sigfrido ranucci

SIGFRIDO RANUCCI ERA PEDINATO DA GIORNI. E CHI VOLEVA INTIMIDIRLO HA ASPETTATO PAZIENTEMENTE IL MOMENTO GIUSTO PER PASSARE ALL’AZIONE - DIETRO LA BOMBA DI GIOVEDÌ SERA FUORI DALLA CASA A POMEZIA DEL CONDUTTORE DI “REPORT” CI SAREBBE UN LAVORO DI PREPARAZIONE DURATO SETTIMANE CON APPOSTAMENTI E PROVE – UNA RESIDENTE: “QUELLA DI IERI È LA QUARTA ESPLOSIONE NELLE ULTIME TRE SETTIMANE” – TUTTE LE PISTE, DAI CLAN AL SOTTOBOSCO ULTRÀ, LEGATO A DOPPIO FILO CON LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CON L’ESTREMA DESTRA. C’È POI LA MALAVITA ALBANESE DELLA ZONA, QUELLA UN TEMPO LEGATA AL NARCOS E ULTRÀ FABRIZIO PISCITELLI - LA BOMBA, UN CHILO DI POLVERE DA SPARO COMPRESSA, “AVREBBE POTUTO UCCIDERE” - VIDEO

 

https://www.rainews.it/video/2025/10/ranucci-siamo-un-paese-con-leggi-liberticide-e-abbiamo-record-di-politici-che-ci-denunciano-ce90ec52-6889-4e88-be0f-3138404a2ccb.html

 

 

Marco Carta, Andrea Ossino per repubblica.it - Estratti

 

Sigfrido Ranucci era pedinato da giorni. E chi voleva intimidirlo ha aspettato pazientemente il momento giusto per passare all’azione. Dietro l’attentato di giovedì sera fuori dalla casa del giornalista e conduttore di Report, dove un ordigno artigianale è stato posizionato tra la sua auto e quella della figlia, ci sarebbe un lavoro durato settimane. Con appostamenti e prove.

 

SIGFRIDO RANUCCI A OTTO E MEZZO

È questa una delle convinzioni dei carabinieri del nucleo investigativo di Frascati, che indagano insieme ai colleghi di Roma.

 

 

La sera dell’agguato il giornalista sarebbe stato seguito da Roma. Sigfrido Ranucci, infatti, non tornava a Pomezia da martedì. Ma giovedì notte, alle 21.40, quando la scorta lo ha fatto scendere dall’auto, qualcuno lo aspettava nella pineta di fronte casa. Alla vista del conduttore di Report, il commando si è messo in moto, poi è stato frenato dal ritorno imprevisto della figlia Michela.

 

L’esplosione è stata rimandata alle 22.17. La prova è un messaggio audio consegnato ai carabinieri, in cui la voce di un residente è sovrastata dal frastuono della bomba. Nessun timer, solo la classica miccia: non concede più di venti secondi per fuggire.

 

«Avevano messo l’ordigno nel vialetto, tra i vasi e le auto, dove passo abitualmente», racconta Ranucci, incredulo di fronte ai detriti.

sigfrido ranucci

 

La bomba, un chilo di polvere da sparo compressa, ha danneggiato l’Opel Adam che il conduttore aveva regalato al figlio e la Ford Ka della figlia: «Avrebbero potuto ucciderla».

 

(...) Non era tritolo, ma una bomba rudimentale, mossa da mano esperta. Il sospetto, come emerso dalle segnalazioni dei residenti, è che tutto fosse stato pianificato con largo anticipo.

 

«Quella di ieri è la quarta esplosione nelle ultime tre settimane», denuncia Nabila, una residente che ieri mattina si è presentata davanti alla casa di Ranucci per esprimergli solidarietà. «Pensavamo fossero ragazzi, forse era un test per studiare i tempi di reazione delle forze dell’ordine». Le date: 27 settembre, 4 e 10 ottobre. Martedì notte, infine, le prove generali: tre colpi d’arma da fuoco sparati in aria. I carabinieri intervenuti non hanno trovato nulla, ma due giorni dopo tutto è diventato più chiaro.

 

sigfrido ranucci e la nuova stagione di report

Le testimonianze sono tante. Molte da verificare. C’è chi, poco prima del boato, ha visto un giovane incappucciato fuori dalla casa del giornalista. E chi invece è sicuro di aver notato tre ombre nella pineta che si allontanavano. Una 500 rubata è stata trovata vicino alla casa del giornalista, ma non sarebbe legata all’attentato. Mentre un’auto è stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza della zona: sarebbe quella della fuga.

 

Formalmente si indaga per «danneggiamento aggravato dal metodo mafioso» e «violazione della legge sulle armi». In pratica, si tratta di un attentato al giornalista, al giornalismo. Un’intimidazione legata al lavoro di Ranucci e della squadra di Report, riconducibile ai servizi realizzati di recente — o forse a inchieste ancora inedite — per la nuova edizione del programma.

 

Le sagre finanziate dalla politica, i balneari, le infiltrazioni dei clan nell’economia: sono diverse le piste investigative sul tavolo del sostituto procuratore dell’Antimafia Carlo Villani. Una delle ipotesi è che l’attentato sia maturato nel sottobosco ultrà, legato a doppio filo con la criminalità organizzata e con l’estrema destra. Un mondo al centro di numerose inchieste della trasmissione, che ha raccontato le curve di Milan, Inter e Lazio. C’è poi la malavita albanese della zona, quella un tempo legata al narcos e ultrà Fabrizio Piscitelli, che già in passato aveva fatto arrivare segnali preoccupanti al giornalista.

bomba distrugge le auto di sigfrido ranucci e della figlia 4

 

E ancora, l’inchiesta sul porto crocieristico di Fiumicino: un affare da miliardi di euro. «È un fatto gravissimo. Speriamo non sia il frutto di un rinnovato clima pesante nei confronti dei giornalisti», ha dichiarato il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, che segue di persona il caso.

 

Non è la prima volta che Ranucci viene minacciato. Il pm Francesco Cascini lavora su una decina di intimidazioni, tra cui i due proiettili trovati nel 2024 davanti casa dopo una puntata sulla trattativa Stato-mafia ed eversione nera. Segnali che non erano bastati a rafforzare la scorta, rimasta a livello quattro, senza sorveglianza notturna. Ranucci veniva accompagnato fino al cancello di casa. Ora il livello di protezione salirà, con tanto di auto blindata.

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