scassellati kenya mombasa

‘NON MI DO PACE, SONO STATO IO A VOLER COMPRARE QUESTA VILLETTA IN KENYA. E ORA LAURA È MORTA’. PARLA LUIGI SCASSELLATI, DOPO CHE LA MOGLIE È STATA MASSACRATA A COLPI DI MACHETE NELLA LORO CASA IN UNA TRANQUILLA ZONA DI MOMBASA - È STATO ARRESTATO IL GIARDINIERE, SOSPETTATO DI ESSERE COINVOLTO NELL’OMICIDIO. IL FIGLIO: ‘DOV’ERA IL GUARDIANO?’

 

 

1.OMICIDIO KENYA, ARRESTATO IL GIARDINIERE

http://www.laprovinciacr.it/

 

Il cremonese Luigi Scassellati, 72enne, rimasto gravemente ferito domenica 23 luglio nel corso di un assalto con machete ai fini di una rapina a Kikambala, sulla costa nord del Kenya, dal suo letto al Mombasa Hospital, non sa darsi pace per quanto accaduto domenica 23 luglio. 

 

Inoltre, l'uomo soffre di un completo vuoto di memoria che gli impedisce di ricostruire gli eventi della tragedia. Su suggerimento dei medici, nessuno gli ha ancora detto che la moglie - Maria Laura Satta - è morta. La polizia, dal canto suo, ha arrestato e tiene in custodia il giardiniere, sospettato di essere coinvolto in qualche modo nell’aggressione.

 

Nella tarda mattinata di martedì 25 luglio arriveranno in Kenya i figli delle vittime, Roberto e Stefano.

 

LUIGI SCASSELLATI MARIA LAURA SATTALUIGI SCASSELLATI MARIA LAURA SATTA

Omicidio, lesioni e rapina sono i reati che la procura di Roma ha configurato in merito all’omicidio Satta. Il fascicolo processuale è stato aperto dal pm Sergio Colaiocco che, in stretto contatto con la Farnesina, ha già chiesto, tramite rogatoria internazionale, di poter eseguire accertamenti nel paese africano.

 

 

2.KENYA: RAPINA IN VILLA,FIGLIO,MI CHIEDO DOVE FOSSE GUARDIANO

 (ANSA) - Non è più in pericolo di vita Luigi Scassellati, l'uomo di 71 anni aggredito ieri mattina a Kikambala da una coppia di malviventi che hanno poi ucciso a colpi di machete sua moglie Maria Laura Satta di 72 anni. 'Non abbiamo notizie più precise - ha detto il figlio Stefano - Da undici vivono in uno chalet, circondato da altre villette simili e in questi villaggi c'è sempre un custode, non voglio lanciare accuse senza avere elementi in mano, ma mi chiedo che cosa abbia fatto il guardiano". Stefano Scassellati oggi è andato nella casa dei genitori a Cremona.

 

Lui vive infatti a Mozzanica (Bergamo) dove è assessore comunale. 'Mio padre è ancora ricoverato nell'ospedale di Mombasa - racconta -. E' stato colpito alla testa da uno dei due ladri che poi hanno massacrato mia madre che si trovava in bagno. I miei genitori frequentano il Kenya da quindici anni.

 

Trascorrono lì sei mesi all'anno, tre d'inverno quando qui è freddo e tre in estate e in tutti questi anni non hanno mai avuto problemi, non hanno mai subìto furti né aggressioni e nemmeno minacce. Non so nulla delle indagini: non so nemmeno se siano state aperte".

 

Maria Laura Satta era orginaria della Sardegna come il marito Luigi Scassellati. Arrivarono 40 anni fa a Cremona, dove l'uomo fondò nel 1976 la Seted, azienda produttrice di macchinari per ufficio, ceduta tre anni fa. Oltre a Stefano, Maria Laura Satta lascia un altro figlio, Roberto, che abita a Cremona.

 

la villa degli italiani a mombasala villa degli italiani a mombasa

 

3.MISTERO SULL’OMICIDIO DELLA DONNA UCCISA A MOMBASA: IL RACCONTO DEL MARITO

Franco Nofori per http://www.africa-express.info/

 

Luigi Scassellati, il cremonese settantaduenne rimasto gravemente ferito ieri nel corso di una brutale rapina a Kikambala, sulla costa nord del Kenya, dal suo letto presso il Mombasa Hospital, non sa darsi pace per la perdita della moglie, Maria Laura Satta, caduta sotto i violenti colpi di machete degli aggressori. “Lei non ce l’ha fatta – dice – e mi sento in colpa perché sono stato io ad insistere affinché acquistassimo questa villetta in Kenya”.

