storari greco amara

GIUSTIZIA AMARA – IL PROCURATORE CAPO DI MILANO FRANCESCO GRECO IN PROCURA A ROMA. E SULL'INCHIESTA AMARA DICE: NESSUNA INERZIA NELL'INDAGINE (INNESCATE DALLE RIVELAZIONI DELL’EX AVVOCATO ESTERNO DELL’ENI SULLA PRESUNTA LOGGIA SEGRETA UNGHERIA). GLI ACCERTAMENTI SULLE DICHIARAZIONI DI AMARA VENNERO FATTI, MA CON PRUDENZA E CAUTELA – LA CONTROFFENSIVA NEI CONFRONTI DEL PM STORARI. LA TESI DI GRECO È CHE…

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Da repubblica.it

 

francesco greco

Il procuratore capo di Milano Francesco Greco sta incontrando a Roma il collega romano Michele Prestipino. Il magistrato milanese è entrato nell'ufficio di  Prestipino  insieme ai pm romani Roberto Tucci e Rosalia Affinito che indagano per calunnia Marcella Contrafatto, l'impiegata del Csm (ora sospesa)  che avrebbe diffuso verbali secretati di interrogatori resi ai pm di Milano dall'avvocato Piero Amara. In una altra tranche di indagine è indagato per rivelazione del segreto d'ufficio il pm Paolo Storari il cui interrogatorio è fissato per domani.

 

PAOLO STORARI

Il colloquio romano arriva subito dopo che la Procura di Milano ha dichiarato di non essere stata inerte sulle indagini innescate dalle rivelazioni di Amara sulla presunta loggia segreta Ungheria. Lo ha scritto lo stesso Greco nella relazione che stamattina ha inviato al procuratore generale milanese Francesca Nanni sul caso dei verbali resi tra dicembre 2019 e gennaio 2020 dall'avvocato siciliano. L'inerzia è invece la tesi  che sostiene il pm Storari, il quale per "autotutelarsi",  consegnò nell'aprile 2020  i verbali all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo.

PIERO AMARA

 

La relazione dovrà essere ora valutata dalla pg Nanni che si è limitata a dire che "ci sono accertamenti da fare".  "E' più segreta di una indagine", ha spiegato la pg che adesso deve valutare quella che è la versione dei fatti del Procuratore della Repubblica Greco per poi eventualmente svolgere accertamenti. Compresa la richiesta di una relazione anche al pm Storari. Dopo di che la documentazione dovrebbe essere trasmessa al procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi che, come ha annunciato nei giorni scorsi, dovrebbe avviare un'istruttoria disciplinare.

 

laura pedio

Greco spiegherebbe che gli accertamenti sulle dichiarazioni di Amara vennero fatti, ma con prudenza e cautela. I primi tre nomi, Amara, il suo ex collaboratore Alessandro Ferraro e il suo ex socio Giuseppe Calafiore, vennero iscritti per associazione segreta nel maggio 2020. Mentre Storari avrebbe voluto iscrivere subito almeno 6 persone per fare tabulati e intercettazioni. Ma, secondo la ricostruzione di Greco, fu il pm stesso a danneggiare le indagini facendo uscire la notizia, mettendole in mano a Davigo, quelle carte segretate, all'insaputa dei vertici dell'ufficio.

 

 

Storari, che era titolare, assieme all'aggiunto Laura Pedio, dell'inchiesta sul 'falso complotto Eni in cui Amara è indagato e nella quale vennero raccolti quei verbali, l'8 aprile scorso informò Greco del fatto che aveva consegnato le carte a Davigo un anno prima. E ciò perché il pm solo in quel periodo seppe che la Procura romana stava indagando sull'ex segretaria di Davigo per la diffusione di quelle carte segretate.

piercamillo davigo al tg2 2

Storari si spogliò dei fascicoli sul "falso complotto" e di quello sulla rivelazione del segreto d'ufficio, che poi andò a Roma. Nel frattempo, Greco e Storari nelle scorse settimane erano stati anche protagonisti di un diverbio nella chat interna della Procura, dopo che nel processo sul caso Eni-Nigeria, su cui la Procura puntava molto, erano arrivate tutte assoluzioni, a metà marzo.

 

Sia Amara che l'ex manager Eni e imputato Vincenzo Armanna sono stati molto "valorizzati" dai pm del caso Nigeria, tra cui l'aggiunto Fabio De Pasquale, mentre Storari aveva una diversa linea nelle indagini e valutò anche profili di calunnia nelle loro dichiarazioni. Ed entrò in contrasto nella conduzione dell'inchiesta pure con l'aggiunto Pedio, oltre che con Greco.

 

Dopo le tre iscrizioni, il procuratore Greco aveva coinvolto anche l'aggiunto e responsabile dell'anticorruzione Maurizio Romanelli: gli ha girato le carte, verbali della "discordia" compresi, affinché li leggesse in quanto l'intenzione era potenziare il pool di pm che si occupava del caso.

 

piercamillo davigo al tg2 3

Poi, in una riunione a settembre si decise di trasmettere gli atti alla Procura di Perugia (dove arrivarono materialmente a gennaio scorso), perché l'ex legale esterno dell'Eni tirava in ballo diversi magistrati romani. In quel periodo ci fu anche un interrogatorio congiunto di Amara da parte dei pm milanesi e perugini.

 

 

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