“SIAMO STUFI DI VEDERE PERSONE CHE PREGANO CON IL CULO PER ARIA” – PUTIFERIO PER LE PAROLE DI ALEX VOYAT, CONSIGLIERE COMUNALE DI FRATELLI D'ITALIA CHE, PARLANDO DI UN CENTRO CULTURALE TRASFORMATO IN UNA “MOSCHEA OCCULTA”, È ESPLOSO: “NON È AMMESSO DALLA LEGGE. SE VOGLIONO VENIRE QUI E INTEGRARSI RISPETTINO LE NOSTRE LEGGI” – IL SINDACO DI TRENTO HA PARLATO DI "OLTRAGGIO ALLA CITTÀ" E L’IMAM HA AGGIUNTO: "E' UN'OFFESA NON SOLO AI MUSULMANI, MA ALLA SOCIETÀ TRENTINA". ALLA FINE IL CONSIGLIERE È STATO COSTRETTO A SCUSARSI…
Estratto dell’articolo di Benedetta Centin per www.lastampa.it
«Siamo stufi di vedere persone che pregano con il culo per aria». Questa l’espressione con cui, martedì sera, in Consiglio comunale a Trento, Alex Voyat, consigliere comunale di Fratelli d'Italia - e marito dell’assessora provinciale Francesca Gerosa, che è anche neo presidente provinciale del partito di Giorgia Meloni - ha parlato di un centro culturale islamico che esiste in città. A suo dire una «moschea occulta». Per cui sentenziare: «Non è ammesso dalla legge – ha ripetuto più volte Voyat- Se vogliono venire qui e integrarsi rispettino le nostre leggi».
E in aula non ha sortito effetti la richiesta della presidente Silvia Zanetti di rettificare la dichiarazione. L’esponente meloniano ha ripetuto la stessa frase cambiando un solo termine e cioè «sedere». Ed è scoppiato il caso: in tanti hanno condannato le sue parole, tra incredulità e indignazione.
«Il consigliere Voyat non ha offeso solo i musulmani di Trento ma tutta la società trentina – ha sbottato l'Imam di Trento Aboulkheir Breigheche -. Una grave offesa non solo ai due miliardi di musulmani nel mondo ma a tutte le forme di culto che praticano la prosternazione e cioè il gesto di toccare terra con la fronte o il corpo come segno di sottomissione a Dio. Noi non intendiamo scendere a questi livelli di dialogo e confronto». Breigheche ha raccontato anche di aver ricevuto la chiamata dell’assessora Gerosa.
«Mi ha fatto piacere il suo gesto, al telefono mi ha confermato l’importanza del rispetto reciproco e annunciato le scuse ufficiali di Voyat – ha spiegato l’imam – Se così fosse ci farebbe piacere: abbiamo bisogno di un clima sereno e non di esasperare gli animi». E infatti a stretto giro è arrivato il messaggio stringato del consigliere FdI attaccato da più parti: «Mi dichiaro dispiaciuto di aver utilizzato parole forti e non consone, che sono state il frutto di un momento di tensione in aula. L'intenzione non era certo quella di offendere la comunità islamica e me ne scuso».
Ad aspettarsi le scuse era anche il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, che con un post social aveva condannato pubblicamente le parole di Voyat, spiegando di essersi vergognato per il consigliere che con quella sua espressione ha oltraggiato la città di Trento. […]
Per il sindaco Voyat «ha minato i principi della convivenza e del pluralismo, che dal secondo dopoguerra sono imprescindibili non solo per la politica, ma per tutta la comunità cittadina. Ha irriso un atto intimo e pacifico come la preghiera. Spero davvero che qualcuno oggi si senta in dovere di chiedere scusa». Ad intervenire anche Xheik Shero, consigliere di Insieme per Trento. «Da consigliere, consigliere di origine albanese, e musulmano, mi sono sentito offeso».
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