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"IL COVID-19 È NATO IN UN LABORATORIO DEL MINISTERO DELLA DIFESA CINESE" - IL “SUNDAY TIMES” SGANCIA UNA MEGA INCHIESTA SULLE ORIGINI DEL VIRUS, SMONTANDO LA RICOSTRUZIONE DI PECHINO CHE HA SEMPRE PARLATO DI CONTAGIO AVVENUTO NEL MERCATO DI WUHAN - SECONDO I BRITANNICI, CHE HANNO SPULCIATO DOCUMENTI DESECRETATI NEGLI STATI UNITI, È PROBABILE CHE “LA CINA STESSE CONDUCENDO ESPERIMENTI SU CORONAVIRUS MODIFICATI IN LABORATORIO IN VISTA DI UNA POSSIBILE GUERRA BATTERIOLOGICA E…”

Estratto dell'articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it

 

IL COVID SCAPPATO DAL LABORATORIO DI WUHAN - MEME BY OSHO

La “pistola fumante”, almeno per ora, non c’è. Ma il Sunday Times ha pubblicato ieri un dettagliato e lunghissimo articolo sulle origini del Covid-19 secondo cui è sempre più probabile che il Coronavirus che ha scatenato la recente pandemia mondiale sia stato originato da un incidente di laboratorio nell’Istituto di virologia di Wuhan. Ovvero la città cinese dove, secondo la narrativa ufficiale, il virus avrebbe invece per la prima volta contagiato un gruppo di umani dal famigerato mercato del pesce.

 

teoria della fuga del covid dal laboratorio di wuhan

Ma le cose non starebbero così, almeno secondo l’inchiesta del settimanale britannico. Che ha consultato centinaia di documenti, alcuni dei quali diventati di pubblico dominio grazie al “Freedom of Information Act”, e comunicazioni top secret, parlato con diversi esperti e soprattutto con fonti dell’intelligence americana che sta indagando sulle origini del Coronavirus che ha afflitto il mondo fino all’anno scorso e ucciso 7 milioni di persone.

 

Alla fine, secondo l’inchiesta, è probabile che la pandemia da Covid sia nata da una fuga dal laboratorio di Wuhan, che “la Cina stesse conducendo esperimenti proprio su Coronavirus modificati in laboratorio coordinati dal Ministero della Difesa cinese in vista di una possibile guerra batteriologica” e che “Pechino abbia nascosto molti dati ed esperimenti negli ultimi anni alle autorità straniere".

 

covid laboratorio

La storia raccontata dal Sunday Times parte da lontano. Ossia dalla fondazione dell’Istituto di Virologia di Wuhan nel 2003, per comprendere le origini del virus respiratorio Sars. Il laboratorio negli anni riesce ad accumulare fondi per decine di milioni di dollari anche da scienziati e istituzioni americane, per la ricerca sui vaccini anti Sars e altri simili virus letali della famiglia del Coronavirus. Un’iniezione di denaro che aumenta soprattutto dopo l’11 Settembre e i timori negli Stati Uniti e Occidente di una guerra batteriologica. La ricerca viene guidata a Wuhan dalla misteriosa e controversa capo-scienziata 39enne Shi Zhengli, che verrà soprannominata “BatWoman” per il suo lavoro sui pipistrelli in caverne e miniere e che ancora oggi lavora in quell’istituto.

laboratorio wuhan

 

[…]

 

Negli anni, nonostante una moratoria di Obama nel 2014 sulla sperimentazione di agenti patogeni potenziati, gli scienziati cinesi iniziano ad incrociare e a sviluppare sempre di più “cocktail di virus”, o incroci di pestilenze recuperate soprattutto da resti e feci dei pipistrelli. L’obiettivo, secondo gli investigatori americani, è quello di creare virus sempre più infettivi per gli umani. Secondo il Sunday Times, il laboratorio di Wuhan insiste nelle sue sperimentazioni e a un certo punto, “mescolando” il coronavirus W1Y1 con il SHC014 e un altro patogeno simile alla Sars, crea un virus più letale del 300%, almeno a vedere i risultati sui topi geneticamente modificati con polmoni simili agli umani: il 75% infettato da questo nuovo virus muore.

L'ARTICOLO DEL WALL STREET JOURNAL SUL CORONAVIRUS E IL LABORATORIO DI WUHAN

 

Ma queste informazioni non vengono condivise con i colleghi occidentali. Allora, l’agenzia statunitense Darpa (Defence Advanced Research Projects Agency) e altre si rifiutano di continuare a sovvenzionare le ricerche del laboratorio di Wuhan.

 

Secondo i documenti e le fonti occidentali consultate dal Sunday Times, le cose cambiano davvero dal 2016. Quando gli scienziati cinesi ammettono di aver scoperto, 4 anni prima, un nuovo tipo di Coronavirus in una miniera di Mojiang, sempre nella provincia di Yunnan, insieme ad altri otto. Alcuni studiosi che hanno raccolto campioni ed escrementi di pipistrello muoiono dopo aver sofferto di sintomi simili alla Sars, anche se Pechino questo non lo comunicherà nella circostanza. La variante viene chiamata “RaTG13”, e la sequenza del genoma è quella più simile al Covid che abbiamo conosciuto nel 2020.

 

 

Laboratori a Wuhan

Le autorità cinesi non informano quelle internazionali delle vittime né di questi e altri avvenimenti. O almeno, lo fanno solo parzialmente. “In questo momento, le comunicazioni e la condivisione di informazioni con i cinesi si interrompe improvvisamente”, dicono fonti di intelligence americane […]

 

Secondo i documenti e le fonti del Sunday Times, in questi anni il laboratorio di Wuhan avrebbe iniziato a sperimentare e incrociare il RaTG13 insieme agli altri virus rivenuti a Mojiang. Inoltre, secondo l’intelligence americana, negli ultimi anni Pechino si sarebbe già preparata a un vaccino contro il Covid, tanto che ha destato sospetto la tempestiva presentazione di un brevetto già nel febbraio 2020.

Laboratorio di Wuhan

 

[…] Studi recuperati dal settimanale e confermati in un report del Senato Usa, inoltre, dimostrano come i primi veri focolai siano avvenuti proprio intorno all’istituto di Virologia di Wuhan e non al mercato del pesce e altri animali lontano alcuni chilometri in città.

 

Laboratorio di Wuhan 2

Quindi davvero il Covid19 è scappato dal laboratorio di Wuhan? È molto probabile, secondo il Sunday Times e le sue fonti, sebbene la prova certa non ci sia. […]

laboratorio di wuhan wuhan national biosafety laboratory 2nel laboratorio di wuhanwuhan national biosafety laboratory 2la virologa shi zhengli laboratorio di wuhanLABORATORIO WUHANLaboratorio di Wuhan

 

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