 

Stenta a parlare perché con una violenta bastonata sul viso i malviventi gli hanno fatto saltare le protesi dentali, trovate a terra dalla polizia e requisite, non si capisce bene a quale scopo. “Senza le protesi – dice ancora  – non riesco a mangiare cibi solidi e devo limitarmi ai brodini”. Sul volto e nello sguardo appare ancora disegnato tutto l’orrore dell’esperienza vissuta ieri, nelle prime ore del mattino, quando gli aggressori hanno dato inizio al selvaggio attacco.

 

 

Il Mombasa Hospital è uno dei tre più prestigiosi ospedali privati di Mombasa e nel primo pomeriggio di ieri, all’arrivo presso l’accettazione del pronto soccorso, ha avuto luogo un piccolo thriller perché la direzione dell’ospedale non permetteva il ricovero. Prima pretendeva un deposito cauzionale di almeno tremila euro, somma impossibile da reperire nell’immediato. Era domenica e tutte le banche erano chiuse.

 

Luigi, pesto, sanguinante ed ancora privo di conoscenza, è stato costretto ad  attendere a lungo, con i suoi soccorritori impegnati in un’estenuante trattativa. Alla fine, grazie alla garanzia cortesemente prestata da una persona nota alla direzione della struttura sanitaria, è stato consentito il ricovero e all’accesso alle cure necessarie.

 

Le autorità consolari italiane, consultate in proposito, si erano dichiarate impossibilitate a prestare tale garanzia e questo, com’era ovvio attendersi, ha scatenato un coro di proteste da parte dei connazionali presenti. In realtà, più che la copertura monetaria necessaria al ricovero, ciò che le nostre autorità non potevano fare, è autorizzare l’inizio delle terapie e degli interventi chirurgici senza l’autorizzazione dei familiari.

 

 

aggressione a coniugi italiani mombasa foto africa expressaggressione a coniugi italiani mombasa foto africa express

Benché Luigi abbia riacquistato una discreta lucidità e si esprima abbastanza correttamente, soffre di un completo vuoto di memoria che gli impedisce di ricostruire gli eventi della tragica esperienza vissuta.  “Tutto ciò che ricordo – spiega – è che sabato sera, Laura ed io abbiamo cenato e poco dopo siamo andati a dormire. Il ricordo successivo ce l’ho in questo letto di ospedale”.

 

Però, nella fitta nebbia che ingombra la sua mente, qualche sprazzo di luce ogni tanto si accende. Per esempio il nitido ricordo della moglie morta. “Lei era a terra in bagno, piena di sangue e non si muoveva. La chiamavo, ma non rispondeva.” E descrive dettagliatamente la posizione del corpo, facendola risultare identica a quella che noi abbiamo potuto constatare quando siamo entrati in casa. Solo che da dove lui si trovava non avrebbe potuto vederla nel modo in cui lui descrive.

 

Su suggerimento del medico che lo ha preso in cura, nessuno gli ha ancora detto che la moglie è morta, ma lui non chiede neppure: lo afferma con certezza, senza esitazioni e senza curarsi dell’imbarazzato silenzio che accoglie le sue parole. Questo fa pensare che forse, la dinamica dell’aggressione, può essersi svolta in modo diverso da quello dedotto dalle tracce rilevate. La polizia, dal canto suo, ha arrestato e tiene in custodia il giardiniere, sospettato, ma non si sa su quali evidenze, di essere coinvolto nell’aggressione o, almeno, nella sua parte organizzativa.

 

Domani, in tarda mattinata, arriveranno in Kenya i figli delle vittime, Roberto e Stefano, che vincendo l’immaginabile pena, dovranno assumersi il compito di gestire la situazione. Non saranno comunque soli, la sparuta comunità italiana si metterà a loro disposizione e li assisterà nel disbrigo di tutte le necessarie incombenze. Malgrado i molti difetti, occorre riconoscere che, nelle emergenze, gli italiani sanno spesso esprimere grandi valori di solidarietà.

 

Quasi tutti i media di lingua italiana hanno dato ampio risalto all’accaduto, alcuni limitandosi ai riscontri di cronaca, altri spargendo allarmi esagerati, altri ancora minimizzando gli eventi per non danneggiare il turismo in cui ancora e legittimamente il Kenya spera. Tra altre varie inesattezze, è stato anche scritto che la località di Mtwapa è una zona ad alto rischio criminale e che l’abitazione dei coniugi aggrediti è molto isolata e quindi più soggetta a questo genere di incursioni.  

 

In rispetto alla pura lealtà dei fatti ci corre precisare che la residenza di Laura e Luigi Scassellati è a Kikambala, non a Mtwapa da cui dista una buona dozzina di chilometri. Che la zona non è affatto isolata, ma è circondata da Hotel, Residence e Resort di prestigio e che, almeno a quanto mi consta, negli ultimi 30 anni questa è la prima vittima europea prodotta da un atto criminoso.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO