diego damis

SI PUÒ MORIRE PER 200 DOLLARI? - DIEGO DAMIS, BARISTA DI 41 ANNI EMIGRATO NEGLI STATI UNITI NEL 2015 PER CAMBIARE VITA, È STATO PUGNALATO E DERUBATO DEL PORTAFOGLI, A DUE ISOLATI DA CASA SUA, A CHICAGO, MENTRE RIENTRAVA ALL'ALBA DOPO IL TURNO DI LAVORO - AMICI E PARENTI: "QUALCUNO SA COSA È SUCCESSO E ORA VOGLIAMO SAPERLO. CHIUNQUE SIA STATO DEVE ESSERE TROVATO" - DAMIS E' MORTO IN STRADA...

Michele Milletti per "ll Messaggero"

 

diego damis ucciso a coltellate a chicago 6

Ucciso per 200 dollari. Preso a coltellate e lasciato morire per strada. In quella Chicago che aveva abbracciato nel 2015, dopo essere partito da Perugia «per la necessità di cambiare vita» e di cui solo qualche tempo fa parlava entusiasticamente dicendo di aver «trovato la mia dimensione». È morto così Diego Damis, barista di 41 anni, lasciando sconvolti familiari e amici di qua e di là dall'Atlantico.

 

LA RICOSTRUZIONE

Due isolati. Duecento metri. Una manciata di minuti di marciapiede ancora da percorrere prima di aprire la porta di casa e lasciarsi cadere nel letto dopo una notte di lavoro al bar. Quartiere di Kenwood, non lontano dalla casa degli Obama.

 

diego damis ucciso a coltellate a chicago 7

Chissà, probabilmente proprio alla bella dormita che lo aspetta sta pensando Diego mentre percorre il blocco 4900 di South Greenwood Avenue. È l'alba di venerdì 25 febbraio, ha appena finito il suo turno al The Cove Lounge, nella zona di Hyde Park.

 

È in quel momento, intorno alle sei del mattino, che viene aggredito e preso a coltellate. Il quarantenne perugino resta agonizzante a terra, mentre vengono attivati i soccorsi. Nonostante la rapidità con cui arriva l'ambulanza e viene preso in cura, Diego morirà poco dopo al Medical center dell'università di Chicago.

 

La polizia avvia le indagini, ma al momento l'aggressore non risulta ancora individuato. Quello che i familiari (una sorella e la madre vivono in America) e gli amici raccontano con certezza è che il portafogli di Diego non è stato trovato. Sempre secondo quanto filtra dalle indagini, Damis avrebbe tentato di difendersi dall'aggressione nonostante fosse sotto la minaccia di un coltello.

 

diego damis ucciso a coltellate a chicago 4

I FRATELLI

«È stato pugnalato a due isolati da casa sua. È stato un atto insensato. Mi fa arrabbiare quella persona che ha guardato mio fratello e non ha visto nulla, ma tutti gli altri a Hyde Park hanno visto un essere umano gentile e perfetto che sinceramente non meritava di morire in quel modo». A parlare è Claudia D'Amico, una delle sorelle di Diego che vive negli Stati Uniti assieme alla madre.

 

Figlio di un diplomatico italiano, il barista perugino dopo la separazione dei genitori (che hanno avuto altri figli dai nuovi compagni) nel 2015 ha deciso di raggiungere la madre dopo essere nato e cresciuto nella zona tra Bagnaia e Castel del Piano, due frazioni confinanti alla periferia di Perugia. Dove vivono ancora due fratelli di Diego che nella notte tra martedì e mercoledì sono partiti per Chicago.

 

diego damis ucciso a coltellate a chicago 3

Contrariamente infatti a quanto previsto all'inizio, la salma di Diego non sarà riportata in Italia ma verrà sepolta in America. «So che tantissime persone avrebbero voluto partecipare - dice Laura - e io e mio fratello andremo anche in rappresentanza di tutti gli amici e i parenti che resteranno qui. Per questo a loro abbiamo chiesto di farci avere qualcosa di simbolico che lo ricordasse e che gli porteremo.

 

Le circostanze che ce lo hanno portato via sono surreali, ma il grande amore che sentiamo per lui è bellissimo e personalmente lo saluterò con la canzone di Ken il Guerriero, la canzone della nostra infanzia. Diego era dolce, educato, gentile. Un fratello e uno zio fantastico». L'altro fratello Andrea, poco prima di imbarcarsi, sottolinea come sia «incredibile pensare a un omicidio così feroce».

 

LE REAZIONI

diego damis ucciso a coltellate a chicago 1

A Chicago sono i colleghi e tantissimi amici a piangerlo e a chiedere giustizia. Oltre ad essere stato lanciato l'hashtag sui social Justice for Diego lo chiedono a gran voce i colleghi e «fratelli» del bar in cui ha lavorato fino all'alba di venerdì: «Chiunque sia stato lo ha pugnalato più volte, ha lasciato che quell'uomo morisse dissanguato, l'ha lasciato morire. Qualcuno sa cosa è successo e ora vogliamo saperlo. Diego Damis non se lo meritava. Chiunque sia stato deve essere trovato. Buon riposo, amico. Scopriremo chi ti ha fatto questo».

 

diego damis ucciso a coltellate a chicago 2

Musicista, pittore, accanito giocatore di scacchi ed esperto di tiramisù: così lo ricordano tutti, anche tra Bagnaia e Castel del Piano. Il giornalista Mirko Loche sottolinea come sia stato «la prima persona che ho conosciuto quando sono andato a vivere a Bagnaia. Un ragazzo bravissimo, abbiamo avuto un bellissimo rapporto e poi un giorno mi ha detto che se ne sarebbe andato in America per cambiare vita. Sapevo che era entusiasta di quella scelta».

 

Anche a Castel del Piano in tanti lo ricordano a partire dal gestore del circolo, Riccardo Marchesi: «Una persona splendida e sensibile». Anche il Comune di Perugia ha espresso «cordoglio e sgomento» per questa morte ancora senza un responsabile.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...