ucraina

Con Erdogan finora potevi fare affari soltanto tenendoli un po' nascosti, un po' vergognandotene come appunto pagargli la custodia dei siriani fuggiaschi. Regolatore di ogni volontà, soffocatore di ogni dissenso, piramidale, fosco: la Nato lo considerava un aderente infido da tenere d'occhio, più dedito a un egoistico e sproporzionato espansionismo che alla difesa del cosiddetto mondo libero.

 

E invece adesso... Poichè siamo costretti a sperare che si consolidi la sua mediazione nella terrificante guerra nel cuore d'Europa portando almeno a un cessate il fuoco, vedrete che gli occidentali si metteranno in viaggio per Costantinopoli con facce serie, approvatrici, trattenute e ipocrite per andare a ringraziarlo e stringere la mano a questo mediatore unico.

 

recep tayyip erdogan colloqui per la pace in ucraina

Giuro, è così. La metamorfosi del tiranno. Si è detto e ridetto da un mese che questo conflitto è destinato a cambiare la storia. Il mondo non sarà più lo stesso. Tutto riparte da zero, il passato non esiste più, il passato è sorpassato. Verissimo. Erdogan ne è la prova. Chi fino a lunedì pomeriggio non lo avrebbe incasellato con fare spiccio nella categoria "tiranni", sotto categoria '"autocrazie travestite più o meno da democrazie"? Appena una riga sotto Putin Vladimir: ma esclusivamente per le diverse dimensioni geografiche, il peso economico e le possibilità di nuocere. Da lunedì scorso tutti zittiti. Non arieggiano più umori critici.

 

erdogan putin

La Francia che da anni, dai tempi di Sarkozy, minaccia sconquassi se qualcuno osa nominare un possibile ingresso della Turchia nell'Unione ha ammorbidito i toni.

Macron se lo affianca come l'unico che ha continuato a telefonare a Putin.

 

Lui le sanzioni alla Russia non le ha mai messe, ma evitiamo di ricordarglielo come facevamo fino a ieri accusandolo di complicità. O rinfacciargli gli Stretti chiusi alle navi da guerra belligeranti ma solo dopo che la flotta russa è passata per andare a mettere in ceppi il mar nero e Odessa. Il gas e il grano russo gli servono, sono indispensabili, nessuno gliene farà ormai una colpa. E gli oligarchi che fanno la fila in Turchia dove sono al riparo da sequestri, prelievi e impoverimenti, yacht compresi e trapiantano i miliardi? Le sanzioni per lui sono un affare, l'ennesimo.

 

il presidente turco erdogan

E il fatto stesso che il mediatore sia lui, rubando la parte ai professionisti del riattaccare i cocci tra le nazioni, ovvero l'Onu, non è un segno dei tempi nuovi che rovesciano la storia ? Che un musulmano nazional integralista che rimette il velo alle turche e riapre moschee sia l'unico che tenta di far la pace in una mischia tra due nazioni cristiane che hanno dato in scalmane? È un po' come se nel cinquecento fosse intervenuto il sultano Selim il crudele per far stringere la mano a Carlo di Spagna e Francesco di Francia.

Il pacificatore del palazzo di Dolmalbahce ha le sue ragioni per industriarsi a pacifista. Il prossimo anno in Turchia ci saranno le elezioni.

 

serena cappello mario draghi emine e recep tayyip erdogan sergio e laura mattarella

Passaggio delicato come forse mai prima per questo invincibile poco disposto a sentirsi dimissionario. La crisi economica che ha massacrato la moneta turca e le strambe misure che il sultano ha ordinato per salvarla hanno sotterrato le promesse di sviluppo permanente. La gente mugugna afflitta da povertà, le città nuove di zecca stile pasticceria, tutta vetrine, tirate su ovunque rischiano di diventare archeologiche testimonianze di una pingue e opaca ispirazione di grandeur mortificata, deviata, che si intoppa. A questo si aggiunge una opposizione che stavolta sembra decisa a non fare da figura retorica.

mario draghi recep tayyip erdogan g20

 

Così giorno dopo giorno senza troppo chiasso Erdogan ha cambiato linea in politica internazionale: lui che ha litigato con tutti, ha moltiplicato i disgeli, con Arabia saudita ed Emirati, ritorna al tenero con Israele, perfino con la Grecia ha provato a fare marcia indietro. È lo stile del giorno. A risponder picche al soft power di Erdogan son rimasti solo l'Egitto e la Siria di Bashar Assad che è un nemico storico e irrimediabile.

 

il presidente della turchia erdogan

Con Putin era finora concorrenza tra due travagliosi espansionismi paranoici che sembrano usciti dal baule della storia in cui sono stati riposte le divise del nonno. In Libia si sono combattuti sostenendo opposti pretendenti al potere acconciandosi a una spartizione delle influenze. Anche in altre crisi africane le mire di Erdogan si sono scontrate con i fastidiosi mercenari russi della Wagner pronti ad accorrere ovunque ci sia un colpo di stato da sostenere. Ora possono rendersi utili l'uno per l'altro.

ursula von der leyen lasciata senza poltrona da erdogan e michel 1ursula von der leyen lasciata senza poltrona da erdogan e michel 2joe biden recep tayyip erdogan

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?