banda della magliana sopravvissuti

QUANDO ERAVAMO RE (DI MALA-ROMA) – ECCO COSA FANNO I VECCHI BOSS DELLA BANDA DELLA MAGLIANA - RENZO DANESI RECITA (SARÀ L’ATTORE PROTAGONISTA DELLO SPETTACOLO ‘ROMA CRIMINALE’. CHI MEGLIO DI LUI...) - 'ER PALLETTA' E’ DIVENTATO UNO CHEF BRAVISSIMO (E COME LO CUCINA LUI, IL BACCALÀ, NON CI RIESCE NESSUNO”), "L'ACCATTONE" SCRIVE LIBRI. GLI UNICI SFIZI CHE SI CONCEDE MAURIZIO ABBATINO SONO I LOOK DA FIGURINO E…

Fabrizio Peronaci per il “Corriere della sera - Edizione Roma”

renzo danesi

 

Molti, quasi tutti, all' età delle passeggiate nel parco col nipotino non ci sono arrivati. La loro scellerata corsa criminale si è fermata prima, al tempo in cui si sentivano invincibili: «a bocca sotto» sull' asfalto, freddati da una raffica di revolverate per mano di ex amici o clan rivali.

 

Elenco lunghissimo: da Franco Giuseppucci detto «Er Negro» (1980) a «Renatino» De Pedis (1990), fino ad Angelo Angelotti, noto nell' ambiente come «il Giuda», mandato al Creatore nel 2012. Banda della Magliana: una saga infinita di sangue. Intanto gli altri, i malacarne arrestati, assistevano alla mattanza dalle patrie galere. Si passavano voce di cella in cella. Talvolta esultavano, se era caduto un nemico.

 

M a tutti in cuor loro - pur senza ammetterlo - benedicevano il giorno in cui le «guardie» se li erano «bevuti». Perché basta farci l' abitudine e dal purgatorio si esce, prima o poi. E infatti.

renzo danesi

 

Quel momento è arrivato. Dopo un bel po' di anni al «gabbio» (chi venti, chi trenta, i pentiti molti meno) quasi nessuno dei vecchi boss o luogotenenti è ancora dentro. Incanutiti, ingrassati, alle prese con i controlli periodici alla prostata. Ma vivi. E neanche troppo scontenti, in fondo.

 

Specie quelli che, grazie ai programmi di rieducazione, hanno trovato il modo di coltivare qualche interesse.

 

Il precursore è stato Renzo Danesi, tra i fondatori della «bandaccia», sulle spalle una doppia condanna per il sequestro del conte Grazioli e nel processo scaturito dall' operazione Colosseo (1993). «Er Cabbajo» s' era fatto notare come un buon attore già a Rebibbia, da dove usciva con la compagnia stabile «Assai» per partecipare all' Estate romana o ad altre manifestazioni. Poi, dal 2015, una volta tornato a casa al Trullo, la carriera ha preso il volo. «Già da bambino facevo teatro, è una passione che ho sempre avuto». Peccato che nel periodo di mezzo si sia dedicato agli atti più efferati...

er palletta

 

«Ho capito di aver sbagliato da tantissimo tempo. Il nostro gruppo ha iniziato con le rapine per poi arrivare ai crimini più brutti, che visti col senno di poi non rifaresti». Il teatro come terapia: «Oggi recitare mi diverte, scrivo anche i testi...» E il pubblico apprezza: in cartellone a Rocca di Papa, per l' aprile 2020, c' è lo spettacolo «Roma criminale», regia di Antonio Turco. Attore protagonista? Renzo Danesi. Chi meglio di lui...

 

Il «Palletta», al secolo Raffaele Pernasetti, testaccino e amico fraterno del boss De Pedis, quattro ergastoli («ma tre me li hanno annullati in appello») e 22 anni di carcere sul groppone, sempre sull' arte punta, ma culinaria. Fin da quando beneficiò dei primi permessi, nel 2012, il fu rapinatore di banche e sicario dalla mano fermissima scelse la cucina come luogo della rinascita: in particolare quella del ristorante di famiglia «Da oio a casa mia», in via Galvani, dove la nipote Cristina lo adora, premette che «mio zio ha pagato per tutti, è una persona cambiata, e oggi è diventato uno chef bravissimo, attento agli alimenti naturali, e come lo cucina lui, il baccalà, non ci riesce nessuno».

