giulio regeni

REGENI ERA “ATTENZIONATO” - I SERVIZI SEGRETI EGIZIANI AVEVANO UN DOSSIER SUL RICERCATORE ITALIANO - UN AGENTE DELLA SICUREZZA AVEVA CHIESTO INFORMAZIONI SU DI LUI DUE GIORNI PRIMA CHE SCOMPARISSE E IL GIORNO DOPO IL SEQUESTRO - COSA VOLEVA DA REGENI?

G.F. per “la Repubblica”

REGENIREGENI

 

Il servizio segreto civile egiziano aveva un dossier su Giulio Regeni. Un agente della National Security agency chiese informazioni sul ricercatore italiano a una persona vicina a Regeni due giorni prima che scomparisse e il giorno dopo il sequestro. In entrambi i casi si trattava dello stesso uomo, un giovane funzionario, che conosceva bene nome e storia personale di Regeni.

 

La circostanza viene raccontata a Repubblica da almeno tre diverse fonti qualificate e diventerà un passaggio cruciale di questa annunciata fase due dell’indagine congiunta. Sulladisponibilità egiziana a esplorare il terreno degli apparati si misurerà infatti l’effettiva voglia di cercare la verità.

 

' PER REGENI (ANSA)' PER REGENI (ANSA)

Fase due che non sembra partire nel migliore dei modi. Ieri il procuratore di Giza, Ahmed Nagy, nel confermare le discrepanze con l’autopsia italiana e dunque rafforzare quanto il suo procuratore aggiunto Nasr aveva detto in un’intervista martedì scorso («per noi non c’è nessuna frattura del collo», dice, mentre per la procura di Roma quella lesione è stata senza alcun dubbio la causa della morte), ha fatto notare come la sua procura non avesse mai ricevuto l’ordine di agire congiuntamente al team inviato dall’Italia. E che la lettera consegnata ieri dall’ambasciatore egiziano alla procura di Roma porta la firma del procuratore aggiunto egiziano e non di Nagy.

 

Il New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l EgittoIl New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l Egitto

Eppure dipenderà soltanto dal suo ufficio mostrare in cosa, realmente, consisterà questa collaborazione: se soltanto uno sterile scambio di atti innocui, come fin qui è avvenuto. Oppure se davvero si vorrà riprendere dal principio in mano l’inchiesta, nonostante ci siano lacune insanabili come la cancellazione delle immagini registrate dalle telecamere nella metropolitana e attorno a casa di Giulio.

 

FIACCOLATA PER GIULIO REGENIFIACCOLATA PER GIULIO REGENI

I punti fermi fin qui sono pochi. I tabulati telefonici che raccontano che Giulio è salito sulla metro, direzione piazza Tahrir, perché qui si è connesso a Internet con il telefonino per l’ultima volta. Sono le 19.48 del 25 gennaio. Da questo momento in poi il ragazzo è come se sparisse nel nulla: cellulare spento, nessuna traccia di fermi o arresti. Dopo otto giorni di silenzio il cadavere verrà ritrovato il 3 febbraio sul cavalcavia del quartiere 6 ottobre, lungo la strada tra Cairo e Alessandria. Era stato ucciso 24 ore prima. Questi i dati certi. Sul resto soltanto grande confusione, figlia anche dei depistaggi che ha conosciuto in queste prime cinque settimane l’indagine egiziana.

LA SALMA DI GIULIO REGENILA SALMA DI GIULIO REGENI

 

Per poter dare slancio alla nuova inchiesta sarà dunque inevitabile partire da un punto: riascoltare tutti i testimoni. Gli stessi che fin qui hanno raccontato di non sapere nulla o comunque non hanno offerto alcun tipo di dettaglio utile per poter arrivare alla verità. Interrogandoli nuovamente, in condizioni diverse, e soprattutto offrendo loro garanzie di incolumità vista la presenza del team italiano, è possibile che si arrivi a ottenere particolari che, almeno nei racconti ufficiali, non sono mai emersi.

 

Chi viveva con Giulio, gli inquilini del palazzo al numero 8 di Yanbaa Street. E ancora i suoi professori, le poche persone con cui Regeni lavorava. Molti indizi dicono che ciascuno di loro abbia ancora da raccontare qualcosa che potrebbe rilevarsi utile. Forse decisivo.

REGENIREGENI

 

GIULIO REGENI E AMICIGIULIO REGENI E AMICIGiulio RegeniGiulio RegeniREGENI REGENI

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...