camping river

TREMATE, TREMATE, LE RUSPE SONO ARRIVATE! – VINCE LA LINEA DI SALVINI E RAGGI SULL’EUROPA, CHE AVEVA STOPPATO LO SGOMBERO DEI ROM DEL “CAMPING RIVER” MA HA DOVUTO CEDERE DI FRONTE ALL’EMERGENZA IGIENICA – LA RABBIA DEGLI OCCUPANTI: PIETRE CONTRO I VIGILI E AGENTI FERITI - BORSE LOUIS VUITTON E AUTO DI LUSSO, ECCO COME SI VIVEVA ALL’INTERNO DEL CAMPO ROM PIÙ GRANDE DI ROMA

 

 

1 – ROM, LO STRAPPO DI SALVINI HA IL VIA LIBERA DALL' EUROPA

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

sgombero rom camping river 6

Le famose ruspe in realtà arriveranno solo oggi, per sbaraccare i container di cartonato e metallo, ma già ieri, prima di mezzogiorno, Matteo Salvini ha potuto cinguettare su Twitter: «Legalità, ordine e rispetto prima di tutto».

 

Duecento uomini della Municipale, affiancati da poliziotti e carabinieri arrivati con camionette e blindati in questa stradina di Roma Nord, via della Tenuta Piccirilli, avevano appena portato a termine lo sgombero del Camping River, il più grande insediamento abusivo della Capitale.

 

sgombero rom camping river 5

E in serata il numero uno del Viminale ha potuto festeggiare doppio, perché anche la Corte europea dei diritti dell' uomo, che martedì aveva sospeso lo sfratto su ricorso di tre occupanti, ha dato il suo avallo all' operazione.

 

IL VERDETTO DELLE TOGHE

Le toghe di Strasburgo hanno spiegato che la decisione di ieri è «frutto delle informazioni ricevute dal governo e dal legale dei tre ricorrenti circa l' offerta di alloggio presso le strutture della Croce Rossa, offerta che è stata accettata».

 

matteo salvini e virginia raggi 4

Va detto che la stessa Corte ha precisato all' Ansa che il caso resta aperto perché «non si può escludere che i tre nomadi possano proseguire la loro azione legale e chiedere di condannare l' Italia».

 

Ma è una postilla che sull' asse Viminale-Campidoglio non ha destato particolare preoccupazione. Del resto il blitz di ieri mattina è scattato prima che i giudici ritirassero la sospensiva, motivato dal rischio di una «emergenza igienico-sanitaria».

 

Anche la sindaca Virginia Raggi, che l' altro ieri ha incontrato Salvini al Viminale per mettere a punto l' operazione, ha cantato vittoria: «La Corte Europea ci dà ragione, lo sgombero al River è corretto».

SGOMBERO CAMPING RIVER

 

La «terza via» del M5S, dice Raggi, «è quella giusta per superare i campi rom».

E l' altro vicepremier, il leader grillino Luigi Di Maio le fa eco parlando di «uno sgombero pacifico e legittimo».

 

L' AGGUATO SOTTO LA PIOGGIA

Pacifico, in effetti, lo sfratto è sembrato fino a sera. Poi quando le luci si sono smorzate e sulla Città eterna ha cominciato a piovere, è montata la rabbia degli sgomberati. Un gruppo di romeni e bosniaci che si era accampato fuori dal River ha preso a scagliare pietre contro i vigili rimasti di guardia all' ingresso. Il cancello, serrato con un lucchetto, è stato divelto e buttato giù.

 

matteo salvini e virginia raggi 8

Un agente della Polizia locale è stato ferito in pieno volto e trasportato in ospedale con l' ambulanza. Un rigurgito rissoso che ha convinto il Campidoglio ha sposare la linea dura. Come a dire: ora serve la forza.

 

«I violenti devono essere allontanati», ha detto ieri notte il comandante della Polizia locale, Antonio Di Maggio, esprimendo solidarietà all' agente colpito. Dopo l' agguato è intervenuta la Polizia, che ha ricacciato fuori gli occupanti e tutti i presidi intorno alla baraccopoli sono stati rafforzati.

 

RISPUNTA LA TENDOPOLI

sgombero rom camping river 1

La tensione resta alta in questo spicchio di Roma e non solo. Perché i rom allontanati dal River sono 220 e meno di 50 finora hanno trovato una sistemazione, sparpagliati in qualche casa famiglia gestita dal Comune, oppure spediti in una tendopoli a via Ramazzini, Monteverde, una zona molto più centrale della città.

camping river porsche

 

Una struttura gestita dalla Croce Rossa che il Campidoglio ha riaperto lunedì ufficialmente per l'«emergenza caldo» e che ora rischia di diventare la tappa finale degli sgomberati, un nuovo accampamento a due passi da un ospedale, il Forlanini, mal tollerato dai residenti che già l' anno scorso avevano protestato per la presenza dei migranti che qui erano stati alloggiati.

