g8 2009 la maddalena stefano boeri arsenale

SPRECOPOLI ITALIANA! – STEFANO BOERI È TORNATO A VISITARE LA “CASA DEL MARE” CHE AVEVA PROGETTATO NELL’EX ARSENALE DELLA MADDALENA PER IL G8 DEL 2009, CHE POI FU TRASFERITO DA BERLUSCONI A L’AQUILA COLPITA DAL TERREMOTO. SAREBBE DOVUTO DIVENTARE UN GRANDE POLO MARITTIMO MA LA STRUTTURA È DIVORATA DAL DEGRADO: “QUESTO SPAZIO È ANCORA BELLO ANCHE SE NON È MAI STATO FATTO IL COLLAUDO ED È STATO LASCIATO IN ABBANDONO DA 16 ANNI” – IL REPORTAGE DEL ''CORRIERE'' TRA I LUOGHI CHE DOVEVANO OSPITARE I GRANDI DELLA TERRA, COSTATI AI CONTRIBUENTI 629 MILIONI DI EURO: “QUEI COPRILETTO DA 4.000 EURO NELLA SUITE DI OBAMA” – VIDEO

 
 

Estratto dell’articolo di Gian Antonio Stella per il www.corriere.it

 

ex arsenale militare di la maddalena progettato da stefano boeri per il g8 2009

Sono un cazzotto in faccia, i ruderi del G8 annullato alla Maddalena e costato oltre 629 milioni di euro. I rottami delle vetrate spazzati via da diciassette anni di maestrale. La ruggine che sbrana le colonne delle Arcate dell’Arsenale. I gommoni abbandonati a rinsecchirsi mummificati tra file di bidoni per l’immondizia.

 

I mucchi di cristalli infranti. Le lavatrici mai usate (per gli asciugamani?) del centro congressi. Le banchine per gli yacht di lusso attrezzate con le luci al Led divorate dagli sterpi. Le decine di Smeraldina imbottigliate nel remoto 2009. Le distese di migliaia di metri quadri di pannelli fotovoltaici tostate dal sole senza aver mai potuto fornire un watt. L’oscena carcassa del bellissimo Mascalzone Latino impudicamente buttata sul molo. Gabbiani stecchiti. Muschi. Letame.

 

 

stefano boeri

Una vergogna. Tanto più rispetto alle speranze di chi come l’allora governatore Renato Soru propose per primo nel 2007 il G8 quale «risarcimento ai sardi per secoli di occupazione militare dell’arcipelago» aperto ora a un rilancio turistico.

 

Ma più ancora rispetto alle parole di Silvio Berlusconi che, subentrato a Romano Prodi nell’aprile 2008, non solo ribadì (senza entusiasmi) gli impegni sul rilancio turistico dell’isola, ma sventolò mirabolanti promesse anche dopo la scelta, presa a ridosso del terremoto, di spostare il summit a L’Aquila: «A Maddalena i lavori continueranno e arriveranno al completamento assoluto e totale. Lì sarà realizzato il più importante centro di attrazione del Mediterraneo».

 

[...] 

 

stefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonato

E i problemi dei fanghi tossici lasciati dai militari? Già risolto: «Alla Maddalena è stata fatta la più grande bonifica mai fatta in Italia in modo che l’isola diverrà un’attrazione turistica all’avanguardia».

 

Guido Bertolaso, sottosegretario alla Presidenza e deus ex machina alla Maddalena prima di venir lui pure dirottato a L’Aquila, nel febbraio 2010 conferma all’Ansa: «Qui è stata fatta la più grande bonifica di sempre che ha permesso di trasformare un luogo che era una fogna in qualcosa che sarà occasione di vanto per l’isola».

 

[...]

 

Risanata? Mica tanto, nonostante i costi ufficiali di 31 milioni di euro. Lo dicono un reportage di Fabrizio Gatti e Lirio Abbate («Perfino il canale d’ingresso e il bacino dell’Arsenale sono inquinati da sostanze altamente pericolose» tanto che «durante le regate della Vuitton Trophy la Provincia di Olbia-Tempio ha vietato la navigazione alle barche a motore»), lo confermano le denunce del Gruppo d’Intervento Giuridico («Dai 6 ettari contaminati originari siamo passati a 12»),

 

stefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonato

lo ribadiscono le inchieste della magistratura su «bonifiche mai realizzate» e gli interventi degli stessi governatori (prima di destra, poi di sinistra, poi ancora di destra e di sinistra) chiamati via via a «finire» il disinquinamento mai finito. Se non addirittura, è ormai assodato, mai fatto seriamente.

 

Più ancora, se vogliamo, lo conferma la stizzita richiesta danni per mancato guadagno contro lo Stato e la Regione (richiesta iniziale: 149 milioni) di Emma Marcegaglia, che vinse con la Mita Resort la gara d’appalto per la gestione delle nuove strutture portuali con «una offerta (unica presentata) di 40 milioni di euro e un canone annuo, per i 30 anni di concessione, di soli 60 mila euro», come scrisse La Nuova Sardegna, ma subito si convinse («Per noi è stato un danno», sbottò già nel giugno 2009) che con le acque così inquinate era impossibile farne una calamita «per gli appassionati di tutto il Mediterraneo».

