QUEL CHE RESTA DI GAZA - LA STRISCIA È STATA RIDOTTA A UN DESERTO DI MACERIE. L'ONU STIMA CHE, DOPO IL CONFLITTO, NELL'AREA CI SIANO ALMENO 61 MILIONI DI TONNELLATE DI DETRITI, TRA I QUALI SI ANNIDANO ORDIGNI INESPLOSI, MINE, E RESTANO ANCORA DISPERSI I CORPI DI ALMENO 10 MILA PALESTINESI - PER "RIPULIRE" LA ZONA SARANNO NECESSARI SETTE ANNI E 110 MILIONI DI DOLLARI - GLI ABITANTI VIVONO NELLE TENDE PIAZZATE SULLE MACERIE DELLE RISPETTIVE CASE...
Estratto dell'articolo di Gabriella Colarusso per "la Repubblica"
a gaza i palestinesi scavano tra le macerie per cercare i parenti dispersi 8
Quando è tornato a Gaza City, a ottobre, Radwan ha trovato solo una cosa del suo vecchio appartamento: macerie. Non potendo rimuoverle, non avendo un altro posto dove andare, ha deciso di costruirci sopra una tenda per la sua famiglia. Vivono lì, dormono accanto a un muro inclinato, di notte i materassi lerci si gonfiano di umidità.
È la normalità per 1,9 milioni di palestinesi sfollati e senza nulla: a due mesi dal cessate il fuoco, Gaza continua ad essere «uno dei luoghi più devastati al mondo», scrive l'Undp, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, nel suo ultimo rapporto.
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Dalle scuole agli ospedali, dai negozi alle case private, oltre l'80% degli edifici «è stato danneggiato o distrutto», le fonti d'acqua dolce «sono state inquinate e gran parte della vegetazione è stata decimata». L'Onu ha provato a stimare attraverso le immagini satellitari l'entità dei danni: 61 milioni di tonnellate di macerie soffocano l'enclave palestinese.
Tra i detriti si annidano ordigni inesplosi, mine, e restano ancora dispersi i corpi di almeno 10mila palestinesi. Per dare loro sepoltura e rimuovere le macerie potrebbero volerci 7 anni e 110 milioni di euro, è la stima più ottimista dell'Undp, «ma solo alle giuste condizioni», ovvero con «un accesso senza ostacoli alle aree prioritarie, permessi per macchinari pesanti, un ingresso costante di carburante».
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I tecnici Onu stanno lavorando e sono riusciti a rimuovere «120mila tonnellate di macerie» nel 2025, 50mila in un solo mese dal cessate il fuoco. I detriti vengono raccolti e frantumati, e usati per spianare le strade e creare piazzole per altri rifugi temporanei. Ma è un lavoro titanico che richiederebbe ben altri investimenti. Servono escavatori, bulldozer, attrezzature che Israele non vuol fare entrare fino a quando Hamas resterà al potere, perché quelle macchine in passato sono state usate anche per costruire i tunnel. [...]
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