carabinieri piacenza

ENCOMIO DE CHE? – IL GENERALE RAPETTO SVELA LA FARSA DEI RICONOSCIMENTI AI CARABINIERI, TALMENTE FARSA CHE ANCHE LA GANG DI PIACENZA NE HA RICEVUTO UNO SOLENNE PER LA LOTTA ALLO SPACCIO: “I COMUNI MORTALI NON SEMPRE RIESCONO AD OTTENERE L’ENCOMIO NEMMENO DOPO BLITZ SPERICOLATI. ALTRI INVECE LO OTTENGONO PER INIZIATIVE NON COSÌ STRAORDINARIE. DOVREBBERO ESSERE ATTRIBUITI SOLO A CHI HA EFFETTIVAMENTE CONTRIBUITO AD UNA CERTA OPERAZIONE, MA PER PRASSI…”

 

Umberto Rapetto per www.infosec.news

 

Chi non è del mestiere si sarà chiesto – magari senza farsi sentire per evitare critiche da parte dei “so-tutto-io” – cosa mai siano questi benedetti encomi.

ENCOMIO SOLENNE AI CARABINIERI DI PIACENZA

 

Per introdurre il tema faccio appello all’animo bambino di chi legge queste pagine e domando di fare uno sforzo di memoria per ricordare “Muttley”, il cane che sembra asmatico ogni volta che scoppia a ridere per le disavventure di Dick Dastardly nei celebri cartoni di Hanna & Barbera.

 

Il buffo quadrupede ripete con grande frequenza – ma solo nella versione italiana – la celebre frase “Medaglia, medaglia” e somiglia un pochettino a chi nelle Forze Armate o di Polizia spera con il suo operato di ottenere uno dei previsti “riconoscimenti di ordine morale”.

 

GIUSEPPE MONTELLA

Non parliamo di medaglie al valore, al merito, di benemerenza o commemorative (su queste ultime basti ricordare quella assegnata a migliaia e migliaia di persone che hanno partecipato – garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico – alle solenni esequie di Papa Wojtila, all’elezione del Pontefice Benedetto XVI o all’Incontro  nazionale  dell’Azione cattolica italiana nella regione Marche come si legge ai punti 18, 19 e 20 di una curiosa pagina della Gazzetta Ufficiale), ma di diplomi che attestano la stimabile opera dell’interessato in una certa attività di servizio.

 

CARABINIERI PIACENZA

Ne esistono di tre specie che – in progressione crescente (per importanza e per caratura del Comando abilitato a rilasciarli) – si identificano in “elogio” (“lode” per la Polizia di Stato), “encomio semplice” ed “encomio solenne”.

 

Chi ottiene un buon risultato, che sia effettivamente degno di menzione, spera nella formalizzazione dei propri meriti, vuoi per soddisfazione personale, vuoi per trarre beneficio nelle successive valutazioni per un avanzamento di grado.

 

MARESCIALLO MARCO ORLANDO

Gli encomi dovrebbero essere attribuiti solo a chi ha effettivamente contribuito ad una certa operazione, ma per prassi abbastanza diffusa danno luogo ad una contaminazione gerarchica andando a premiare anche “chi stava sopra” a chi davvero ha lavorato.

 

Al “superiore” improvvisamente vengono riconosciute qualità e virtù di “coordinamento” e addirittura di “ispirazione” di certe attività, pregi che si traducono in roboanti celebrazioni che farebbero impallidire i più indomiti eroi di ogni tempo.

 

carabinieri piacenza e pusher

L’iter per la concessione dell’encomio prevede una serie di passaggi: la pratica parte dal reparto protagonista del servizio meritevole di riconoscimento e arriva all’organo preposto alla valutazione e all’eventuale rilascio. I superiori, nel trasmettere la pratica a chi sopra di loro decide, non di rado chiedono che si consideri il proprio determinante ruolo in mancanza del quale il risultato non sarebbe stato mai conseguito.

 

E’ capitato che soggetti distanti chilometri e spesso assenti vengano premiati grazie ad un effetto alone che si riverbera positivamente su tutta la catena gerarchica, persino quando quegli stessi superiori hanno ostacolato lo svolgimento di una certa attività…

 

Quei pezzi di carta – altro non sono – comportano la “trascrizione a matricola” della motivazione del rilascio dell’encomio, contribuiscono ad addobbare il profilo professionale e il cursus honorum dell’interessato e possono argomentare la scelta di Tizio rispetto a Sempronio in un avanzamento di carriera.

 

UMBERTO RAPETTO

Sulle promozioni, però, si apre un ulteriore scenario. Se a collezionare “encomi” è qualcuno che – magari guadagnandoseli con fatica sul campo – non è quello che deve passare di grado, in quella tornata di valutazioni gli encomi conteranno poco oppure se l’involontario avvantaggiato ne ha presi troppi vorrà dire che se ne prenderanno in considerazione un massimo di “tre”.

 

I comuni mortali non sempre riescono ad ottenere l’encomio nemmeno dopo blitz spericolati e investigazioni da sceneggiatura cinematografica. Altri invece portano a casa riconoscimenti di quel tipo per iniziative non così straordinarie, svalutando uno strumento che invece ha una sua valenza psicologica e incentiva l’impegno dei più bravi e volenterosi.

I CARABINIERI DI PIACENZA E LE BOTTE A UN PUSHER

 

Non si pensi alla favola della volpe e l’uva.

 

Nella mia ultradecennale esperienza di comando, il GAT (Gruppo Anticrimine Tecnologico, poi divenuto Nucleo Speciale Frodi Telematiche) ha totalizzato un numero di riconoscimenti “bestiale”. Quella trentina di ragazzi in competizione con gli oltre tremila uomini e donne della Polizia Postale si è conquistata quei premi, come la cronaca di quell’incredibile dozzina d’anni può ampiamente testimoniare.

 

In quel periodo io stesso ho totalizzato 18 encomi solenni e 14 semplici per operazioni che ho vissuto in prima persona non dalla scrivania ma rimbalzando giorno e notte da un angolo all’altro dell’Italia, partecipando direttamente a perquisizioni e sequestri, studiando e approfondendo ogni caso, procedendo ad analisi tecniche e facendo indagini come qualunque altro “gattino”.

piacenza carabinieri

 

Uno degli “encomi” è quello per lo scandalo delle “slot machine” su cui abbiamo lavorato – contro tutti e contro tutto – per alcuni anni. Solo dopo i miei ragazzi ed io abbiamo scoperto che bastava organizzare una Santa Messa per ottenere un riconoscimento simile. La lettura delle motivazioni ripaga ogni amarezza di chicchessia e regala un sorriso in un periodo in cui se ne sente particolarmente il bisogno.

piacenza carabinierigiuseppe montella 1

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO