CINA WEB-PADRONCINA - LA TANA DEGLI HACKER CINESI CHE HANNO ATTACCATO I SITI DI CIA E FBI È A SHANGHAI: SI TRATTA DELL’ “UNITÀ 61398”, DUEMILA CYBER SPECIALISTI ASSOLDATI PER SPIONAGGIO INDUSTRIALE, COMMERCIALE E MILITARE

Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

 

HACKER CINA USA HACKER CINA USA

Il soldato piazzato davanti alla barriera fa un solo gesto con il braccio teso, dal significato inequivocabile: «Muoversi, e subito». Siamo a Datong Road, distretto Pudong di Shanghai, sotto un palazzone di 12 piani di cemento grigio; c’è un cartello che individua la zona militare: girare alla larga e non fare domande. Sono molte invece le domande che gli americani vorrebbero porre agli occupanti dell’edificio su Datong Road.

 

Perché se sono giustificate le accuse di Washington nei confronti della Cina, è da qui che può essere partito il più devastante attacco di hackers nei confronti degli Stati Uniti: tra i 9 e i 14 milioni di files sui dipendenti federali rubati dai pirati informatici; comprese tutte le informazioni che gli agenti dell’intelligence e i militari Usa in posizioni sensibili debbono fornire per ottenere il nullaosta di sicurezza.

HACKER CINESI ARRESTATI IN KENYAHACKER CINESI ARRESTATI IN KENYA

 

Per intendersi, gli hackers cinesi avrebbero copiato i dati sulla salute, le abitudini, i familiari, i contatti dei dipendenti di Cia, National Security Agency e forze speciali militari. E ora Londra rivela che i tecnici cinesi hanno decriptato i files portati via dall’agente pentito Snowden per «bruciare» la rete spionistica britannica nella Repubblica popolare.

 

Il palazzo di Shanghai-Pudong è la sede dell’Unità 61398 dell’Esercito popolare di liberazione cinese. Postazioni video per circa duemila cyber-specialisti, che hanno nomi in codice come «Ugly Gorilla» e «SuperHard». Pechino risponde che le accuse americane sono «irresponsabili e non scientifiche». Ma nessuno nega l’esistenza dell’Unità 61398.

 

I PAESI ATTACCATI DAGLI HACKER CINESI I PAESI ATTACCATI DAGLI HACKER CINESI

La prima traccia certa è del 2003: un avviso di lavoro pubblicato sul web cinese, rivolto a studenti a livello di master in scienza computerizzata: «Offriamo borse di studio a chi si arruola nella nostra Unità 61398 dell’Esercito». Sembrava un lavoro avventuroso e centinaia di laureati, tra i 22 e i 30 anni, si fecero avanti.

 

Da allora sono stati messi a segno molti colpi di cyber-spionaggio industriale, commerciale e militare. Presto però, tra i ranghi dell’esercito dei giovani specialisti cinesi accasermati a Pudong sono emersi segni di disillusione. E questo ha permesso ai loro avversari del controspionaggio Usa di individuarne alcuni. I problemi maggiori sono gli stipendi bassi e la disciplina militare un po’ ottusa per dei geni dell’informatica.

 

Il primo a essere scoperto è stato «Ugly Gorilla»: il Brutto Gorilla, 37 anni, attivo dal 2004. Si firmava UG, ma anche Wang Dong, il suo vero nome. Gli analisti Usa sostengono che il Gorilla lasciava la sua firma un po’ per sbadataggine navigando in un’infinità di siti e un po’ per provare la sua abilità al nemico dopo le azioni.

 

HACKER CINESI HACKER CINESI

«Ugly Gorilla» usava la super-potente Vpn (Virtual private network anti-censura) del comando per accedere ai suoi account su Facebook e Twitter, che per i cittadini normali sono bloccati dal Great Firewall cinese. A maggio del 2014 l’Fbi ha emesso un mandato di cattura per «computer hacking» e spionaggio industriale contro Wang Dong e altri quattro ufficiali dell’Unità 61398.

 

«Dota» invece si è fatto scoprire perché è un fanatico di Harry Potter: dal sistema informatico di Pudong, nelle pause del lavoro, cercava di leggere tutto sul maghetto della saga di JK Rowling, ma spesso sbagliava a digitare e scriveva «Hary Poter», lasciando un’impronta.

 

APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI

E poi, illuminante, c’è il diario di «SuperHard», affidato a un blog chiamato «Prison Break» (il titolo di una serie tv della Fox di cui era appassionato). Il giovane laureato spia informatica si lamentava di dover indossare la divisa anche di fronte al pc, era disgustato dall’alloggio in un dormitorio e dall’orario d’ufficio 8-17.30. Così dopo il turno si rilassava su Internet, un po’ di shopping online, film (naturalmente su siti pirata), chattava con gli amici, cercava di agganciare una ragazza. E confidava: «Il destino mi ha messo in gabbia, voglio evadere».

 

Umore variabile, come capita a parecchi creativi, «SuperHard» lavorava a una versione potenziata del virus tipo Trojan e una volta scrisse sul diario: «Se avremo fortuna, quest’azione ci frutterà una bella gratifica». Ma all’eccitazione segue la depressione dopo una cena di ex compagni di università: «Alcuni dei miei amici ora sono avvocati, uno lavora nell’immobiliare, uno in Borsa, tutti hanno un futuro migliore del mio. Io mi sono venduto all’Esercito, sperando in qualche vantaggio, ma ora mi vergogno a dire quanto guadagno».

APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI

 

Le agenzie americane che hanno seguito in questi anni l’Unità di Pudong dicono che di solito non lavora nel weekend e nelle feste pubbliche: questo lo hanno scoperto perché la frequenza degli attacchi ai sistemi informatici crolla il sabato e la domenica. Anche il Brutto Gorilla santifica il fine settimana.

 

APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI APT IL PALAZZO DEGLI HACKER CINESI

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...