 

E tutto ciò a dispetto dell’offerta, come ricordò Il Giornale dell’Architettura, del «mare cristallino con annesso relax da sogno», delle «rocce di granito levigate dal maestrale» e di un hotel con «camere firmate William Sawaya, arredi griffati Zaha Hadid e Dominique Perrault conditi dal gusto mediterranean chic di Antonio Marras». Dettagli esclusivi ma insufficienti a tener aperto più di due anni un hotel deluxe col bacino «vietato alla balneazione».

 

strutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stella

La causa, dai e dai, è stata composta alla fine del 2017 con «l’obbligo della Protezione Civile di corrispondere a Mita Resort la somma omnicomprensiva di 21 milioni di euro, la rinuncia dello Stato a qualsiasi rivalsa nei confronti della Regione e viceversa» e la consegna di Marcegaglia delle chiavi de «i beni e le strutture affidati a suo tempo in concessione».

 

Restano aperti però, angoscianti, i temi della bonifica ignorata dal governatore sardo-salviniano Christian Solinas (confermato come commissario da quattro governi incluso l’attuale, ma mai affacciatosi a La Maddalena in cinque anni) e del recupero delle strutture del G8. Il primo, dopo troppi rinvii anche a causa di vari ricorsi, pare essere infine sbloccato. Evviva. Il secondo è tutto da definire. E complicatissimo: chi li mette i soldi per risanare tutto?

 

Dopo sedici interminabili anni di richieste, dinieghi, rinvii, silenzi, la presidente regionale Alessandra Todde e il suo vice Giuseppe Meloni hanno finalmente deciso (grazie) che quelle strutture non potevano più essere nascoste agli occhi dei cittadini. E le hanno aperte al Corriere, che per la prima volta ha potuto così superare le recinzioni blindate con Pierfranco Zanchetta (ex deputato regionale tra i primi a denunciare lo scandalo) e l’architetto Stefano Boeri, il quale dopo una consulenza iniziale si vide affidare dalla Protezione Civile il progetto di recupero dell’arsenale («Ci servivano progettisti italiani d’eccellenza» e operativi, spiegherà Bertolaso) ma fu presto scaricato dalla «cricca» accusata di «rincari del 57%», per vedere la «cittadella proibita». Scoprendo un degrado inaccettabile.

 

strutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stella

«Complessivamente, per il G8 mai fatto alla Maddalena, le uscite dalla contabilità speciale sono state pari a 476.264.715 euro e 34 centesimi», spiegò ai magistrati nel 2011 Fabio De Santis che con Angelo Balducci fu tra i pochi condannati per quello che i pm definirono «uno dei casi più gravi di corruzione del dopoguerra». Pari a 629.621.953 euro oggi. Più del Nuovo Ospedale Galeazzi dove lavorano e sono curati decine di migliaia di milanesi e lombardi.

 

Vuota la Casa del Mare progettata da Boeri che avrebbe dovuto ospitare i grandi del mondo nel bellissimo salone dalle immense vetrate «sospeso» sull’acqua e avvolto da una grata di tessere di vetro via via sbrindellata dalla furia dei venti nel disinteresse assoluto per la manutenzione prescritta.

 

strutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stella

Vuoti gli immensi Padiglioni del Mare che dovevano accogliere le delegazioni di tutto il mondo e gli uffici istituzionali come quelli della Regione. Vuote le Arcate del Mare dai pavimenti sconnessi come se fossero stati presi a martellate.

 

Vuoto e desolato l’hotel di lusso che incantava gli ospiti con uno spettacolare lampadario alla reception di Zaha Hadid, i mobili coperti da lenzuola, le saune con i bagni di fieno e il grande centro fitness con i tapis roulant e cyclette sotto teli bianchi, le camere con qualche letto mai rifatto, la suite riservata a Barack Obama (con lenzuola di seta e copriletto da 4.270 euro) smantellata ma coi grandi e costosi tappeti su misura di Marras arrotolati in disparte, la piscina che degrada verso il mare asciutta, screpolata e umiliata da un invecchiamento insanabile. [...]

 

stefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonato

La stessa che, qualche centinaio di metri più in là, assedia il vecchio ospedale militare «esteso» nel 2008 per il G8 con la gigantesca prolunga a serpentone di un nuovo hotel con 103 camere. Immense. Vuote. Già sgarrupate. Coi parquet che fanno le bolle e i battiscopa schiodati. Costate ognuna, in media, 958.816 euro di oggi.

Camere che non hanno mai visto un portiere, una cameriera, un commesso e men che meno un cliente. Figurarsi un compratore pronto a metterci dei soldi. Ovvio, il mare, senza spiaggia, è al di là della strada principale e trafficatissima dell’isola. Dovevano spostarla ma, spostato il G8 a L’Aquila, non ci hanno pensato più. Nel frattempo però si erano scordati di fare almeno una piscina.

ex arsenale militare di la maddalena progettato da stefano boeri per il g8 2009ex arsenale militare di la maddalena progettato da stefano boeri per il g8 2009strutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stella strutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stellastefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonatostefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonatostrutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stellastrutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stellastrutture per il g8 della maddalena - foto di gian antonio stella ex arsenale militare di la maddalena progettato da stefano boeri per il g8 2009stefano boeri torna all ex arsenale militare di la maddalena progettato per il g8 2009 ora abbandonato

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…