MAL DEI CARAIBI – PRONTI ALL’ESCALATION? LA “USS GERALD FORD”, LA PIÙ GRANDE PORTAEREI AMERICANA, È ARRIVATA NEL MAR DEI CARAIBI: UN’INVASIONE DEGLI STATI UNITI IN VENEZUELA È SEMPRE PIÙ VICINA – IL PRESIDENTE VENEZUELANO MADURO HA MOBILITATO L’ESERCITO E I “VOLONTARI” (OLTRE 200 MILA UOMINI) – CARACAS VORREBBE IMITARE LA STRATEGIA DI GUERRIGLIA USATA IN VIETNAM CONTRO GLI AMERICANI DAI VIETCONG - LA RUSSIA, GRANDE ALLEATA DI MADURO, HA INVIATO LE PRIME CONSEGNE PER RAFFORZARE I SISTEMI AEREI DI CARACAS…
1 - ALTA TENSIONE NEI CARAIBI MADURO MOBILITA L’ESERCITO PER PREPARARE LA GUERRIGLIA
Estratto dell'articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
la uss gerald ford nel mar dei caraibi 2
Torna altissima la tensione nei Caraibi con l’arrivo della mega-portaerei americana Uss Gerald Ford, la più grande ai comandi del Pentagono, che sta per raggiungere il suo gruppo d’attacco, composto da oltre quattromila marinai e decine di aerei da combattimento.
[…] Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro, che gran parte della comunità internazionale non riconosce come tale dopo i brogli delle ultime elezioni, ha reagito mobilitando l’esercito e i «volontari»: oltre 200 mila uomini, secondo Caracas, molti meno, secondo le stime degli analisti. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, figura chiave del regime para-militare che governa il Paese, ha dichiarato lo stato d’allerta generale mentre è stato attivato il piano di difesa integrale per proteggere «infrastrutture sensibili come elettricità, acqua, gas, scorte alimentari, stazioni di servizio, trasporti e le principali vie di comunicazione».
lo schieramento americano contro il venezuela
Il Venezuela si starebbe preparando a una invasione americana, imitando la strategia di guerriglia diffusa che ebbe successo in Vietnam. Secondo quanto riferito dalla tv di Stato, Caracas è pronta a una «resistenza prolungata», con piccole unità militari impegnate in azioni tattiche e di sabotaggio in oltre 280 punti del vasto Paese. Nella regione tornano paure e minacce da Guerra fredda: Mosca, alleata strategica di Caracas, ha inviato le prime consegne per rafforzare i sistemi aerei del Venezuela.
Le Nazioni Unite hanno espresso «profonda preoccupazione» per le tensioni fra Stati Uniti e Venezuela, auspicando un’iniziativa diplomatica che porti a una de-escalation. E preoccupazione si respira da giorni anche al vertice dell’Onu sul clima in corso a Belém, in Brasile, dove martedì il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha aspramente criticato i bombardamenti ordinati dal presidente Donald Trump su presunte imbarcazioni narcos, che hanno provocato la morte di almeno 76 persone al largo delle coste del Venezuela. […]
Maduro, nel tentativo di trovare nuove sponde internazionali, ieri ha indirizzato una lettera aperta ai capi di Stato e di governo della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, riuniti in Colombia, nella quale denuncia le minacce che incombono sulla sovranità del Venezuela e lancia un appello affinché si uniscano gli sforzi in difesa dell’America Latina come zona di pace. «Il Venezuela non accetterà nessun tipo di controllo» scrive Maduro.
«Non accettiamo che sotto eufemismi come “sicurezza” o “lotta al narcotraffico” si cerchi di imporre la vecchia Dottrina Monroe, che mira a trasformare la nostra America in teatro di invasioni e colpi di Stato per “cambiare regime” e rubare le nostre immense ricchezze e risorse naturali».
2 - PRONTI MISSILI CRUISE E NAVI DA ASSALTO LA LISTA DEI BERSAGLI (E L’OBIETTIVO FINALE)
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
la uss gerald ford nel mar dei caraibi 1
La portaerei Ford è arrivata nei Caraibi ed è sotto l’autorità del Comando Sudamericano, a disposizione della Joint Task Force creata per agire contro i narcos e, eventualmente, il Venezuela. Non è chiaro se Donald Trump abbia intenzione di scatenare un nuovo conflitto: il presidente ha negato ma intanto ha schierato l’Armada con la quale può iniziarlo in qualsiasi momento.
Il Washington Post ha indicato una scala di target. […] Il primo è il contrasto degli scafi coinvolti nel traffico di droga: già 20 gli strike (anche nel Pacifico), almeno 70 i morti. […]
Il secondo gradino è rappresentato dalle installazioni a terra dei trafficanti: le piste clandestine nelle regioni di Apure e Catatumbo, i laboratori per la coca, gli approdi lungo la costa. Il terzo è più militare e in questo caso coinvolge i venezuelani. Nella mappa redatta dal quotidiano entrano le basi sulle isole La Ochila e Margarita, quindi la grande caserma El Libertador (definito il principale hub logistico) e il forte Tiuna, che ospita il ministero della Difesa.
LO SCHIERAMENTO AMERICANO CONTRO IL VENEZUELA
Sono probabili incursioni per neutralizzare radar e scudi missilistici, una minaccia per i caccia. Caracas ha alcuni S-300 anti-aerei di produzione russa ed ha ricevuto di recente da Mosca sistemi mobili Pantsir S-1 e i Buk M2 con analoga funzione. I reparti terrestri dispongono di migliaia di apparati portatili e molti droni-kamikaze.
Nelle scorse settimane si è ipotizzato il ricorso ad attività coperte della Cia, a tattiche cyber, fino ad arrivare ad omicidi mirati di alti dirigenti. Ed ecco perché il Pentagono ha mobilitato un contingente misto: i cacciatorpedinieri e almeno un sottomarino nucleare sono dotati di centinaia di Tomahawk con i quali raggiungere bersagli in profondità; le navi da assalto anfibio con 4.500 marines danno la possibilità di sbarchi o operazioni elitrasportate per assumere il controllo di alcuni siti petroliferi; la Ocean Trader, mercantile che svolge il ruolo di base per le forze speciali, permette colpi di mano, magari con il supporto degli elicotteri dell’unità Knight Stalker.
A chiudere dozzine di velivoli: F 35, F 18 imbarcati, cannoniere volanti, droni Reaper, aerei per la guerra elettronica mentre i bombardieri strategici B 52 e B 1 hanno già eseguito missioni di prova partendo direttamente dagli Usa. Snodo strategico è Porto Rico, dove è stata riattivata la Roosevelt Base a Ceiba, ma gli americani hanno anche sponde a Trinidad e Tobago.
L’interrogativo se ci sarà l’attacco sarà accompagnato dalla domanda su quale sia il gioco finale: molti ritengono che The Donald voglia la rimozione di Nicolás Maduro.
Tanti gli scenari, o sarebbe meglio dire gli auspici, di Washington. Deposto da qualche colonnello, costretto all’esilio, dimissionario. […] C’è infine il nodo importante della legittimità della «campagna», con esperti di diritto internazionale decisi nel denunciare la violazione. Ma siamo ormai in un’epoca dove le regole sono spazzate via ad ogni latitudine. […]



