IL PAESE DELLE TRAGEDIE EVITABILI – “VULCANELLI FUORI CONTROLLO”, L’ALLARME CHE NESSUNO HA ASCOLTATO – ERA CONTENUTO IN UNA RELAZIONE DI ESPERTI DEL 27 AGOSTO SCORSO

Felice Cavallaro per “il Corriere della Sera

 

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Mentre i corpi di Carmelo e Laura, soffocati nell’esplosione dei vulcanelli di Aragona, vengono restituiti oggi a genitori per i funerali di domani nella Chiesa della Madonna di Pompei, salta fuori un documento che forse avrebbe potuto fare scattare l’allarme e i controlli sulla riserva posta ieri sotto sequestro dalla magistratura che indaga per «omicidio plurimo a carico di ignoti».

 

Forse l’hanno considerata l’ennesima richiesta di finanziamento di ricercatori estroversi, fatto sta che è rimasta un fascicolo chiuso la relazione consegnata a diversi deputati e senatori eletti in Sicilia il 27 agosto scorso da un pugno di vulcanologi ed esperti oceanografici sul rischio del «fenomeno Macalube», dalla terra ferma di Aragona alle acque della costa siciliana, soprattutto fra Sciacca e Agrigento.

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Appello rimasto inascoltato mentre la riserva era chiusa per le anomale avvisaglie registrate il 7 agosto e da qualche giorno riaperta, come non capiscono i genitori dei piccoli, il carabiniere Rosario Mulone e Giovanna Lucchese, frastornati anche dalle polemiche fra Regione e Legambiente. Amarezza alimentata dal documento intitolato «Ricerca e necessità di monitoraggio vulcanico: dalle maccalube di Aragona allo pseudo vulcanesimo sedimentario del Canale di Sicilia». Dimenticato come altri lanciati in passato dal gruppo guidato da Mimmo Macaluso, chirurgo di Ribera esperto in ricerche subacquee, firmatario con l’Istituto di vulcanologia di Catania dell’unica relazione tecnica sulla sismicità del Canale di Sicilia, incaricato dall’Unione europea della mappatura dei siti archeologici subacquei nel Mediterraneo. 

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Un documento che spiega le «esplosioni» e suggerisce di controllare questi «vulcanelli» che in mare aperto diventano ancora più devastanti. Anche un modo per sconsigliare di autorizzare le trivellazioni petrolifere per il timore di un disastro ecologico. Partendo dalle «Macalube di Aragona» ecco una analisi su «uno pseudo-vulcanesimo sedimentario con liberazione o esplosione di metano, che giace anche sotto il fondale marino...».

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E ancora: «Se a determinare la risalita del metano in superficie è il semplice aumento della sua pressione o della sua temperatura, a causare le sue esplosioni possono essere scosse di terremoto, che provocano per attrito, l’innesco della esplosione... ovvero anche le poco studiate correnti telluriche, correnti elettriche che si muovono sotto terra o attraverso il mare, intense ma a frequenza estremamente bassa, originate, sembra, da campi magnetici terrestri e che interagiscono con il mezzo conduttore (terra o acqua), in un modo complesso».

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Un fenomeno che ha portato alla scoperta di «un campo con almeno trenta vulcani a poche miglia dalla costa», chiamato da Macaluso «Campo Empedocle»: «È lo stesso fenomeno di Aragona. Dalla terra al mare va così da sempre. È qui che nel 1831 comparve con un’eruzione l’isola Ferdinandea, poi inabissatasi, e qui abbiamo individuato un cratere sommerso con un diametro di un chilometro, a 190 metri di profondità». Esplicito l’appello per «una nuova campagna di ricerca e di controlli continui» come chiedono al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti inviandogli il documento del 27 agosto. 

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Un silenzio surreale cala sulla riserva dove all’ingresso campeggiano due peluche, a due passi dai manifesti a lutto di Legambiente che con Mimmo Fontana torna a spiegare che, «pur in presenza degli strumenti di controllo, forse nessuno avrebbe potuto prevenire un disastro del genere». Il Codacons, l’associazione dei consumatori, chiede al governatore Crocetta la revoca dell’affidamento della riserva. 

 

 

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