
REAZIONE A CATELLA – LA PROCURA DI MILANO HA DEPOSITATO IL RICORSO IN CASSAZIONE PER CHIEDERE DI ANNULLARE LA DECISIONE CON CUI IL RIESAME, AD AGOSTO, HA REVOCATO GLI ARRESTI DOMICILIARI PER IL COSTRUTTORE MANFREDI CATELLA, CEO DI COIMA E INDAGATO NELLA MAXI INCHIESTA SULL'URBANISTICA – I PM HANNO INDICATO COME “MANIFESTAMENTE ILLOGICHE” LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI PER OMESSA VALUTAZIONE DI UNA SERIE DI PROVE, CHIARENDO CHE VA CONSIDERATA LA “CORRUZIONE SISTEMICA E AMBIENTALE”, OLTRE AI CONFLITTI DI INTERESSE, CHE RUOTAVA ATTORNO ALLA COMMISSIONE PAESAGGIO...
(ANSA) - MILANO, 06 OTT - La Procura di Milano ha depositato il ricorso in Cassazione per chiedere di annullare la decisione con cui il Riesame, ad agosto, ha revocato gli arresti domiciliari per Manfredi Catella, Ceo di Coima e indagato nella maxi inchiesta sull'urbanistica.
Da quanto si è saputo, nell'atto i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, del pool dell'aggiunta Tiziana Sicilano, hanno indicato come manifestamente illogiche le motivazioni dei giudici per omessa valutazione di una serie di prove, chiarendo che va considerata la corruzione sistemica e ambientale, oltre ai conflitti di interesse, che ruotava attorno alla Commissione paesaggio.
La Procura nei giorni scorsi ha già presentato ricorso alla Suprema Corte per chiedere di annullare (con rinvio nuovamente al Riesame) le ordinanze con cui, sempre facendo cadere i gravi indizi sulla ipotizzata corruzione, erano stati revocati i domiciliari, disposti dal gip Mattia Fiorentini, per Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio di Palazzo Marino, la cui posizione sulla presunta corruzione è legata a quella di Catella, ed era stato revocato il carcere per il costruttore Andrea Bezziccheri, scarcerato sempre ad agosto.
manfredi catella alla presentazione del villaggio olimpico di milano foto lapresse.
Per i pm, come segnalato nel ricorso e in alcune memorie, il ruolo centrale nel sistema di corruzione lo avrebbe avuto la Commissione paesaggio, a cui sarebbero stati attribuiti poteri non conformi alla legge di avallare i progetti immobiliari coi suoi pareri, con provvedimenti illegittimi.
Svolgeva, in sostanza, la funzione di Commissione per l'edilizia, cosa che non avrebbe potuto fare in base alle norme, come già messo in luce dal consulente dei pm, Alberto Roccella.
Si sarebbe, dunque, verificata la cosiddetta "cattura del regolatore" e allo stesso tempo, nell'ambito di una corruzione sistemica e ambientale, ne avrebbero tratto vantaggi i componenti della Commissione paesaggio, come Scandurra, che lavoravano anche privatamente per gli imprenditori, e gli stessi costruttori che si vedevano approvare i progetti con "atti contrari ai doveri d'ufficio" da quegli architetti-pubblici ufficiali che avrebbero dovuto astenersi.
Il Riesame, con le sue motivazioni, per i pm, non avrebbe valutato il sistema, ma si sarebbe concentrato su fatti singoli, parcellizzati, andando a cercare i singoli patti corruttivi, come nella vicenda del Pirellino. I pm hanno anche valorizzato le chat, tra cui alcune in cui Scandurra parlava con altri componenti della Commissione. Ogni commissario, secondo i pm, avrebbe avuto i suoi imprenditori di riferimento.
Nel frattempo, in Cassazione hanno fatto ricorso anche l'ex assessore Giancarlo Tancredi, l'ex numero uno della Commissione Giuseppe Marinoni e l'ex manager Federico Pella. Per loro il Riesame, pur sostituendo i domiciliari con interdittive, aveva riconosciuto la corruzione riqualificandola da "per atti contrari ai doveri d'ufficio" in "impropria" e con "vendita della funzione pubblica".
MANFREDI CATELLA
MANFREDI CATELLA beppe sala
MANFREDI CATELLA
manfredi catella con matteo salvini alla presentazione del villaggio olimpico foto lapresse