silvio berlusconi figli testamento eredita marina pier silvio barbara luigi eleonora fininvest

TUTTI PER UNO, FININVEST PER TUTTI – IL REBUS DELL'EREDITÀ DI SILVIO BERLUSCONI RUOTA INTORNO AL BISCIONE: IL 40% DELLE QUOTE VA DIVISO EQUAMENTE AI CINQUE FIGLI. COSÌ MARIA E PIER SILVIO SALGONO INSIEME AL 32%, MENTRE BARBARA, ELEONORA E LUIGI ARRIVANO AL 46%. L'INCOGNITA (E IL CUORE DEL TESTAMENTO) È IL 20% DI CUI IL CAV POTEVA DISPORRE LIBERAMENTE PER LA SUCCESSIONE E CHE PUO’ SPOSTARE GLI EQUILIBRI – AL MOMENTO  IL RUOLO DEI DUE FIGLI DI CARLA DALL’OGLIO È DECISAMENTE SUPERIORE A QUELLO DEI TRE FIGLI DI VERONICA LARIO…

Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”

 

ELEONORA BARBARA LUIGI MARINA PIER SILVIO PAOLO BERLUSCONI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

[…] Silvio Berlusconi ha lasciato cinque figli intorno al Biscione. E ora che il suo 61% verrà diviso tra gli eredi, il riassetto è alle porte. Marina (56 anni) e Pier Silvio (54) sono nati prima della costituzione della holding (1975) e sono cresciuti a pane e Fininvest. Barbara, Luigi ed Eleonora hanno imboccato una loro strada, diversificando, tanto che nella H14 compare un totale attivo di circa 650 milioni: 400 milioni riferibili alle attività di investimento e altri 250 circa (al valore storico) riconducibili alla quota in Fininvest.

 

LA GALASSIA FININVEST

Sono tutti uguali, fratelli e sorelle, davanti ai dividendi ma non nella governance. Il ruolo e il peso dei due figli del Cavaliere e della prima moglie Carla Dall’Oglio è decisamente superiore a quello dei tre figli di Veronica Lario. Marina da anni è presidente di Fininvest e Mondadori. Pier Silvio è amministratore delegato della sua «provincia» Mfe-Mediaset. Deleghe e ruoli definiti, cristallizzati nel tempo.

 

Ma non c’è mai stata discussione, finché governava il fondatore. E il sistema di regole interne (statuti) della galassia proprietaria, a partire dalle finanziarie personali di Berlusconi, presidiate da Marina e Pier Silvio, è talmente semplice che non prevede maggioranze qualificate, né prelazioni, nel presupposto che regni la fiducia e l’armonia tra i vari azionisti.

 

ELEONORA BARBARA E LUIGI BERLUSCONI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

Finché esiste un socio al 61% è un equilibrio “governato”. Da qui in poi potrebbero essere introdotti paletti di voto, vincoli al trasferimento di azioni. Lo stesso Berlusconi potrebbe aver previsto nel testamento quote “cuscinetto” tra due blocchi azionari, affidate a un garante. Anche perché poi, lentamente, in prospettiva, arriverà la truppa dei 16 nipoti del fondatore.

 

Marina e Pier Silvio – lo ricordiamo – oggi detengono ciascuno il 7,6% di Fininvest con le rispettive società personali, H4 (per esteso Holding Italiana Quarta) e H5. Barbara, Luigi ed Eleonora sono insieme nella H14 che ha il 21,4%. Già ora, e prima che venga aperto il testamento, possiamo intravedere il nuovo assetto sulla base delle quote legittime dell’eredità.

 

L’ex premier, infatti, poteva disporre per la successione di un terzo del patrimonio e dunque di circa il 20% di Fininvest (un terzo del 61%). Ciò significa che il restante 40% va in automatico ai 5 figli, 8% a testa. Vuol dire che i tre “giovani” salgono al 46% e i due “vecchi”, insieme, al 32%.

 

pier silvio barbara eleonora berlusconi

In questo scenario si inserisce l’incognita del 20% che poi è il cuore del testamento, al netto delle splendide ville e di chissà quali e quante opere d’arte di valore. È ipotizzabile che il Cavaliere abbia fatto sul 20%, come si diceva, una scelta di campo neutro affinché Fininvest continui a essere governata da chi l’ha condotta finora (nel consiglio oltre ai manager, a Marina e Pier Silvio, siedono anche Barbara e Luigi) e continui a sfornare dividendi. Che poi la H14 di Luigi & C, per esempio, trasforma in ottimi affari.

 

IL TESORO DELLA GALASSIA BERLUSCONI

Le vitamine per la crescita della H14 – che ha appena traslocato nei nuovi uffici di Piazza Borromeo a Milano – sono state fornite in partenza dai dividendi Fininvest. Ma ora il family office si è trasformato in piattaforma per gli investimenti che si autoalimenta grazie ai ritorni sugli investimenti. Merito dell’impegno di Luigi.

 

Bocconiano, lavoro in JP Morgan a Londra e altre esperienze nella finanza. Poi ha spiccato il volo e ora la holding di cui sono soci i tre fratelli è autonoma. È frutto delle scommesse riuscite su imprese in crescita, soprattutto nel settore della tecnologia e dell’innovazione per le quali Luigi ha passione e talento. Le partecipazioni in Jakala, Deliveroo, Westwing, Bending spoon, restituiscono ritorni rotondi, attorno al 20%. La H14 investe nelle aziende da supportare anche attraverso la formula del club deal, cioè unendo le forze con altre dinastie imprenditoriali.

 

MARINA BERLUSCONI E MARTA FASCINA - FUNERALI SILVIO BERLUSCONI

Luigi è il presidente della H14, Barbara l’amministratrice delegata, Eleonora, tre figli, si tiene più in disparte dalla vita aziendale. Ma tra i tre fratelli c’è un flusso costante di informazioni sulle attività. Tutti sono nel consiglio, affiancati da Geronimo La Russa, avvocato, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. […]

marina berlusconi piersilvio e silviofedele confalonieri con marina e pier silvio berlusconibarbara pier silvio e marina berlusconi ai funerali di silvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…