 

Il Comune rassicura: «Sarà una soluzione provvisoria». Chi abita da queste parti si fida poco. E forse ripensa a Flaiano, quando diceva: nulla è più definitivo del provvisorio.

 

 

2 – PISTOLE FINTE, MACCHINE DI LUSSO E REFURTIVA NELLE ROULOTTE SCASSATE GLI UFFICI DEI CAPI CLAN

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

sgombero rom camping river 2

«Bum... ora bruciamo tutto», si sentono dire gli agenti della Municipale quando alle 7.28 di mattina fanno irruzione tra le baracche del River, il villaggione che sbuca sulla Tiberina, dopo una successione di vivai tutti uguali, pompe di benzina, un magazzino di lapidi all' aperto, neanche un bar nel raggio di chilometri.

 

Undicimila metri quadri, forse qualcosa di più, a Nord di Roma. Ma alla fine non brucia niente. Spunta una pistola, durante lo sgombero, ma è finta, di quelle che si usano per gioco o per le rapine. Gli schiamazzi ci sono, durante il trasloco forzato, gli spintoni pure. Ma niente di più. Almeno fino a sera.

 

matteo salvini e virginia raggi 10

«Hanno usato gli spray al peperoncino», dice una signora, borsa Louis Vuitton in un braccio e bimba nell' altro, ma neanche una delle cento dirette Facebook che gli occupanti riversano sui social lo dimostra. E anche il capo dei vigili lo dice: «Ma quale spray, non abbiamo usato niente se non le parole per convincerli ad andare via».

Alla fine, in tre ore, escono tutti.

sgombero rom camping river 3

 

La resa e il trasloco. E per portare via valigie, poltrone, passeggini, fornelli, tra i container si assiste a una sfilata di auto di gran marca: Bmw, Mercedes, Audi. Manca solo la Porsche che si è vista l' altro giorno, per chi si era portato avanti con gli scatoloni. Alle undici il River è liberato.

 

DA BOSNIA E ROMANIA

sgombero rom camping river 4

Finisce così la storia di quello che era diventato il più grande campo abusivo di Roma. I primi rom, della Bosnia e della Romania, erano arrivati nel 2005, col placet del Campidoglio.

 

Tutti gli altri traslocano quattro anni dopo, nel 2009, quando viene smantellato il Casilino 900, fino a quel momento il villaggio nomadi più popoloso d' Europa. Le due comunità, quella di chi veniva da Bucarest e dintorni e quella degli ex jugoslavi, riescono a trovare un equilibrio per convivere senza gli sgarri che altri accampamenti hanno conosciuto, con tanto di coltellate e sparatorie tra le roulotte.

sgombero rom camping river 1

 

Un equilibrio, quello del River, che secondo gli investigatori si è innestato anche sul giro di affari sporchi dei vari clan famigliari.

 

Furti, fenomeni di spaccio, traffico e incendio di rifiuti.

Come sa bene chi abita da queste parti e che ieri, a ragione, festeggiava per lo sgombero annunciato mille volte e ora finalmente portato a dama. Una festa a bassa voce, però, col timore che nei prossimi giorni possano esserci ritorsioni.

 

UN ROM SU DIECI

sgombero rom camping river 5

Al River vivevano in 420, praticamente un rom su dieci di quelli alloggiati nelle grandi baraccopoli della Capitale. Negli ultimi giorni, quando lo sfratto è diventato imminente dopo una batteria di annunci, ritardi e rinvii, metà degli occupanti aveva già levato le tende.

 

sgombero rom camping river 2

Erano rimasti in 220 ieri mattina, quando è scattato il blitz. Il Campidoglio del resto era stato chiaro: toccava partire da qui. Nel piano originario del M5S, in realtà, i primi due insediamenti da smobilitare erano quelli della Monachina (115 residenti) e della Barbuta (586 abitanti).

 

sgombero rom camping river 3

Ma un pasticcio della burocrazia - una vecchia proroga non più rinnovabile - ha cambiato i piani di Raggi. La prima deadline per la chiusura era fissata per luglio del 2017, poi settembre, poi la settimana scorsa. E si arriva all' ultimatum di pochi giorni fa, con l' ordinanza di sgombero firmata dalla sindaca, poi congelata dalla Corte di Strasburgo.

 

CAMPING RIVER

Ma con i casotti sfasciati, senza servizi, il River per l' amministrazione era diventato ormai una bomba sanitaria, si rischiava un' epidemia. Tutti fuori, quindi.

Sgasando in supercar.

 

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…