Maurizio Abbatino

 

Peccato per la salute. In una pausa, è lo stesso Pernasetti a rispondere al telefonino. Lo slang romanesco è sempre quello: «Ahò, ma voi giornalisti quann' è che ve scordate de me? Ormai so' sur viale del tramonto, zoppico, colpa dell' artrosi...» Progetti al di là dei manicaretti? Forse un libro sugli anni ruggenti con il Dandi? «E tu come lo sai? Sì, c' ho pensato. E sta' sicuro che se parla Pernasetti vie' giù tutto... Ho cominciato a scrive', però so' stanco, me fanno male le gambe...»

 

Guai fisici affliggono anche il pentito Maurizio Abbatino, 65 anni, il «Crispino» dei tempi andati, che sul cellulare ha un programma impostato sulle scadenze delle pastiglie quotidiane (lui stesso raccontò in un' intervista di essersi iniettato il virus dell' Aids tramite il sangue di un detenuto a Rebibbia, per essere trasferito in clinica ed evadere).

MAURIZIO ABBATINO

Di recente a Raffaella Fanelli, nel libro «La verità del Freddo», Abbatino ha confidato la sua matematica certezza che prima o poi verrà ucciso («sono un morto che cammina»).

 

Nell' attesa, in seguito alle rivelazioni sull' omicidio Pecorelli e alle minacce al suo avvocato, ha lasciato Roma. Gli unici sfizi che si concede sono il look da figurino, completi impeccabili con tanto di foulard, e per scaricare la tensione «la guida come un pazzo, ad altissima velocità: io ci sono stata sulla sua Golf e non vedevo l' ora di toccare terra», testimonia la Fanelli.

 

MAURIZIO ABBATINO

Un altro che non disdegna di finire in copertina è Antonio Mancini, l'«Accattone», così ribattezzato in quanto estimatore di Pier Paolo Pasolini, capo (e pentito) storico della banda: dopo l' uscita di galera, ha lavorato per un' associazione pro-disabili a Jesi, nelle Marche, e dal 2015 fatto parlare di sé in quanto autore (con Federica Sciarelli) della sua biografia dannata («Con il sangue agli occhi») e poi del romanzo, scritto da solo, «Qualcuno è vivo», una storia di «mala» ambientata negli anni '60 a San Basilio.

Non solo nostalgia e voglia di riscatto, però. I modi bruschi restano, se li hai nel sangue: Fabiola Moretti, un' altra pentita nonché ex donna dei capi, da Danilo Abbruciati allo stesso «Accattone», a fine 2015 tornò sulle cronache per aver accoltellato il fidanzato di sua figlia, che non le andava a genio, in zona Santa Palomba.

 

accattone antonio mancini

Modi spicci che invece Marcello Colafigli detto «Marcellone», altro recordman di condanne, tuttora recluso, giura di aver rinnegato. «Io non ho mai ucciso e so' l' unico dentro», non fa che ripetere al suo avvocato Gianluca Pammolli, che ha presentato istanza per una misura alternativa al carcere e promosso una class action alla Corte europea sui diritti degli ergastolani. Il suo assistito per ora fa il buono. Tiene a bada la micidiale forza fisica, che in gioventù gli consentì di incrinare un vetro blindato con un pugno, e si dedica alla lettura. Dopo il «Codice da Vinci» si è appassionato ai romanzi di Wilbur Smith, e deve essere un modo per continuare a vivere avventure incredibili, finalmente innocue, di sola fantasia.

maurizio abbatinomaurizio abbatino 0471093b xlmaurizio abbatino MAURIZIO ABBATINOarresto di maurizio abbatinomaurizio abbatino

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)