iene vaticano don gabriele martinelli  abusi

COLPO DI SCENA AL PROCESSO PER LE PRESUNTE VIOLENZE AL PRESEMINARIO "SAN PIO X": ASSOLTO DON GABRIELE MARTINELLI, ACCUSATO DI ABUSI SUI CHIERICHETTI - LA CORTE PRESIEDUTA DA GIUSEPPE PIGNATONE HA RILEVATO "CONTRADDIZIONI E ILLOGICITÀ" NELLE DICHIARAZIONI DEL SEMINARISTA-ACCUSATORE - ANCHE SE SONO ACCERTATI I RAPPORTI SESSUALI "DI VARIA NATURA ED INTENSITÀ", TRA L'IMPUTATO E LA PERSONA OFFESA - PER IL TRIBUNALE MANCA LA PROVA PER AFFERMARE CHE LA VITTIMA SIA STATA COSTRETTA CON VIOLENZA O MINACCIA…

Gianluigi Nuzzi per "la Stampa"

 

don Gabriele Martinelli

«Contraddizioni e illogicità» nelle accuse che il giovane seminarista muoveva contro il suo presunto aguzzino, don Gabriele Martinelli, tanto da spingere la corte presieduta da Giuseppe Pignatone ad assolvere l'imputato da ogni reato dopo un anno di udienze.

 

In Vaticano si chiude con un colpo di scena il processo sulle presunte violenze a un chierichetto del Papa, L.G., tra il 2006 e il 2012, azzerando di fatto l'impalcatura che il promotore di giustizia aveva costruito dall'inverno del 2017 quando iniziò a indagare su quanto accadeva nel pre-seminario san Pio X che occupava due piani di palazzo san Carlo, uno degli edifici più prestigiosi del piccolo Stato.

 

il servizio delle iene sui presunti abusi ai chierichetti del papa 2

L'accusa aveva chiesto sei anni di reclusione per don Martinelli per atti di violenza carnale aggravata e atti di libidine aggravati e quattro anni per don Radice, all'epoca rettore della struttura, per favoreggiamento. Al contrario, secondo i giudici pur ritenendosi «accertati i rapporti sessuali, di varia natura ed intensità, tra l'imputato e la persona offesa, effettivamente protrattisi per l'intero arco ultraquinquennale, difetta la prova per affermare che la vittima sia stata costretta dall'imputato con la contestata violenza o minaccia».

 

il servizio delle iene sui presunti abusi ai chierichetti del papa

Per questo per i fatti contestati fino al 9 agosto 2008 don Gabriele non è punibile essendo all'epoca minore di sedici anni, mentre per quelli successivi è stato assolto per insufficienza di prove. Al contrario, però, il collegio ritiene che per quanto accaduto tra l'estate del 2008 e la successiva primavera si integri «comunque il reato di corruzione di minorenni che però è stato dichiarato estinto per prescrizione», maturata già nel 2014. Don Radice, invece, esce assolto perché il fatto non sussiste.

il servizio delle iene sui presunti abusi ai chierichetti del papa

 

Era accusato di aver scritto una lettera dalla firma apparente del vescovo di Como, monsignor Coletti, dal quale dipendeva il pre seminario ma per il collegio quella missiva «non risulta idonea a costituire alcun aiuto a eludere le indagini». La vicenda non è ancora chiusa perché bisogna vedere se il promotore di giustizia ricorrerà in appello. Senza dimenticare che un'inchiesta gemella è ancora aperta dalla procura di Roma con un fascicolo nel quale sono finite diverse informative dei carabinieri sugli stessi fatti.

 

don gabriele martinelli

È anche vero che l'ufficio del promotore di giustizia ha vissuto ieri una delle peggiori giornate nel pontificato di Francesco. La sentenza infatti smentisce la prospettazione dell'accusa che contava su uno specifico intervento del Papa che aveva tolto la prescrizione per i reati sessuali pur di permettere di accertare la verità. Sempre ieri l'azzeramento del processo al cardinale Becciu, con il collegio che ha annullato il rinvio a giudizio per la compravendita del palazzo di Londra, è figlio di una censura dei giudici nei confronti dell'ufficio del promotore tanto da dover tornare indietro.

il servizio delle iene sugli abusi ai chierichetti del papa in vaticano 3

 

Nei sacri palazzi c'è chi si interroga sulla compiutezza della riforma della giustizia vaticana che ha visto cambiamenti negli organigrammi, a iniziare dall'insediamento di Pignatone ma che forse non è stata così incisiva sull'ufficio del promotore.

 

Senza sindacare ovviamente sulla riconosciuta competenza giuridica del professor Roberto Zanotti, a capo dell'accusa, e dell'avvocato Alessandro Diddi, suo primo collaboratore, ci si interroga sull'efficacia effettiva di un ufficio affidato a giuristi e non magistrati.

 

DON GABRIELE MARTINELLI

Zanotti è infatti docente alla Lumsa mentre Diddi è un brillante penalista romano. Di certo la macchina giudizaria in vaticano oggi non è paragonabile a quella del pontificato di Benedetto XVI nel corpo investigativo, in tribunale, e con tutti gli interventi legislativi introdotti, ma le bacchettate al promotore sono destinate, con ogni probabilità, a incidere sul futuro di quell'ufficio.

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...